Sinfonia e vita vissuta. George Baselitz a Venezia

Le Gallerie dell'Accademia di Venezia inaugurano un focus sulla produzione grafica, pittorica e scultorea di Georg Baselitz, ripercorrendo una carriera che attraversa il Novecento e raggiunge l'epoca attuale.

Ricorda davvero un ensemble di musica da camera, come suggerisce il curatore Kosme De Barañano, la monografica dedicata dalle Gallerie dell’Accademia all’impresa creativa di Georg Baselitz (Deutschbaselitz, 1938). Organizzata attorno a tre nuclei tematici ‒ la ritrattistica, il ritratto di famiglia e il nudo ‒, la retrospettiva incide trasversalmente la produzione decennale dell’artista tedesco, individuandone gli snodi e condensandoli efficacemente in “sole” quattro sale. Seguendo uno spartito allestitivo armonico, la monografica innesca un dialogo tra epoche e decenni, dando il “la” all’itinerario con i woodcut degli Anni Sessanta ‒interventi sottili e densi, al confine tra incisione, taglio e colore, dove la materia del legno si mescola a quella dell’inchiostro ‒ per poi aggiungere la “voce” dei primi esiti pittorici, ritratti materici, pieni, nei quali le campiture di colore che determinano lo sfondo accolgono linee già influenzate dalla logica dell’astrazione.

FIGURA E MODELLI

Eppure la figura non abbandonerà mai Baselitz, complice l’influenza esercitata su di lui dai maestri italiani studiati all’epoca della formazione accademica e poi a Firenze, durante il suo soggiorno del 1965. Pontormo, Rosso Fiorentino, Giovanni di Paolo e Raffaello sono solo alcuni dei modelli che impregnano i tratti di Baselitz, senza tuttavia annullarli, anzi, agevolandone l’autonomia. Se la Madonna raffaellesca riecheggia nel lavoro di Baselitz, lo fa tramutandosi in quinte astratte e in figure altre ‒ i cani di famiglia ‒, mantenendo solo un afflato della composizione originaria. I modelli, per Baselitz, sono proficui ancoraggi alla figurazione, ben lontani dal diventare zavorre travestite da limiti.

Georg Baselitz, Porträt Thordis Möller (Portrait of Thordis Möller), 1970, oil and synthetic polymer paint on canvas, 63 x 51 in162 x 1230 cm. Private Collection

Georg Baselitz, Porträt Thordis Möller (Portrait of Thordis Möller), 1970, oil and synthetic polymer paint on canvas, 63 x 51 in162 x 1230 cm. Private Collection

CAPOVOLGERE I LIMITI

Baselitz sembra a proprio agio nel capovolgere, anche letteralmente, i limiti. Proprio come avviene nei ritratti di famiglia o nei nudi, figure umane a testa giù, volti e corpi sottosopra che minano la loro stessa riconoscibilità e spostano l’asticella della figurazione verso un terreno volutamente ibrido. Accade lo stesso nel disegni ‒ emblematico il paesaggio che, traslato di 90 gradi, rivela la fisionomia di un volto ‒ e nelle sculture, rivelando il desiderio di Baselitz di non farsi imbrigliare in rassicuranti etichette, quasi di rito in quel fervente Anni Sessanta al bivio fra Espressionismo astratto e Pop Art. La ritrosia di Baselitz alla confortante riconoscibilità non smette di agire, come rivelato dai recentissimi dipinti datati 2018 presenti in mostra, due dei quali, in formato poderoso, capovolgono e stemperano, ancora una volta, la dicotomia astratto-figurativo.
Dopo la potente retrospettiva dedicata a Philip Guston due anni fa, curata dallo stesso De Barañano, le Galleria dell’Accademia tornano a parlare la lingua del contemporaneo con una scelta azzeccata, rinnovando, come sottolinea la direttrice uscente Paola Marini, la volontà di approfondire la poetica degli artisti, a prescindere dalla loro epoca di riferimento.

Arianna Testino

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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