Riapre il Castello Cinquecentesco dell’Aquila. Il Museo Nazionale d’Abruzzo torna a casa (ma solo in parte)

Il sisma del 2009 aveva interrotto la lunga storia del MuNDA al Forte Spagnolo simbolo della città, gravemente danneggiato. Ora parte della collezione, dal 2015 trasferita all’ex Mattatoio di Borgo Rivera, rientra in sede, dopo lungo lavoro di ristrutturazione e un impegno mirato a realizzare un museo moderno e accessibile

Furono gli Spagnoli, alla metà del Cinquecento, a edificare l’imponente Castello diventato simbolo dell’Aquila. Voluto dall’imperatore Carlo V d’Asburgo e costruito tra il 1534 e il 1567 dall’architetto spagnolo Pyrro Luis Escrivá, il Forte Spagnolo nasceva con funzione difensiva, in primis per il timore di sommosse da parte della popolazione locale, sottomessa con la forza e assoggettata al potere dei viceré spagnoli. Il complesso monumentale sarebbe diventato uno dei principali snodi del sistema di difesa del Regno di Napoli, seppure non fu mai necessario utilizzarlo in operazioni militari (funzionò, invece, come caserma e come carcere). Nel Seicento fu residenza del governatore spagnolo, nell’Ottocento avrebbe fornito alloggio ai soldati francesi, durante la Seconda Guerra mondiale fu occupato dai nazisti, quando era già stato dichiarato monumento nazionale (nel 1902).

Il Castello Cinquecentesco
Il Castello Cinquecentesco

Il Museo Nazionale d’Abruzzo al Castello Cinquecentesco. Dagli Anni Cinquanta al terremoto

Il 23 settembre 1951 il Museo Nazionale d’Abruzzo inaugurava negli spazi del Castello Cinquecentesco – restaurato dopo i danni dell’occupazione nazista – dove confluirono le opere dai depositi della locale Soprintendenza e le raccolte del Museo Civico Aquilano. Nel ’59 sarebbe arrivato anche il monumentale fossile di Mammuthus Meridionalis, rinvenuto nel 1954 in una cava d’argilla a Madonna della Strada di Scoppito e sistemato all’interno del bastione est del Forte. Qualche anno più tardi la collezione si ampliò ulteriormente, con “il deposito provvisorio a tempo indeterminato” delle opere del Museo Diocesano d’Arte Sacra.
Il terremoto del 2009, che causò 309 vittime e rese inagibile l’intero centro cittadino, ha interrotto questa storia, danneggiando gravemente la struttura – nell’area alla destra del portale d’ingresso – e costringendo il MuNDA a traslocare temporaneamente altrove (dal 19 dicembre 2015 nel restaurato ex Mattatoio Comunale di Borgo Rivera).

Il MuNDA torna al Castello Cinquecentesco

Ora, a 16 anni dal sisma e alla vigilia della partenza dell’anno da Capitale italiana della Cultura dell’Aquila, il MuNDA ritrova la sua sede storica, proponendo al pubblico – a partire dal 20 dicembre – un percorso articolato in 14 sale su due piani, per rivivere la storia del castello (al pian terreno) e intraprendere un viaggio tra opere databili dal IX al XVI secolo. Tra queste, la collezione di Madonne lignee e quella di icone dipinte duecentesche, il tardo gotico Trittico di Beffi e il polittico raffigurante San Giovanni da Capestrano e le storie della sua vita, il San Sebastiano di Saturnino Gatti e la Pietà di Francesco da Montereale, pittori locali di successo entrambi attivi nel Cinquecento. In totale, duemila metri quadrati per circa cento opere esposte.

Lavori in corso. Il cantiere aperto al Castello dell’Aquila

Non una riapertura integrale del Castello, ancora interessato da restauri e lavori di consolidamento in tre delle sue quattro ali, e dunque in attesa di vedere ripristinate anche la sezione archeologica e quelle dedicate al periodo dal tardo Cinquecento in poi (che restano per il momento all’ex Mattatoio, d’ora in avanti aperto al pubblico solo in occasione di visita straordinarie).
Ma un’iniezione di fiducia – mentre intorno buona parte dell’Aquila è finalmente ricostruita, come le principali chiese, tra cui la Basilica di Collemaggio – propiziata da chi al cantiere ha dedicato i suoi ultimi anni.
Per completare la restituzione del quarto sud-est del Castello – sono stati investiti 40 milioni di euro. Direttore dei lavori è stato l’architetto Antonio Di Stefano, mentre gli impianti sono stati approntati dalla società consortile Sac Spa. Entrato nel vivo nel 2019, il cantiere di questa porzione si è chiuso con il certificato di collaudo a novembre 2024, mentre allo scorso giugno risale la consegna degli spazi al MuNDA.

