Chiude ALT. Arte Lavoro Territorio, il museo che ospitava la collezione Leggeri nel bergamasco

300 opere, dalle avanguardie storiche ai giorni nostri, ospitate nell’ex stabilimento industriale Italcementi di Alzano Lombardo, a pochi km da Bergamo, non saranno più accessibili al pubblico. Nel messaggio inviato dal collezionista e dal suo staff si legge grande rammarico, in attesa di maggiori chiarimenti.

L’annuncio era stato dato laconicamente sulla pagina Facebook qualche giorno fa, destando sgomento tra fan e follower. Stiamo parlando di ALT. Arte Lavoro Territorio, la creatura voluta dal collezionista e mecenate, l’architetto Tullio Leggeri nella provincia di Bergamo che il 15 novembre ha chiuso definitivamente le porte. Rendendo tristemente inaccessibile al pubblico la magnifica collezione Leggeri esposta permanentemente nel museo, situato nell’area industriale dell’ex Italcementi, a pochi km dal centro abitato.

LE MOTIVAZIONI ANCORA IGNOTE

“Una decisione”, si legge nell’annuncio circolato poi il 21 novembre dalla newsletter dello spazio espositivo, “che non è dipesa in nessun modo dal muro portante di questo spazio, l’architetto Tullio Leggeri, né dal suo staff che in questi anni hanno cercato di lottare e resistere per mantenere immune lo spazio espositivo da tutti gli ostacoli incontrati per strada”. Sono parole piene di amarezza, quelle di chi scrive che sottolinea con grande forza, promettendo una conferenza stampa per spiegare meglio le ragioni della chiusura, il valore di quanto realizzato in questi anni: “uno spazio espositivo volutamente inusuale, divenuto tale grazie ad una visione straordinaria dell’arte e dell’architettura che ad ALT hanno potuto manifestarsi e confrontarsi quotidianamente e con estrema naturalezza”.

LA STORIA DI ALT

ALT nasce da una “visione” quella dell’imprenditore e appassionato d’arte Fausto Radici, unita a quella dell’architetto e collezionista Tullio Leggeri, costruttore e anche partner di molti artisti nella realizzazione di opere d’arte con il brand Leggeri Arte. Nel 2009 i due, insieme, riaprono il vecchio stabilimento Italcementi di Alzano Lombardo, datato 1883 e riqualificato e trasformato in museo d’arte contemporanea e luogo per la didattica ed eventi. “3500 mq splendidamente restaurati e arricchiti con una collezione internazionale sui generis che in pochi davvero capivano ma che molti hanno saputo apprezzare, anche in situazioni non convenzionali come spesso avveniva ai numerosi ricevimenti ed eventi che in questi anni abbiamo avuto il piacere di ospitare. E nonostante il mondo degli eventi non fosse il nostro settore primario abbiamo avuto la fortuna di collaborare con molti professionisti che, un po’ visionari come noi, vedevano in ALT il segno della qualità e dell’eccellenza”.

LA COLLEZIONE

La collezione in questione copre tutto il ‘900, partendo dalle avanguardie storiche e arrivando fino ad oggi, ospitando oltre 300 opere d’arte. Ed è agli artisti che ALT dedica un pensiero, a Marcel Duchamp e a Maurizio Cattelan, a Paul McCarthy e a Gianluca Codeghini, fino ad Andrea Mastrovito e a tutti coloro che con la loro arte sono intervenuti nel corso degli otto anni di vita del progetto. In attesa di maggiori chiarimenti, la lettera si chiude con un video che ringrazia tutti coloro che hanno  contribuito alla storia di ALT e con una speranza:  “l’augurio migliore che possiamo fare a questi spazi è che un po’ della mission di ALT sia rimasta impressa tra i muri e che di conseguenza non si perda quell’amore incondizionato e smisurato per l’arte e per la cultura.ALT ha sempre rappresentato un punto di partenza e, nonostante il significato evocativo del nome e la situazione odierna, per noi sarà sempre una splendida e meravigliosa sfida da affrontare”.

– Santa Nastro

http://www.altartecontemporanea.it/Storia

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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