Dai cantieri della ferrovia Palermo – Messina emergono i resti della più grande necropoli greca in Sicilia

Si intitola “Himera dagli alti dirupi” la mostra ospitata negli spazi della stazione di Palermo Centrale, che riunisce i reperti emersi a seguito dei lavori di raddoppio ferroviario

La più grande necropoli greca sul suolo siciliano, Himera, è stata riportata alla luce dalla società del Gruppo FS (Rete Ferroviaria Italiana con il supporto di Italferr) durante i lavori di raddoppio della tratta Fiumetorto-Ogliastrillo, parte del potenziamento della linea ferroviaria Palermo-Messina.  I numerosi ritrovamenti funebri – caratterizzati da un’ampia varietà di sepolture e corredi – tornano visibili al pubblico grazie a Himera dagli alti dirupi. Un viaggio nella necropoli svelata dal raddoppio ferroviario, la mostra ospitata nella Sala Reale e nella sala adiacente della stazione di Palermo Centrale che riunisce 20mila reperti emersi negli ultimi trent’anni di lavori (e visibile fino al 10 novembre 2025).

Il Parco archeologico di Himera
Il Parco archeologico di Himera

La scoperta archeologica lungo la linea ferroviaria Palermo – Messina

Gli scavi legati alla realizzazione del raddoppio ferroviario della tratta Fiumetorto-Ogliastrillo (parte del potenziamento della linea Palermo – Messina) hanno consentito di conciliare le esigenze di mobilità con l’avanzare delle scoperte archeologiche. Il progetto ha previsto la rimozione del vecchio tracciato ferroviarioche interferiva con i resti della città antica – e l’adozione di soluzioni progettuali volte a minimizzare l’impatto sulla necropoli.

La necropoli greca di Himera in Sicilia: la storia

Fondata nel 648 a.C. da coloni greci, Himera fu teatro di grandi eventi storici, tra cui le battaglie del 480 e del 409 a.C., destinate a segnare la storia della Sicilia antica. In modo particolare la vittoria cartaginese del 409 a.C. decretò la fine della colonia greca. Di queste battaglie gli scavi di Himera hanno restituito una documentazione importante con la scoperta delle tombe dei soldati, dei cavalli e dei cittadini morti nella strage del 409 a.C. e delle armi impiegate negli scontri.
L’identificazione del sito della colonia risale al 1573 quando l’umanista Claudio Mario Arezzo indicò nei resti, sulle colline sovrastanti la piana costiera di Buonfornello, l’antica colonia di Himera. Soltanto tra il 1927 e il 1929 iniziarono le indagini archeologichecon lo scavo nella necropoli orientale e nel tempio dorico della Vittoria.

Gli scavi di Himera: dagli Anni Novanta ai Duemila

Dal 1962 a oggi gli scavi hanno consentito di fissare i limiti della città, mettendo in luce ampie porzioni dell’abitato, il grande santuario di Atena e tratti delle fortificazioni, oltre a essere state esplorate estese aree delle necropoli.
Tra il 2008 e il 2011, sono state portate alla luce oltre 10mila sepolture, con risultati scientifici di enorme importanza per la conoscenza della sfera funeraria greca di età arcaica e classica, realizzare una completa documentazione dei reperti archeologici, avviare i restauri sul campo, catalogare tutti i reperti e realizzare un grande archivio di disegni e di foto in supporti digitali.

Valentina Muzi

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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