Metafore archeologiche e approcci digitali. Nicola Lorini a Milano

t-space, Milano – fino al 25 febbraio 2018. Dieci installazioni in cui archeologia e cultura digitale entrano in contatto. In mostra i lavori dell’artista Nicola Lorini che, in “Bonis Bona, Malis Mala”, interroga la linearità e l’accuratezza del metodo storiografico tradizionale.

Creare significati è ciò che ci rende umani. Significati tramite cui esprimerci, produrre memoria, attribuire un valore all’esistenza. Significati inscritti in una rigida e ordinaria ricerca storica che non accetta ripensamenti e cambi di direzione.
È con questa premessa e in questo clima apparentemente immobile che Nicola Lorini (Como, 1990; vive a Milano e Londra) agisce controcorrente, cercando di scardinare il metodo di lettura tradizionale. Al lento procedere della storia Lorini intreccia il tempo fluido e accelerato della tecnologia digitale, in cui spazio e durata perdono le loro connotazioni in favore di nuove sembianze. Elementi naturali come pietre, muschi e spugne si mescolano a elementi storici, resti archeologici e monumenti commemorativi, così come a materiali tipici della produzione seriale quali tessuti, alluminio, vernice spray, in uno scenario chimerico che sembra appropriarsi dell’intero spazio espositivo. Metafore archeologiche, le opere rifiutano determinazioni precise e aprono interrogativi sulla capacità di creare significati in un tempo proteso fra ieri e oggi.

Chiara Onestini

Questo testo è stato realizzato durante il corso di Critical Writing del Biennio di Arti Visive e Studi Curatoriali NABA – Nuova Accademia di Belle Arti.

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