La Galleria Franco Noero porta a Torino le opere inedite di Pier Paolo Calzolari
Sale, piombo, piume, brina e rame: questi i materiali che compongono le opere mai viste del grande artista bolognese, che a oltre ottant’anni di età espone nella celebre galleria torinese i suoi lavori multimaterici che oscillano tra sogno e realtà

Per la prima volta, l’opera di Pier Paolo Calzolari (Bologna, 1943) entra negli spazi di via Mottalciata della Galleria Franco Noero, con una mostra, Hypnos, che riunisce lavori recenti e opere degli ultimi anni. Al centro, la materia: protagonista assoluta e veicolo poetico, illuminata dal grande lucernario che sovrasta la sala principale.
Il sonno secondo Pier Paolo Calzolari da Franco Noero a Torino
Hypnos, divinità del sonno, abita la soglia tra il reale e il visionario. È in questo spazio sospeso che si colloca l’opera di Calzolari, dove la materia non descrive ma evoca, attraversata da trasformazioni minime, sensibili. L’arte, come il sogno, è per l’artista un varco: esperienza fisica e percettiva che sfugge alla logica. Sale, piombo, piume, brina, rame non sono strumenti, ma presenze, elementi di un linguaggio poetico che lavora per sottrazione. Le opere affiorano come sogni: silenziose, tattili, in bilico tra concretezza e visione.




Negare la prospettiva per affermare la presenza
Per Calzolari la pittura non è superficie da attraversare, ma materia da abitare. L’artista annulla lo spazio prospettico, proponendo un campo visivo orizzontale e verticale, dove pigmenti e oggetti convivono sulla stessa soglia. La pittura si fa cosa: colore steso come polvere, sale come paesaggio, oggetti come corpi reali. In questa negazione della profondità si avverte un’eco arcaica, una memoria di quella pittura che affidava alla forma il senso del sacro e del reale. Le brocche trasparenti sono appena accennate a matita su una tela ricoperta di sale bianco, dove un’esplosione di pigmento blu irrompe con gesto libero ma preciso, posizionandosi leggermente fuori asse rispetto alla mezzeria. Una classicità instabile, contaminata dalla materia, attraversata da forze minime e gesti sospesi.
La perfezione dell’imperfetto nelle opere di Calzolari da Franco Noero a Torino
Le opere di Calzolari evitano simmetrie e schemi rigidi. Ogni composizione si basa su un equilibrio sottile e intuitivo, fatto di tensioni tra elementi e relazioni complesse, mai casuali. È un ordine costruito sull’asimmetria armoniosa, dove nulla si ripete e tutto trova misura nel rapporto con il tutto.
In una serie di tele, la pallina, come ogni altro elemento, non è mai al centro esatto della tela, ma leggermente decentrata. Due sfumature di pigmento giallo dividono la superficie, creando un contrasto tonale che accentua la tensione dell’immagine.
Questa stessa logica intuitiva governa l’allestimento della mostra. Calzolari rinuncia a regole fisse per seguire l’istinto: ogni dettaglio è posizionato in una dinamica di sospensione e vibrazione. Lo spazio espositivo diventa così un’estensione delle opere, vivo, mobile, privo di simmetrie rassicuranti.
Valeria Radkevych
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