Tuscania e le sue basiliche: il romanico nel cuore del Lazio antico

Un luogo dove mura antiche, chiese, piazze e monumenti narrano una storia di rinascita dopo un violento terremoto: una meta ideale nell'anno del Giubileo

Tuscania ha una grazia discreta, che si svela un po’ per volta. Non è una città appariscente, non cerca l’effetto scenografico. Nonostante una storia che alcuni decenni fa l’ha messa duramente alla prova, la sua forza sta nell’equilibrio: tra quiete e vitalità, tra storia e divenire. Le strade sono tranquille e ben tenute, le case curate, le piazze silenziose in settimana ma vivaci nel weekend. All’interno delle sue mura di cinta, in parte etrusche e in parte medievali, non ci si perde ma ci si ferma per osservare giardini privati colmi di verde, terrazze fiorite che si affacciano sul vuoto e, più in là, sulle campagne che fanno da cornice. Sembra quasi che il paesaggio si fonda con l’urbanistica.

Breve storia di Tuscania

Siamo nell’Alto Lazio, in provincia di Viterbo, su un altopiano tufaceo che domina la vallata del fiume Marta. Questa orografia, la stessa che dà forma e unicità a Tuscania, nel 1971 la tradì, trasformandosi in veicolo di distruzione: il 6 febbraio, un terremoto colpì duramente la città, provocando vittime e distruggendo diversi edifici del centro storico. Tra questi, il teatro comunale, al tempo appena restaurato, che crollò poche ore prima che si aprisse il sipario per lo spettacolo di inaugurazione. Fu un trauma per la gente del posto che, da allora, ha iniziato a ricostruire ma senza perdere la propria identità. Tuscania, infatti, è una città ferita ma non piegata, che ha saputo risollevarsi conservando una bellezza imperfetta, ma profondamente autentica. 

Le basiliche romaniche di Tuscania: San Pietro e Santa Maria Maggiore

Il sisma danneggiò pesantemente anche le due basiliche di San Pietro e di Santa Maria Maggiore, adagiate su un colle di fronte all’abitato. Nell’anno del Giubileo, durante il quale l’attenzione si concentra non solo su Roma ma anche sui luoghi di valore storico e spirituale che punteggiano il territorio della penisola, queste costruzioni, non lontane dai percorsi della Via Clodia e della Via Francigena, si propongono come due dei migliori esempi di romanico dell’Italia centrale. Dai giardini che si aprono nel cuore della cittadina, ai piedi della Torre di Lavello, eretta a fine Trecento dal feudatario locale, le due basiliche si scorgono da lontano. Quella di San Pietro, con la facciata in tufo e marmo bianco, si affaccia su un pianoro erboso, tra il Palazzo dei Canonici e tre torri di guardia superstiti dell’antico sistema difensivo. Secondo la tradizione, fu Carlo Magno a donare questo luogo a papa Adriano I alla fine dell’VIII Secolo: un gesto simbolico che suggellava l’alleanza tra potere imperiale e autorità spirituale. Il portale principale, incorniciato da mosaici cosmateschi e figure zodiacali, introduce a un interno a tre navate solenne, inciso dalla luce naturale, dove, capitelli, plutei, frammenti di affreschi e una cripta voltata raccontano oltre mille anni di storia. Non sorprende che questo luogo abbia affascinato anche il cinema: registi come Monicelli, Orson Welles, Pasolini, Zeffirelli, Tarkovskij e Liliana Cavani vi ambientarono scene memorabili. A breve distanza c’è Santa Maria Maggiore, che fu la prima cattedrale di Tuscania e l’unica chiesa del luogo, in virtù di un antico privilegio, a ospitare un fonte battesimale a immersione ottagonale risalente al Duecento, ancora oggi intatto. La facciata è finemente ornata con motivi zoomorfi e sculture simboliche. Anche l’interno si distingue per la ricchezza del linguaggio figurativo grazie a una serie di affreschi, tra i quali il Giudizio Universale trecentesco sull’abside centrale, fitto di dettagli intensi ed espressivi.

Il cuore di Tuscania, tra piazze, fontane e testimonianze etrusche

Scendendo verso il centro abitato, tra le mura, ci aspettano piazze accoglienti come quella del Comune: da qui si domina il Palazzo Baronale e la Fonte delle Sette Cannelle, un’opera idraulica risalente al III Secolo a.C., con le sue sette bocche scolpite nella pietra. Il ritrovo più vivace, cuore religioso e civile della città, è Piazza Bastianini, dove si erge il Duomo di San Giacomo Maggiore e zampilla la seicentesca Fontana Grande. Il Museo Archeologico, ospitato nell’ex convento di Santa Maria del Riposo, custodisce testimonianze della Tuscania etrusca provenienti, in gran parte, dalla sua necropoli. Qui sarcofagi in nenfro mostrano figure semisdraiate che ci osservano con sorrisi enigmatici, congelati in un gesto conviviale da oltre ventiquattro secoli. Oggi la città è viva, concreta ma sempre capace di offrire quiete a chi la cerca. Sulle sue terrazze si può leggere, prendere il sole, guardare il panorama fino al tramonto, mentre il tufo degli edifici si tinge di sfumature dorate. E chi arriva, anche solo per poco, si ritrova immerso in un tempo dal respiro largo e misurato che sembrava perduto.

Nicoletta Rita Speltra

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Nicoletta Rita Speltra

Nicoletta Rita Speltra

Dopo la maturità classica, si è laureata in Architettura e ha approfondito la sua formazione nel campo della conservazione del patrimonio storico e paesaggistico, specializzandosi nella tutela e nel recupero del verde storico attraverso attività di studio organizzate dal Comitato…

Scopri di più