Monumenti e installazioni d’arte davanti alle carceri italiane per la fine del Giubileo. Si parte a Milano con la porta di De Lucchi a San Vittore

In Piazza Filangeri, davanti alla casa circondariale, è stato svelato al pubblico il monumentale "varco aperto" progettato da Michele De Lucchi. La prima di otto installazioni in arrivo in Italia

Due ante appena schiuse, colte nell’atto di essere spinte. Così si presenta in Piazza Filangieri, a Milano, la grande opera dell’architetto e designer Michele De Lucchi (Ferrara, 1951). È una “Porta della Speranza“, la prima delle otto che apriranno in Italia davanti ad altrettante carceri nei prossimi mesi. 

Le “Porte della Speranza”

Il progetto – promosso dalla Fondazione Pontificia Gravissimum Educationis del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede e lanciato in coda dell’anno del Giubileo – ha previsto il coinvolgimento di grandi personalità del mondo della cultura e della creatività italiane per la progettazione e realizzazione di altrettanti ingressi artistici. Le porte, poste ogni volta al di fuori delle case circondariali, saranno sempre diverse, con alcune caratteristiche comuni: i materiali – quelli della croce cristiana, cioè legno, metallo e pietra – ma soprattutto il messaggio: dare il la a una relazione tra società e mondo carcerario. Per farlo sono stati coinvolti personaggi di vari ambiti: oltre a De Lucchi, sono coinvolti a Venezia il regista Mario Martone; a Roma il pittore e scultore Gianni Dessì; a Napoli l’artista Mimmo Paladino; a Palermo il cuoco Massimo Bottura; a Lecce il designer Fabio Novembre; a Reggio Calabria l’astrofisica Ersilia Vaudo; e a Brescia l’architetto Stefano Boeri. Il progetto, di portata internazionale, ha inoltre visto la realizzazione di due porte in Portogallo, rispettivamente a Leiria (a opera dell’artista Ilídio Candja) e a Tires (a opera dell’artista Fernanda Fragateiro).

Con il supporto di Fondazione Cariplo, che ha previsto un ulteriore contributo di venti milioni di euro in tal senso, il programma prevede anche degli itinerari educativilaboratoriali e pastorali per guidare i detenuti in un percorso di crescita personale (in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera e ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana).

La Porta di Michele de Lucchi a San Vittore

I due battenti campeggiano quindi nella rinnovata piazzetta del quartiere Sant’Agostino, senza cardini e senza appigli. “Non c’è alcun muroAggiungere un muro avrebbe significato stabilire un contesto: ma il vero contesto è tutto, la piazza, la città, l’Italia intera”, spiega De Lucchi a San Vittore. Essenziale quindi, come il legno che le compone, “il materiale più bello che esiste: viene dalla vita e continua a vivere anche quando muore”, spiega ancora l’architetto e designer. Che sulla superficie della porta ha realizzato un bugnato, “un elemento distintivo, un segno riconoscibile che rimanda al nostro passato e al Rinascimento“.

Nuova attenzione per San Vittore

Questa, stando al curatore del progetto Davide Rampello (che ha collaborato con il suo studio Rampello & Partners), è “un monumento più che un’installazione, cioè un oggetto che ricorda le ‘cose che significano’. Il sentimento più profondo dell’uomo è proprio speranza, ed è importante portarla davanti a luoghi di disperazione. E dopotutto anche fuori c’è disperazione“, ha detto.

Un tema tanto più urgente a San Vittore, le cui condizioni di vita sono per il sindaco di Milano Giuseppe Sala “non dignitose”. Un dato confermato dall’obsolescenza della struttura – sono proprio di questi giorni i susseguenti episodi d’incendio e del mancato ripristino dell’elettricità – e dal sovraffollamento: quasi 1.200 detenuti occupano il 220% dei posti disponibili. Un luogo dove è difficile fare ciò che ha chiesto  Papa Leone XIV appena una settimana prima della presentazione – come ricordato a San Vittore dal cardinal José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione – e cioè che “la giustizia è sempre un processo di riparazione e di riconciliazione“.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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