Apre a Oakland il primo Museo dedicato al Capitalismo. Con una mostra di 50 artisti

Il Museo racconta la storia dei valori occidentali attraverso il Capitalismo, analizzandolo tuttavia in maniera critica. Il progetto, con un team multidisciplinare di curatori e ricercatori, è però ancora alla ricerca di una casa permanente.

Morto il Capitalismo, viva il Capitalismo! Il Capitalismo, sostengono alcuni opinion leader, sta percorrendo una lunga strada verso la fine. Il mondo che si sta costruendo oggi, pensano, non avrà spazio per il grande dominatore del Secolo Breve. Se tutto questo è vero allora il Capitalismo è già storia. Una storia che coincide con quella dei valori occidentali, che negli Stati Uniti trovano naturalmente casa: non è infatti sorprendente che sia proprio la città di Oakland, in California, a rinnovare e sottolineare questa relazione inaugurando il prossimo 17 giugno il primo Museo dedicato al Capitalismo.
Nato come idea nel 2015 ha come obiettivo quello di educare le nuove generazioni alla ideologia, la storia, l’eredità del Capitalismo, attraverso un programma non convenzionale. Il museo è frutto di un lunghissimo periodo di pianificazione e fundraising che ha riguardato un gruppo di curatori, artisti, scrittori, formatori, professionisti in museologia, storici, economisti.

LA MOSTRA INAUGURALE

Il museo apre con una mostra d’arte contemporanea che esplora le implicazioni tra Capitalismo e le questioni di razza, classe e ambiente. Tra i cinquanta artisti protagonisti c’è Oliver Ressler, classe 1970, residente a Vienna, con una ricerca focalizzata sui temi della democrazia, dell’economia, del riscaldamento terrestre, delle forme di resistenza sociale e delle possibili alternative al sistema corrente, che si realizza attraverso video, installazioni e interventi negli spazi pubblici, spesso anche in collaborazione con altri artisti. Lo abbiamo visto di recente a Roma con una doppia mostra da The Gallery Apart e Pastificio Cerere. Insieme a lui Claire Pentecost, Dread Scott, Superflex, Fran Ilich, nel progetto curato da Erin Elder, American Domain, che non vuole essere apologetico, ma analizza, invece, in maniera critica e attraverso più voci il tema. Il progetto si consolida con un apparato critico notevole fatto di testi di Lucy Lippard, TJ Demos, Chantal Mouffe, tra gli altri contributors in catalogo.

LA SEDE DEL MUSEO

Ma non è tutto oro quel che luccica e proprio il museo dedicato al Capitalismo è ancora senza casa. Per poter realizzare questa grande mostra ha infatti stretto una partnership con il distretto commerciale di Oakland dedicato al famoso scrittore Jack London, che ha deciso di ospitare l’iniziativa, con l’obiettivo di attrarre pubblico e attenzione sul quartiere. Ad accogliere il museo, uno spazio temporaneo di quasi 1000 mq al momento ancora vuoto, situato al 55 di Harrison Street sul waterfront di Oakland.  Nel frattempo, il Museo del Capitalismo ha aperto una open call per architetti con l’obiettivo di raccogliere proposte e progetti per la realizzazione della sua futura casa. Ma continua a cercare partner e sedi negli Stati Uniti per ospitare attività e mostre che raccontino e divulghino la storia del Capitalismo.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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