MUNDA Museo Nazionale D'Abruzzo, il touch screen Iride
MUNDA Museo Nazionale D’Abruzzo, il touch screen Iride

Un moderno approccio museologico

Poi, con ulteriori 8 milioni di euro a disposizione, è toccato al museo perfezionare il nuovo allestimento: il progetto museografico è stato realizzato dallo Studio Guicciardini & Magni di Firenze, mentre il progetto museologico ha avuto la curatela della direttrice Federica Zalabra, che molto si è spesa per superare il principio del dov’era com’era, restituendo, invece, alla città, uno spazio votato alla piena accessibilità – sia fisica che cognitiva – e coinvolgente, grazie all’ausilio di tecnologie avanzate, come testimoniano la sala immersiva sulla storia e l’architettura del Castello, e il grande touch screen Iride che invita i visitatori all’interazione.
Perché si possa accedere in sicurezza, però, la via d’ingresso al cortile – dal portale in pietra realizzato dall’aquilano Pietro di Stefano e sormontato dal blasone con l’aquila bicipite di Carlo V – è stata separata in due parti: quella aperta al pubblico, che conduce alle sale museali al primo e secondo piano e alla sala del mammut (mai trasferito e visibile nell’ultimo anno grazie a un programma di aperture straordinarie), e quella che consentirà di continuare a operare nelle altre porzioni, ancora da sottoporre a lavori strutturali, impiantistici e finiture, compreso l’interrato a quota fossato.

MUNDA Museo Nazionale D'Abruzzo, La scultura lignea medievale
MUNDA Museo Nazionale D’Abruzzo, La scultura lignea medievale

Le collezioni del MuNDA che raccontano l’Abruzzo

Il MuNDA è, fin dalla sua fondazione, un museo di territorio: oltre il 99% delle opere proviene dall’Abruzzo – da chiese, centri storici, aree interne – ed è stato costituito per “il salvataggio del superstite patrimonio” della regione e per tutelare un patrimonio altrimenti esposto a dispersione e furti. “Abbiamo deciso di allestire le sale in ordine cronologico” spiega la direttrice Zalabra “partendo dalle transenne lucifere di Campovalano fino ad arrivare al Cinquecento compreso. Ma questo è anche un percorso che si coagula intorno ad alcuni temi, come l’iconografia della Madonna che allatta, o la produzione lignea legata alla devozione popolare per illustrare come la religiosità fosse vissuta come momento sociale”.
Il rientro delle opere al Castello è stato preceduto da un imponente lavoro di restauro (e perfezionamento di sistemi antisismici) operato dall’ICR, che ha coinvolto anche le oltre 1.500 opere conservate nei sotterranei adibiti a deposito: risistemate e catalogate, nel prossimo futuro saranno oggetto di visite guidate aperte a piccoli gruppi, su prenotazione.
Al primo piano, intanto, la visita spazia tra tabernacoli gotici e grandi polittici (c’è anche il ricostruito polittico di Campo di Giove, di cui sono esposte insieme 8 parti su 16), affreschi staccati e tavole rinascimentali. Percorsi dedicati sono stati ideati per non vedenti e ipovedenti, ed è già disponibile anche una guida semplificata CAA; ma il ritorno al Castello è accompagnato anche dal battesimo di un nuovo sito online, e dalla produzione di una nuova Guida ufficiale alla visita, edita da Silvana editoriale.

Il futuro del Castello Cinquecentesco dell’Aquila

L’orizzonte per il completo rientro delle collezioni del MuNDA al Forte Spagnolo non è fissato con certezza: l’obiettivo è di poter trasferire anche la sezione archeologica entro la fine del 2026, per arrivare al 2027 pronti per il trasloco della sezione che dal Barocco conduce fino all’Ottocento, che troverà spazio al secondo piano dell’ala sud-est.
Quando tutti gli spazi riapriranno, inoltre, il Castello presenterà diverse novità: un ristorante caffetteria al secondo piano dell’ala nord e l’agibilità del terrazzo del bastione nord, servito da un ascensore che arriverà in copertura, in modo da renderlo autonomo rispetto agli orari del museo. E anche una caffetteria con sala lettura al piano terra dell’angolo ovest, in prossimità dell’auditorium e dei laboratori di restauro che troveranno collocazione al piano terra dell’ala nord est. Intorno al cortile, pensato per diventare una piazza urbana di aggregazione per la comunità, apriranno inoltre sale per mostre temporanee, una sala da musica, la biblioteca.

Il futuro di Borgo Rivera

Parallelamente, la sede di Borgo Rivera, di proprietà del Comune dell’Aquila, diventeranno un deposito di sicurezza regionale, con laboratorio di restauro e sala espositiva per mostrare al pubblico restauri e interventi in corso.

Ora, però, l’attenzione è concentrata sul Forte Spagnolo: dal 20 dicembre, il MuNDA al Castello Cinquecentesco sarà visitabile dalle 9 alle 19 (riposo settimanale il lunedì), con biglietto d’ingresso a 10 euro. E per il 2026 si preannuncia anche la programmazione di mostre con prestiti di alto profilo.

Livia Montagnoli

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