Riccardo Dalisi un poeta del design. L’omaggio al Maxxi di Roma

La mostra, allestita dallo Studio Novembre, che racconta gli aspetti principali della ricerca dell’artista, è affiancata da un omaggio al fotografo Mimmo Jodice

C’è un design freddo e un design con l’anima. Poi c’è Riccardo Dalisi. Ecco, questa mostra rappresenta l’anima del design”. Così Fabio Novembre descrive Radicalmente la mostra dedicata dal MAXXI a Riccardo Dalisi (1931- 2022), architetto, artista, designer e artigiano; insomma, uno dei più poliedrici progettisti degli ultimi decenni. La ricerca di Dalisi, nata a cavallo tra gli Anni ‘60 e ‘70, è una “favola che sboccia dalla dura realtà”, per citare il curatore Gabriele Neri. Parte dal basso, nasce dal confronto e dal dialogo con gli altri, gli scugnizzi napoletani, le persone semplici, per arrivare ai grandi artisti, architetti e intellettuali del suo tempo. Un dialogo che dal particolare acquista un respiro globale, senza mai perdere l’umanità. 

Il design di Riccardo Dalisi

Il design di Dalisi è etico, inclusivo, comprensibile, come se, proponendo un altro punto di vista, offrisse un’opportunità di riscatto sociale. Per questo la mostra, allestita dallo Studio Novembre, che racconta gli aspetti principali della ricerca dell’artista, evoca un mondo sottosopra. Il percorso espositivo, concepito come un viaggio palindromo nell’immaginario di Dalisi, comprende diverse sessioni. I laboratori creativi con i bambini, interlocutori privilegiati dell’artista, realizzati da Dalisi nel Rione Traiano di Napoli, degradato ed emarginato e documentate dalle suggestive foto di Mimmo Jodice. Il design poverissimo, che mette al centro, in anticipo sui tempi, il concetto del riciclo. L’architettura costruita, e quella immaginata, vista come nuovo epicentro per nuove avventure, rappresentata da delicatissimi, visionari e variopinti disegni che, per il lirismo, ben si sposano alla bellissima serie di sculture, presentate come personaggi in una quinta teatrale. Inoltre, la mostra presenta per la prima volta, La sedia del cece, progetto nato dalla fantasia di una bambina, poi diventato internazionale, con il coinvolgimento di artisti come Andy Warhol, Enzo Mari, Bruno Munari, Paolo Portoghesi, Joseph Beuys e molti altri. E la famosa rielaborazione della caffettiera napoletana, ricerca svolta per Alessi tra il 1979 e il 1987; premiata con il Compasso D’Oro, in cui la fantasia di Dalisi tocca il suo apogeo. Infine, Radicalmente si avvale del contributo di Vincenzo Castella che, in collaborazione con la NABA, è andato a ricercare oggi le tracce di Dalisi a Napoli.

L’omaggio a Mimmo Jodice

E se Dalisi ha rappresentato il Mediterraneo lavorando sulla forma, tra utopia e realtà, il MAXXI omaggia un altro grande artista la cui opera è espressione di un’inequivocabile mediterraneità: Mimmo Jodice. Il Centro Archivi ospita Mediterraneo un nucleo di fotografie vintage, entrate a far parte della collezione grazie ad un’acquisizione degli Amici del MAXXI. La mostra, a cura di Simona Antonacci, offre l’opportunità di approfondire la genesi del progetto, mettendo a fuoco la visione dell’artista che, proprio in quegli anni, stava cambiando. Da una fotografia documentaristica a una poetica, in cui l’artista cerca nella realtà la sua visione “perdendosi nel guardare”. 

Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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