Una wunderkammer di fronte a Palazzo Bagatti Valsecchi. A Milano apre Il Forte Arte
Un nuovo spazio centralissimo promette di rinnovare questa estetica della mescolanza e dell’accostamento sapiente in chiave contemporanea. Con un’attenzione all’arte e al design emergente

Lo spirito della wunderkammerè stato evocato – e riabilitato – in tempi recenti e a più riprese dall’arte contemporanea. Basti pensare alla Biennale Arte di Venezia del 2013 curata da Massimiliano Gioni e, in parte, a quella della moglie Cecilia Alemani nel 2022. Oppure alla Camera delle Meraviglie in realtà aumentata di Olafur Eliasson e ancora alle ibridazioni curiose-mostruose nelle opere di Wangechi Mutu (in mostra alla Galleria Borghese di Roma da giugno con Poemi della terra nera). Come è noto le wunderkammer o kunstkammer o cabinet des curiosités – in realtà lo stesso concetto declinato in maniera leggermente diversa – sono nate nei palazzi del Rinascimento come raccolte all’inizio eterogenee intese a provocare meraviglia, suscitare curiosità e rafforzare il prestigio del proprietario. Le più sofisticate, soprattutto nel periodo barocco, avevano come scopo di rappresentare un theatrum mundi al chiuso mescolando dipinti e reperti archeologici, scheletri di animali scomparsi o sconosciuti, conchiglie da mari esotici, strumenti scientifici allora all’avanguardia, cristalli di rocca scolpiti, oggetti preziosi dal gusto bizzarro. Ora un nuovo spazio a Milano, Il Forte Arte, dirimpettaio del celebre museo Bagatti Valsecchi di Via Gesù, promette di rinnovare questa estetica della mescolanza e dell’accostamento sapiente in chiave contemporanea e con un’attenzione all’arte e al design emergente.
A Milano apre Il Forte Arte
“In un certo senso, la stanza delle meraviglie torna a casa” dice la titolare Patrizia Grigolini, di formazione antiquaria e interior designer che gestisce da anni una galleria con lo stesso nome a Forte dei Marmi (con la figlia Veronica Cherubini) e che ha curato diverse edizioni della Forte Design Week nella località versiliana. Lo spazio, di tre stanze, guarda sulla facciata del Bagatti Valsecchi da Via Santo Spirito e si trova nello stesso complesso architettonico dove ancora oggi vive la famiglia che gestisce attraverso una fondazione il museo-salotto. “Come nel palazzo dove ha sede il museo anche qui è stato ricreato nel 1800 un ambiente neo-rinascimentale” racconta Grigolini. Quindi, un luogo d’elezione per un gabinetto delle curiosità dei nostri giorni. Alla fine del XIX Secolo, i due fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi ristrutturarono la dimora di famiglia ispirandosi ai palazzi del Rinascimento lombardo, e la riempirono di dipinti del ‘400 e del ‘500, tra cui la magnifica Santa Giustina di Giovanni Bellini, di armature da parata, oggetti sacri e, naturalmente di curiosità, come un dente di narvalo che al tempo si credeva essere sulla testa del mitico unicorno.

Le camere delle meraviglie dal Novecento a oggi
La poetica del frammento è affiorata di frequente dal ‘900 in poi, in letteratura come nell’arte contemporanea e nel design, con esiti alterni, dagli universi in sedicesimo delle shadow box surrealiste di Joseph Cornell ai relitti ipertrofici messi in scena a Venezia da Damien Hirst fino agli oggetti eclettici e preziosi di Gabriella Crespi. Le camere delle meraviglie del terzo millennio sono di nuovo in grado di stupire, ma forse il teatro del mondo dei nostri tempi ha contorni più indefiniti e inquieti rispetto ai secoli passati e chiede più di allora lo sguardo e la mano degli artisti per tracciarne i contorni.
Gli artisti ospitati da Il Forte Arte di Milano
La galleria, che segue il lavoro fatto da Grigolini a Milano dal 2008, ha inaugurato durante la settimana milanese del design presentando artisti che la titolare segue da tempo, come lo scultore messicano Gustavo Aceves, noto per i suoi monumentali cavalli frammentati, tra il relitto e la macchina, insieme a mobili di Fornasetti ed edizioni rare di foulard di Hermes. “Conosco da vicino il gruppo degli artisti che lavorano a Pietrasanta quali Aceves o Yasuda. Ma sono interessata anche ad artisti giovani che possano rispecchiare l’estetica di questo spazio come il romano Luca Di Luzio che ha creato un atlante dal suo corpo o l’inglese Polly Morgan che ha dato una nuova “vita” artistica alla tassidermia. E mi piacerebbe lavorare con artisti che hanno già lo status di star come il rumeno Adrian Ghenie, magari in dialogo con le collezioni del Bagatti Valsecchi che già ha ospitato artisti contemporanei”. Grigolini, nella veste di interior designer, ha combinato in interni prestigiosi, come una villa presso Cap Ferrat, in Costa Azzurra, opere in apparenza lontane come le tele di Lucio Fontana e i mobili-scultura di Didone, artista dall’identità enigmatica.
Fabio Sindici
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