Nell’era della sovraesposizione all’immagine, quattro artisti propongono altrettante differenti considerazioni sul concetto stesso d’immagine. Ispirandosi alla società liquida di Bauman, Luca Pozzi costruisce installazioni pittoriche sospese nello spazio e nel tempo; la pallina del ping pong diviene metafora di un individuo scagliato in una realtà d’immagini senza soluzione di continuità. La cultura pop è invece campo d’indagine per lo slovacco Martin Lukac, che sovrappone marchi pubblicitari a immagini politiche, ripetendole in serie e astraendole dal contesto, e giungendo al concetto di “visione assoluta”.
Citando Warhol, il portoghese Ricardo Passaporte rielabora i loghi delle multinazionali ricreando un immaginario simbolico legato al mondo de consumi. Ispirazione cubista e dadaista, invece, per il danese Kristian Touborg, che realizza casuali assemblaggi tattili e ottici su tela o in formato digitale: opere sovraccariche di forme e colori, specchio della simultaneità di stimoli nella vorticosa società contemporanea.
‒ Niccolò Lucarelli