“Mimmo Jodice nelle sue foto faceva un corpo a corpo con la realtà”. L’intervista-ricordo ad Achille Bonito Oliva 

Il ritratto di Napoli attraverso la fotografia di Mimmo Jodice scomparso il 28 ottobre nella città che ha ritratto per tutta la vita. Il ricordo del grande critico d’arte, e amico, Achille Bonito Oliva

Napoli è terra di sperimentazione, di cambiamenti, ed è stata teatro tra gli Anni ’70 e ’80 di grandi rivoluzioni culturali. Sono gli anni in cui Lucio Amelio fa incontrare Andy Warhol e Joseph Beuys– ed è proprio Mimmo Jodice a fotografarli davanti ai leoni di Piazza dei Martiri nel 1980 in uno scatto che passerà alla storia.  

Napoli e Mimmo Jodice 

Sono anni di sperimentazione nel teatro, nel cinema, di forte trasversalità. C’è Falso Movimento, c’è Marina Abramovic con le sue azioni che hanno cambiato per sempre la storia della performance, c’è la musica (il 29 ottobre è morto anche James Senese, importante musicista e sassofonista che ha partecipato a quest’epoca epica). La vita di Mimmo Jodice, scomparso a 91 anni, è stata lunga e ricca di traguardi ragguardevoli. Dalle prime mostre negli Anni ’60, all’insegnamento in Accademia di Belle Arti, ai successi e i riconoscimenti in tutto il mondo, nei grandi musei e collezioni internazionali, fino alla importante retrospettiva al Museo Madre di Napoli nel 2016 e all’ultima grande mostra a Udine. La relazione con Napoli è stata sempre forte, profondissima, “un corpo a corpo” viscerale. Ce ne parla qui il grande critico d’arte Achille Bonito Oliva, con il quale ha collaborato a più riprese. 

Achille Bonito Oliva
Achille Bonito Oliva

Intervista ad Achille Bonito Oliva 

Jodice fa parte di una generazione di artisti, scrittori, intellettuali che ha saputo tessere una narrazione diversa di Napoli e della Campania. Qual è l’immagine che ci ha lasciato della città? 
È riuscito ad affermare che la fotografia non è documentazione di ciò che si vede ma piuttosto l’elaborazione di ciò che si pensa di vedere. In questo senso Mimmo Jodice ci ha lasciato una immagine personale di ciò che appare di Napoli, una rappresentazione elaborata e non semplicemente documentabile. 

Lo sguardo di Jodice pur partendo da Napoli è stato universale e non è un caso che Napoli è stata ed è la città che ha saputo accogliere artisti come Warhol e Beuys, intellettuali come te, artisti come Acconci, Abramovic e Nitsch sotto lo stesso cielo. Che cosa è successo in quegli anni (tra gli Anni ’70 e ‘80) tanto da rendere la città terreno comune di incontri e sperimentazioni così radicali? 

Io credo che Napoli produca una immagine di sé stessa assolutamente originale. Mimmo Jodice ha partecipato a questa creatività lasciandoci un ritratto della città artistico, formalmente nuovo della realtà che ci circonda. Nonostante questo, Jodice pur avendo partecipato sempre a questi incontri che menzioni non si è mai lasciato influenzare e ha sviluppato sempre un percorso unico e autonomo. Il problema non è il mezzo usato, ovviamente – fotografia – pittura scultura- ma l’uso creativo che l’artista ne fa. 

Pensi che oggi sia possibile ricreare le condizioni perché questo avvenga nuovamente? 
La città ancora oggi è involontariamente un laboratorio dell’inedito, del brutto, ma anche una elaborazione di ciò che già esiste; in questo senso Napoli è una città creativa.  Proprio per questo si tratta di un luogo in cui ci sono sempre le condizioni perché questo avvenga.  

Hai collaborato diverse volte con Jodice, ne hai scritto a più riprese, nel 2002 lo hai inoltre inserito nella nuova edizione di Arte Moderna di Argan, che hai aggiornato. Che ricordo hai dell’artista e dell’uomo? 
Ho un ricordo di una persona mite e nello stesso tempo rigorosa che ha sempre accettato questo corpo a corpo con la realtà che lo circondava. 

Qual è l’eredità di Mimmo Jodice alla fotografia contemporanea? 
È stato un grande sperimentatore. Ci lascia un patrimonio iconografico sorprendente autentico che parla una lingua propria, a partire e a prescindere dal luogo che ha saputo guardare e interpretare. 

Santa Nastro 

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. Dal 2015 è Responsabile della Comunicazione di…

Scopri di più