La muffa che si mangia le opere d’arte preoccupa esperti e restauratori
Una muffa altamente resistente e difficile da individuare sta mettendo in allarme i restauratori danesi. Che l'hanno rilevata già in 12 dei loro musei e non sanno come combatterla. “Quando la si riconosce è tardi”

Nome scientifico: aspergillus section restricti. Caratteristiche: muffa super-resistente, appartenente a un gruppo di funghi che riesce a sopravvivere in ambienti estremi come le profondità marine o nei pressi dei vulcani. Pericolo: deteriora gli oggetti museali fino a comprometterli. A lanciare l’allarme è un gruppo di restauratori danesi, che ha rilevato in 12 dei loro musei (inclusi il Museo Nazionale della Danimarca e il Museo di Skagens) una patina bianca che ricopre alcuni dei dipinti e dei beni culturali più importanti del Paese.
La muffa biancastra che attacca i reperti
Descritta come l’epidemia di dipinti del Secolo d’Oro, questa muffa si pone come “un problema piuttosto grave”, ha detto al Guardian la responsabile della conservazione del Museo Nazionale della Danimarca, Camilla Jul Bastholm. Questo perché “questi funghi attaccano i reperti e i materiali dei musei, decimano enzimi e beni, deteriorando gli oggetti museali e quindi danneggiandoli“. Vista la diffusione del fungo biancastro, divulgata a inizio maggio, sono in corso degli studi preliminari in altri 150 siti culturali danesi per verificare se la muffa sia presente anche lì.

Un fungo insolito e difficile da combattere
È difficile combattere questo fenomeno perché, stando alla stessa Jul Bastholm (che ha notato per la prima volta la sostanza quando lavorava in un museo di Roskilde), questa muffa di solito passa inosservata perché è difficile da individuare, ma quando diventa visibile è “troppo tardi”. È peraltro insolito il modo in cui si forma: a differenza della maggior parte dei funghi, che preferiscono un’umidità molto elevata, questa varietà predilige ambienti asciutti. Quindi anche lo spostamento delle opere deciso per contrastare il problema potrebbe rivelarsi inefficace.
Le preoccupazioni per l’eventuale rischio sanitario
La ricerca (che andrà avanti fino a fine anno) per ora si è concentrata sui musei, ma la muffa è stata trovata anche in chiese, archivi e biblioteche. La teoria è che non sia un fenomeno danese, ma che sia “presente in tutto il mondo. Se iniziamo a cercarla con i metodi giusti, la troveremo”, ha aggiunto Jul Bastholm. La cosa si fa tanto più urgente se questa muffa dovesse iniziare a rappresentare un pericolo per la salute umana: in questo caso gli oggetti contaminati potrebbero dover essere rimossi dal contatto col pubblico. Ma è davvero dannosa? Il genere “aspergillus” può effettivamente causare problemi polmonari e respiratori negli umani, tuttavia la lista delle sue specie è davvero lunghissima, e non ci sono elementi che per il momento indichino come probabile il rischio per questa singola specie.
Giulia Giaume
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