“Sono stato messo al mondo in un ordine distrutto, in un popolo distrutto, in una società distrutta. E non volevo introdurre un nuovo ordine. Avevo visto fin troppi cosiddetti ordini”. Georg Baselitz (Kamenz, Germania, 1938), tra i più significativi artisti europei emersi tra gli Anni Settanta e Ottanta, in un’intervista del 1995 dichiarava tutta la sua sensibilità tragica e insieme la severa resistenza nei confronti dei regimi, dei sistemi illiberali, delle violenze codificate e radicate. La percezione del collasso umano e sociale, che inghiottiva la contemporaneità, si traduceva in pittura. Generando cicli intensi, dalla forza espressiva monumentale.
A Baselitz è dedicata una mostra coprodotta dall’ Azienda Speciale Palaexpo, insieme allo Städel Museum di Francoforte, al Moderna Museet di Stoccolma e al Guggenheim Museum di Bilbao. Palazzo delle Esposizioni, a Roma, ospita così un ciclo legato a una fase precisa dell’attività dell’artista.

Una galleria di Eroi, colti nella loro umanissima fragilità, nella flagranza di un naufragio esistenziale: combattenti, partigiani, vittime di guerra, stretti nelle loro uniformi lacere e stagliati contro scorci desolati, fra arbusti spogli, orizzonti soffocati, cumuli di macerie. Eroi che hanno perduto ogni aura mitologica, affidati a una pittura non più celebrativa ma commossa, contorta, disperata. In loro vive l’angoscia della colpa, il senso della caduta, il ritrarsi lento del futuro e l’ombra di un passato di rovine. La storia, come fallimento.
Curata da Max Hollein e Daniela Lancioni, la mostra apre i battenti il 3 marzo 2017 e resterà aperta fino al prossimo 18 giugno.
– Helga Marsala