Discovery Building. Arte, architettura e tecnologia per un nuovo centro scientifico a Nottingham

Un’opera d’arte che funziona in sinergia con il sole. Alta tecnologia e creatività contemporanea, per un nuovo edificio che completa uno tra i più grandi centri per la ricerca scientifica in Inghilterra…

Da quasi 15 anni BioCity Group fa business nel settore rigoglioso delle scienze biologiche. Campo d’azione: sostegno alle imprese nella fase di start-up e di crescita, affitto spazi, fornitura apparecchiature esclusive, servizi condivisi, percorsi di formazione, consulenza per gestione e investimenti. E sono oltre 200 le aziende che hanno sede nel mega incubatore di Nottingham, aperto nel 2003 – un secondo stabilimento si trova a Alderley Park, altri due vicino Glasgow – e considerato uno dei maggiori hub scientifici del Regno Unito: i suoi 10.000 metri quadrati, suddivisi fra tre edifici in centro città, hanno richiamato negli anni centinaia di ricercatori, analisti, imprenditori, studiosi, esperti di laboratorio, comunicazione, mercato. Ma un’altra struttura sta per essere inaugurata.
Si chiama Discovery Building e sosterrà nei prossimi 30 anni centinaia di nuove figure per il settore della bioscienza. In tutto quasi 5.000 metri quadrati per cinque piani, con una sfilza di laboratori di chimica e biologia dotati di tecnologie di ultima generazione, oltre alle aree destinate a uffici, conferenze, attività commerciali. Per metterlo su sono stati stanziati 6 milioni di sterline nell’ambito di un maxi piano di investimenti territoriali per lo sviluppo imprenditoriale delle aree di Derby, Derbyshire, Nottingham e Nottinghamshire.

Discovery Building, Nottingham, dettaglio della facciata by Wolfgang Buttress

Discovery Building, Nottingham, dettaglio della facciata by Wolfgang Buttress

ARTE CONTEMPORANEA, GUARDANDO TRA LE STELLE

Possente, minimale, regolare, il volume squadrato di Discovery si inserisce nel contesto urbano con carattere e insieme con discrezione: il progetto è del locale studio cpmg e un ruolo centrale è affidato alla sostenibilità. Energia elettrica e riscaldamento sono assicurati da un sistema di pannelli fotovoltaici, ma a dare una mano è anche l’arte contemporanea. Che unisce impatto estetico e funzionalità. La facciata del palazzo è infatti resa unica dall’installazione hi-tech dell’artista Wolfgang Buttress, una cortina di elementi tubolari in alluminio, capace di controllare l’aumento termico e il flusso luminoso. Corona, progettata insieme al fisico Martin Bencsik della Nottingham Trent University, è una raffinata macchina tecnologica ed estetica, pensata per migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio.
Come? Grazie al collegamento con 2 satelliti NASA, Corona monitora la superficie del Sole per misurare e codificare le oscillazioni del bagliore solare; questa banca di informazioni viene quindi restituita attraverso un sistema di illuminazione a fibre ottiche, che riflette in tempo reale sulla facciata i movimenti e le alterazioni del Sole stesso.
E naturalmente, se di traduzione si tratta, l’aspetto non potrà che evolversi di continuo, così come si evolve la vita della grande stella che scalda la terra. I colori mutano, in un costante scintillio magnetico, attraverso periodi di 26 giorni e mezzo: il tempo esatto che serve al Sole per ruotare sul suo asse. Arte contemporanea e astrofisica, architettura e biologia, impresa e ricerca: un mix originale e potente, che guarda dritto al futuro.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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