La scrittura e la parola scritta sono arte. Una mostra a Modena lo conferma
Far dialogare presente e futuro grazie alla forza della parola scritta, tra etica e creatività. Antico e contemporaneo si incontrano a La Galleria di BPER, con una nuova acquisizione per la collezione

In occasione di festivalfilosofia, la collezione di dipinti di arte antica di BPER entra in dialogo con le opere di Sabrina Mezzaqui (Bologna, 1964) e Pietro Ruffo (Roma, 1978), e con importanti prestiti romani dalla Galleria Borghese e dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica. In un percorso eterogeneo in cui antico e contemporaneo si incontrano, a La Galleria di BPER si indaga la scrittura come mezzo di trasmissione della conoscenza.
Conoscere il passato, il presente e il futuro
La paidéia, tema centrale de Il tempo della scrittura, è quel processo educativo che trova la propria realizzazione nella condivisione delle esperienze a partire dall’istruzione, arrivando alla famiglia e alla società. La mostra di Modena, curata da Stefania de Vincentis a partire da un’idea di Francesca Cappelletti, affronta e valorizza alcuni nuclei tematici legati alla trasmissione della conoscenza: il ruolo della scrittura, la rappresentazione dei processi creativi, le allegorie del sapere e l’importanza del ritratto come eredità di valori politici ed etici.

Una nuova acquisizione per la collezione BPER
Con la vittoria del BPER Prize 2025, l’opera Lettere (2010) di Sabrina Mezzaqui è entrata a far parte della collezione BPER. In una pagina sospesa, i vuoti si alternano con i pieni delle lettere dell’alfabeto, realizzate in cellulosa su una trama di ordito di filo. Sull’opera si legge un testo tratto dallo scambio epistolare di Martin Heidegger e Hannah Arendt. Il filosofo invita all’apertura verso l’altro, “sereni di essere ciò che siamo” in condivisione con il prossimo che è fonte di gioia e vita. Lettere (2010)apre la mostra con leggerezza grazie all’apparizione del testo tra luce ed ombra. Rievoca la tessitura come elemento femminile – anche in rapporto alla mitologia, tramite l’ordito – e attraversa il tempo e lo spazio per proporsi come messaggio universale capace di connettere generazioni diverse sfruttando l’unità dell’essere.
I prestiti dalle gallerie romane a Modena
Dalla Galleria Borghese proviene un busto in marmo della prima metà del XVII secolo raffigurante Minerva, dea della sapienza. Indossa un elmo su cui si vede la maschera alata di Mercurio, il messaggero degli dei. Nelle stanze de La Galleria questo busto dialoga con un altro prestito romano proveniente da Palazzo Barberini: Amore minacciato da Minerva, attribuito a Giulio Romano. È un’allegoria in cui la virtù etica trionfa sul vizio attraverso la ragione. In mostra c’è anche un San Girolamo di Guercino, arrivato dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica. Proprio tramite questo santo eremita Italo Calvino ne Il castello dei destini incrociati rifletteva sull’uso della scrittura per domare la violenza delle passioni.
Ines Valori
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