La vita solitaria di Jacopo Pannocchia in mostra a Recanati
L’arte di Pannocchia conosce la tradizione, la conosce molto bene e sa portarla, senza fare troppo rumore, in un oggi artisticamente fin troppo confuso. Nel segno di Giacomo Leopardi

La “vita solitaria” di Jacopo Pannocchia: un canto di solitudine. Certamente potrebbe sembrare banale questa associazione con l’opera di Leopardi, ma d’altra parte l’artista espone a Recanati, in uno dei musei più belli delle Marche. Giusto per rinfrescare la memora, al Civico Villa Colloredo Mels si trovano i più bei capolavori di Lorenzo Lotto, la celebre Annunciazione e il maestoso Polittico di San Domenico.
La mostra di Jacopo Pannocchia
Tuttavia, riorganizziamo subito la metafora leopardiana per una riflessione sul tempo contemporaneo dell’arte. Pannocchia non insegue modelli predefiniti, non guarda a linguaggi scontati, non appartiene a nulla di associabile a ciò che si definirebbe moda. L’arte di Jacopo Pannocchia conosce la tradizione, la conosce molto bene e sa portarla, senza fare troppo rumore, in un oggi artisticamente fin troppo confuso. Scultura, ceramica, incisione sono i suoi medium espressivi, ciascuno approcciato attraverso la poetica del segno, mantra del suo agire che muove dalla tradizione, come già detto, riaffiorando in superfice con una potenza visiva che non lascia indifferenti. Artista colto, con un lavoro ricco di riferimenti culturali ma che non ama svelare, in questa mostra rende protagonista la terra, la sua manipolazione con sculture in ceramica, talune in terra nera antracite, altre in quella rossa, ricca di ossido di ferro. Terre che tornano vitali quasi respirano, nelle tredici tavole di legno preparate con la tecnica dell’imprimitura, alcune disegnate con impasti di argille, pigmenti, ossidi e grafite.









L’arte di Jacopo Pannocchia
Una matericità, insomma, che ci ricorda quanto la storia dell’arte è fatta non solo di pensieri ma di cose tangibili e materie tattili. E poi i disegni, su carta ottocentesca che rappresentano armature fatte di impasti di terre e grafite con interventi a inchiostro, ci offrono la dimensione della sua cultura, rimbalzando nelle opere grafiche, tra xilografie su legno di filo, acqueforti e disegni.
I suoi neri sono profondi, intimi, frammentano la narrazione, mostrando e dimostrando quanto anche le tecniche più antiche siano oggi quelle più attuali a raccontare il presente. Altro dettaglio. La sua opera va inserita senza dubbio in una tradizione molto radicata nelle Marche, quella del segno, abbracciato da molti artisti sin dagli anni settanta del ’900 e che oggi appare palese quale traccia di unità di un territorio che sente più che mai, il bisogno di raccontare l’uomo, la sua fragilità, i suoi abissi.
Maria Letizia Paiato
Jacopo Pannocchia
Di nebbia e di terra
Museo Civico Villa Colloredo Mels
Via Gregorio XII, 62019 Recanati (MC)
Fino al 25 maggio 2025
https://www.jacopopannocchia.it
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