Il Museo di Marc Chagall a Nizza festeggia 50 anni

Per celebrare il cinquantenario del museo è stato organizzato un nutrito programma di esposizioni, concerti, incontri, letture che proseguiranno anche nel 2024. Ecco la storia

Da cinquant’anni il Musée National Marc Chagall (1887-1985) domina Nizza dalla collina di Cimiez. Il 7 luglio del 1973 il museo veniva inaugurato alla presenza di Chagall, primo museo nazionale francese a essere intitolato a un artista vivente, e a quella dell’allora ministro per la cultura André Malraux. Quel giorno il pittore nativo di Lëzna, in Bielorussia, ma naturalizzato francese compiva 86 anni. Nel periodo precedente l’apertura, Chagall era stato coinvolto direttamente nella progettazione e nella costruzione del “suo” museo a fianco dell’architetto André Hermant (1908-1978), un ex collaboratore di Auguste Perret e Le Corbusier. Fin dal 1966 Chagall aveva deciso di donare allo Stato francese i dipinti sul tema del Messaggio Biblico a cui lavorata dagli inizi degli Anni ’50 e che inizialmente erano destinati alla Cappella del Calvario di Vence. Venuta meno questa prima destinazione, Malraux e Chagall pensano a una nuova ubicazione. La soluzione arriva con la decisione del Comune di Nizza di donare un terreno sulle prime alture di Cimiez, dove troverà posto il nuovo spazio museale.

La nascita del museo dedicato a Chagall

Per le tavole ricche di colore del Messaggio Biblico, Hermant concepisce spazi molto semplici e lineari, permeati dalla luce naturale. L’obiettivo è quello di farne un luogo ricco di spiritualità, favorevole al dialogo e alla comprensione dell’universalità delle scene testamentarie, com’era nella volontà dell’artista. “Se tutte le vite si dirigono inevitabilmente verso la loro fine – spiegò Chagall nel suo discorso inaugurale – noi dobbiamo colorare la nostra con l’amore e la speranza. Nell’amore si trova la logica sociale della vita e l’essenziale di ogni religione. Per me, la perfezione nell’arte e nella vita deriva da questa fonte biblica“. Pensate come il cuore del nuovo museo, le sale che accolgono il ciclo pittorico riprendono la disposizione della Cappella del Calvario, con una navata centrale e una sala adiacente che fa le veci della sacrestia. Altre sale di esposizione, un grande auditorium e una biblioteca completano il progetto che valorizza, in particolare, la passione per la musica di Chagall. I giorni dell’inaugurazione furono caratterizzati dai concerti di Claude Helffer e di Karl Münchinger accompagnato dall’orchestra di Stoccarda. Successivamente in questo bellissimo spazio – dal 1980 arricchito da un clavicembalo dipinto da Chagall – si sono esibiti nomi come Olivier Messiaen, Mstislav Rostropovitč, Karlheinz Stockhausen. Il clavicembalo, che continua ad essere utilizzato durante la stagione musicale organizzata dal museo, è impreziosito da una scena biblica dove sono rappresentati Isacco e Rebecca al pozzo circondati da personaggi danzanti: il re Davide all’arpa, l’uomo con il violino, quello con lo shofar e il bambino ai cimbali.

