Al via il restauro del Sarcofago degli Sposi al Museo Nazionale Etrusco di Roma. Lavori in diretta
Si tratta dell'opera identitaria del museo di Villa Giulia, simbolo indiscusso dell'arte etrusca. A distanza di oltre un secolo dal primo restauro, la celebre coppia di Sposi è al centro di una nuova stagione di studi e ricerche

Era il 9 aprile del 1881 quando a Cerveteri, in una località della tenuta del principe Francesco Ruspoli, detta “della Banditaccia”, tornanoro alla luce i numerosi frammenti del Sarcofago degli Sposi. Un’urna di dimensioni colossali caratterizzata da una parte inferiore a forma di letto (la kline), in cui venivano deposte le ceneri dei defunti, e da una parte superiore, con funzione di coperchio, modellata in modo da raffigurare una coppia di coniugi semidistesi a banchetto. Risalente a 2500 anni fa, il Sarcofago venne acquistato per 4mila lire da Felice Bernabei, archeologo e politico che nel 1889 fondò il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
A distanza di oltre un secolo dal primo restauro che consentì di ricomporre da centinaia di frammenti la celebre coppia di Sposi (e a più di mezzo secolo dall’ultimo intervento manutentivo), il Sarcofago è ora al centro di una nuova stagione di studi che prevede non solo il restauro, ma anche la realizzazione di un piano conservativo, di manutenzione dell’opera e di valorizzazione, grazie alla convenzione fra il Museo e l’Istituto Centrale per il Restauro.
A contraddistinguere questo nuovo piano di valorizzazione del capolavoro etrusco è il cantiere del restauro, il quale sarà visibile al pubblico ogni martedì e giovedì (dalle 10 alle 13) a partire dal 5 giugno.
Il restauro del Sarcofago degli Sposi al Museo Nazionale Etrusco di Roma
Caratterizzato da un approccio che mira al rispetto dei materiali e dei restauri precedenti, il cantiere permette di sperimentare le tecniche di intervento più innovative (nonché i materiali più idonei) compatibili con la complessa condizione del Sarcofago.
Il restauro del Sarcofago degli Sposi: un percorso di studio e riflessione
Il primo intervento di restauro riguerderà “la porzione di sarcofago selezionata e corrispondente alle gambe dei due sposi”, così parla la direttrice del Museo, Luana Toniolo. Si tratta di “un ‘restauro aperto’ sotto gli occhi del pubblico che potrà assistere in diretta alle operazioni in un apposito laboratorio dotato di tutte le attrezzature necessarie alla realizzazione dell’intervento. Un restauro frutto di un lungo percorso di studio e riflessione, che combina l’utilizzo di tecnologie digitali e analisi e che garantirà una nuova lettura di uno dei più grandi capolavori dell’antichità”.
Il Museo Nazionale Etrusco di Roma: non solo un luogo di esposizione
“I nostri musei non sono più soltanto luoghi di esposizione, ma spazi vivi in cui ricerca, conservazione e fruizione si intrecciano in modo sempre più consapevole e integrato”,ha sottolineato Massimo Osanna, Direttore generale Musei.“Apprezzabile ed efficace la scelta del Museo di aprire al pubblico il laboratorio di restauro, per condividere quel lavoro di indagine e cura che solitamente si svolge dietro le quinte. Una scelta che mette in evidenza il ruolo fondamentale dei restauratori e di tutti i professionisti che contribuiscono alla conoscenza, alla conservazione e alla valorizzazione e promozione del nostro patrimonio”.
Valentina Muzi
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