A Padova la mostra diffusa che omaggia Giotto: 14 sculture monumentali di Gianfranco Meggiato
È la scena con “Il Bacio di Giuda” affrescata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a ispirare l’installazione fulcro della mostra diffusa dell’artista veneziano tra il centro e la periferia di Padova. Fino al 31 marzo 2026
Dalla Valle dei Templi di Agrigento al centro storico di Pisa, alla Roma della Dolce Vita, le sculture monumentali di Gianfranco Meggiato (Venezia, 1963) si propongono sempre di interagire con la storia dello spazio urbano per offrirne una nuova interpretazione.

La mostra diffusa di Gianfranco Meggiato a Padova
Stavolta, l’artista veneziano si confronta con Padova e la sua storia artistica, instaurando un inedito dialogo con Giotto. Fino al 31 marzo 2026, l’omaggio all’artista che nel Trecento affrescò la Cappella degli Scrovegni si concretizza nella mostra diffusa tra il centro storico e la periferia della città, curata da Jon Wood e Nicola Galvan. Il Bacio di Giuda, il ritorno alla plasticità. Gianfranco Meggiato: un omaggio a Giotto è una riflessione di Meggiato sulle volumetrie che Giotto seppe donare alle sue figure guardando alla classicità romana. Un percorso scandito da 14 installazioni contemporanee che trova il proprio fulcro nella scultura Il Bacio di Giuda, ispirata all’omonima scena affrescata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni.
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“Il Bacio di Giuda”. Da Giotto a Gianfranco Meggiato
L’opera, collocata lungo il percorso che conduce all’ingresso della Cappella, è composta da otto figure nere e da una figura centrale lucente, che rappresenta Cristo e svetta su tutte le altre in una spirale ascensionale. A sinistra c’è Pietro nell’atto di tagliare l’orecchio al servo del Sommo Sacerdote, al centro Giuda stringe Cristo nel suo abbraccio e lo bacia, mentre sulla destra tre figure delineano il momento dell’arresto. Nell’interpretazione di Meggiato, la scena diventa metafora della condizione umana: il tradimento che ognuno di noi compie quando dimentica la propria natura spirituale, lasciandosi catturare da paure, ambizioni e desideri effimeri. “La mia scultura” spiega l’artista “vuole essere un invito a ricordare chi siamo davvero: esseri spirituali in corpi fisici. Solo accettando questa consapevolezza possiamo comprendere che la realtà materiale non è altro che un pensiero reso visibile. Perché, consapevoli o no, siamo tutti Uno”.
Il percorso della mostra diffusa a Padova
Le altre sculture si incontrano presso i luoghi simbolici del centro città e in alcuni spazi periferici. Dal Castello Carrarese al Listòn, da piazza Eremitani ai Giardini dell’Arena Romana fino a piazza Azzurri d’Italia. Ogni opera racconta una storia: Lo Specchio dell’Assoluto, di fronte al Museo Eremitani, evoca il rapporto tra uomo e infinito; Attimo Fuggente, nell’area pedonale tra piazza Eremitani e corso Garibaldi, ci ricorda che la vita è breve e va vissuta nel presente; Sfera Conchiglia, lungo il percorso che conduce alla Cappella degli Scrovegni, custodisce la perla dell’essenza umana; Sfera Sirio, collocata nei Giardini dell’Arena Romana, omaggia le bellezza del cosmo; Verso la Libertà, nella Galleria Cavour, apre le forme oltre gli schemi; Mistral, con le sue volute rosse collocate nell’area dell’ex piazzale Boschetti, simboleggia la forza del vento e la rinascita interiore. In aree meno centrali, completano il tour L’Uomo Quantico e Anima Latina.
Le sculture, realizzate in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa e in alluminio con la fusione a staffa, si caratterizzano per la loro imponenza, raggiungendo anche i sei metri e sessanta di altezza, e si stagliano su basi in acciaio inox. Ogni opera è accompagnata da un QR code per approfondirne il significato. Sempre online è possibile rintracciare l’intero itinerario.
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