Il giardino di Henri Fish


Nel 2007 il museo è stato ampliato con la creazione di uno spazio dedicato all’accoglienza e alla boutique che affaccia sul giardino progettato da Henri Fisch. Il paesaggista aveva già lavorato al Museo Nazionale Fernad Léger a Biot nel 1958-1960, con José Luis Sert alla Fondazione Maeght a Saint-Paul-de-Vence nel 1961 e -sempre nel 1961- si era occupato anche dei giardini della villa La Colline, la residenza di Chagall a Saint-Paul. Il giardino del museo è ancora oggi un’oasi di pace (c’è una deliziosa buvette dove si può bere o mangiare qualcosa all’aperto quasi tutto l’anno) impreziosita da ulivi, cipressi, pini e altre essenze mediterranee. I fiori, prevalentemente di tonalità bianche e blu, agapanthus e lavanda, riprendono due dei colori preferiti da Chagall.
Henri Fisch non è il solo professionista interpellato direttamente dall’artista a intervenire nel museo in costruzione sulla collina di Cimiez. Per la realizzazione delle tre vetrate sul tema della Creazione del Mondo, Chagall si rivolge al maestro vetraio Charles Marq con cui aveva già lavorato alle vetrate della cattedrale di Metz e con cui successivamente collaborerà anche per quelle della cattedrale di Reims. Le vetrate dove si distinguono i personaggi di Adamo ed Eva e diversi animali, conferiscono alla sala da concerto una calda tonalità blu. Infine, verso la fine del 1972, quando le opere di costruzione del nuovo museo volgono al termine, Chagall si rivolge a Diego Giacometti (1902-1985), il fratello di Alberto, per la realizzazione dei mobili.

Il programma del cinquantenario


Per festeggiare il cinquantenario del museo è stato organizzato un nutrito programma di esposizioni, concerti, incontri, letture che proseguiranno anche nel 2024. Fino all’8 gennaio è visitabile la mostra Chagall et moi!: i curatori Anne Dopffer (Direttrice dei Musei Nazionali del XX secolo del Dipartimento Alpi Marittime), Grégory Couderc (responsabile scientifico delle collezioni del Musée National Marc Chagall) e Gaïdig Lemarié (responsabile dei partenariati culturali) hanno dato carta bianca a cinque artisti affinché interpretassero in chiave contemporanea il messaggio artistico di Chagall. Per questa seconda tornata della mostra (altri 5 artisti erano intervenuti in primavera) sono stati coinvolti l’illustratrice Keong- A Song, lo scrittore Frédéric Boyer, il disegnatore Serge Bloch, il musicista e compositore Ilia Osokin e il maestro profumiere Jean-Claude Ellena. Una singolare esperienza sensoriale si può sperimentare davanti al ciclo del Cantico dei cantici respirando un diverso profumo davanti a ciascun quadro. Jean-Claude Ellena – che è stato profumiere capo di Hermès dal 2004 al 2016 e ha creato profumi per Bulgari, Cartier, Yves Saint-Laurent e altre grandi maison – si è lasciato coinvolgere emotivamente dalle scene bibliche e dai colori di Chagall proponendo ai visitatori una sua interpretazione olfattiva delle opere d’arte.
Il 27 gennaio 2024 verrà inaugurata una nuova mostra: Enrichir les collections. Quatre oeuvres d’exception entrent au Musée! che ruoterà attorno a quattro importanti e rare opere dell’artista entrate a far parte delle collezioni nel 2023. Si tratta di Le Cavalier mexicain en rouge et son cheval violet (1943), La Descente de croix sur fond bleu (1950), Le Violoneux (1957), Le Char d’Elie (1970), opere che esemplificano la recente politica delle acquisizioni, non più centrata soltanto sui temi biblici ma volta a far conoscere ai visitatori tutto il percorso artistico di Chagall. Aperto con una dotazione di 560 opere donate dal fondatore fra il 1966 e il 1972, il museo vanta oggi circa 1000 pezzi, un numero che lo pone fra le collezioni pubbliche più importanti per documentare l’attività dell’artista di origine russa.
A seguire, nel 2024 verrà allestita l’esposizione Chagall politique, le cri de la liberté, organizzata in collaborazione con il Museo André Diligent – La Piscine di Roubaix e la Fondazione Mapfre di Madrid.
Due date da annotare in agenda. Il 19 novembre 2023 verrà presentata, alla presenza dell’autore, l’edizione rivista, aggiornata e arricchita di Quelques pas dans les pas d’un ange. Une enfance avec Marc Chagall (Gallimard, 2022) di David McNeil, il figlio dell’artista. Il 9 aprile 2024 sarà la volta di Michel Pastoreau: lo storico dei colori, premio Médicis nel 2010, che intratterà il pubblico sui temi della simbologia nell’arte.

Dario Bragaglia

www.musee-chagall.fr 

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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