I Miss, il progetto di Elena Bellantoni su Il Crepaccio Instagram Show

L’artista italiana presenta sulla versione virtuale de Il Crepaccio una mini mostra via Instagram sul tema delle Miss bambine

“Ho deciso di lavorare sull’ambiguità del linguaggio come faccio spesso nei miei lavori, per la mostra on line ho sviluppato un progetto che nasce sulla linea di un altro lavoro del 2018 The Highlighter (l’evidenziatore) presentato a Roma per Una Vetrina l’8 marzo 2018. Quest’ultimo era una riflessione sul linguaggio pubblicitario e in particolare quello sessista, avevo lavorato su immagini esistenti fotocopiate, ritoccate poi con degli evidenziatori”. A parlare è l’artista Elena Bellantoni, che spiega così il suo progetto, nella settimana concomitante con la Festa della Donna, l’8 marzo, per Il Crepaccio Instagram Show.

IL CREPACCIO

Ve lo ricordate Il progetto Il Crepaccio? A cura di Caroline Corbetta, Il Crepaccio si svolgeva in una vetrina su strada in Via Lazzaro Palazzi 19 a Milano, tra quelle del ristorante Il Carpaccio di Milano, nel quartiere multietnico di Porta Venezia. Dopo “quattro anni di sgangherata e gloriosa attività”, ci spiega Corbetta, che ha condotto il tutto dal 2012 al 2016, “il ristorante ha cambiato gestione. Ci trovavamo tutto sommato alla fine di un ciclo e io cercavo nuovi formati. Perciò ho colto la palla al balzo e ho chiuso il progetto. Successivamente ho raccolto tutto il materiale e mi sono accorta che avevo collaborato con più di 130 artisti. Proprio per quello ho deciso di creare un sito archivio che raccontava la storia di ciò che avevamo fatto”. Nel frattempo la curatrice si è chiesta come poteva portare avanti il progetto, presentato anche alla Biennale di Venezia nel Padiglione Crepaccio at yoox (2013) utilizzando le nuove forme della contemporaneità. “Mi sono accorta che la risposta ce l’avevo sotto gli occhi a portata di telefonino. Pertanto ho deciso di utilizzare un account Instagram e di far partire un progetto site specific intitolato Il Crepaccio Instagram Show”.

Il Crepaccio, Milano

Il Crepaccio, Milano

IL CREPACCIO INSTAGRAM SHOW

Nato nel novembre del 2017 invita gli artisti a “esporre” per una settimana in un mini solo show che si svolge sull’account, definito da Hans Ulrich Obrist La Kunsthalle del futuro. Ogni artista ha a disposizione cinque post per sviluppare un progetto con immagini inedite – foto, video, immagini digitali che siano -, non con riproduzioni di opere già esposte altrove. L’obiettivo, spiega la curatrice, è quello di riflettere su come e se l’immagine artistica abbia ancora una sua potenza, una sua posizione, una sua efficacia nel mare magnum di stimoli visivi a cui tutti i giorni siamo sottoposti. Fonte ispiratrice del progetto è il famoso Xerox Book di Seth Siegelaub, che invitava nel 1968 artisti di grande importanza come Sol LeWitt o Richard Serra a immaginare opere “fotocopiabili”, piccoli libri per diffondere il più possibile minimostre portatili nelle case di chiunque. Cambia la storia, cambiano i mezzi ed ecco arrivare l’idea della mostra su Instagram. “Non vendiamo nulla”, chiarisce la Corbetta. “Il nostro è un esperimento intellettuale che non ha fini commerciali. L’obiettivo è quello di creare situazioni protette per gli artisti in cui sviluppare un dialogo col pubblico. Potenzialmente è un progetto che può andare avanti per sempre e che mi dà l’opportunità di fare molto scouting. Ci tengo anche a dire che questo progetto vuole essere una vetrina per giovani artisti italiani. Quando Il Crepaccio era fisico e non virtuale non avevo budget per invitare artisti da fuori e chiamavo soprattutto persone residenti a Milano o comunque in visita in città per vari motivi. Oggi che avrei l’opportunità di internazionalizzare – e sicuramente lo farò – ho voluto mantenere questa cifra perché mi piace questa idea di fare un discorso di promozione sul sistema Italia. È la mia fissazione felice”.

IL PROGETTO I MISS

Nel frattempo su Il Crepaccio Instagram Show è online il progetto I Miss di Elena Bellantoni, un lavoro originale di natura political-pop che trae spunto dalla condizione delle bambine Miss che partecipano ai concorsi di bellezza di tutto il mondo, le Bellissime, per dirla col titolo del famoso film con Anna Magnani o le Little Miss Sunshine, per citare una pellicola, invece, che ha raccontato con grande ironia e profondità questo tema.  “Ho declinato il verbo to miss, dalla prima persona plurale I Miss alla terza plurale They Miss”, spiega l’artista, alludendo all’infanzia negata di queste piccole bellissime, in un ragionamento che in piena settimana della Festa della Donna vuole essere, come spesso nell’opera della Bellantoni, anche una riflessione sul corpo femminile e sulle proiezioni che emana nell’immaginario collettivo e maschile. In questo caso però il ragionamento è ancora più profondo perché fa capire come la società dello spettacolo influisce anche sulle donne stesse, essendo in questo caso proprio le madri le fautrici di queste iniziative e della partecipazione delle loro bambine in queste competizioni. Ogni giorno viene presentata una baby Miss, come se le stesse fossero parte di un vero e proprio contest. La finzione mostra come siamo tutti vittime inconsapevoli di un “un sistema che si basa sulla seduzione dell’apparenza”.

      Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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