Le mostre dell’estate 2022 a Madrid: dalla Pop Art alla fotografia, da Sorolla all’egittomania

Con il ritorno del turismo di massa è ripresa alla grande anche l’attività espositiva della capitale spagnola, città che del resto, anche durante i mesi più difficili della pandemia, non ha mai smesso di offrire alla cittadinanza proposte culturali interessanti. Ecco le mostre da noi selezionate

Il panorama delle mostre estive a Madrid è davvero vario e spazia dalla Pop Art – con la prima personale in Spagna di Alex Katz al Museo Thyssen e una mostra dedicata ai grandi classici dell’arte nordamericana a CentroCentro – fino alle più recenti riflessioni artistiche sul tema dell’infezione e della salute alla Casa Encendida. I mesi estivi sono da sempre l’epoca di PhotoEspaña, la rassegna fotografica che, da 25 anni ormai, invade letteralmente la città con una trentina di mostre grandi e piccole. Sulla scia del successo della prima monografica in Italia dedicata a Joaquín Sorolla (appena conclusa a Palazzo Reale a Milano) merita senz’altro una visita la mostra allestita nella sua casa-museo, dal titolo Sorolla in nero. Ecco otto mostre da non perdere.

– Federica Lonati

ALEX KATZ, PRIMA RETROSPETTIVA IN SPAGNA

Alex Katz The Red Smile, Museo Nacional Thyssen Bornemiza

Alex Katz The Red Smile, Museo Nacional Thyssen Bornemiza

Chi frequenta le fiere d’arte sarà stato attratto, tra gli stand, da grandi tele dai colori sgargianti con inconfondibili ritratti di donne. Alex Katz (New York, 1927) è considerato il precursore della Pop Art e uno degli artisti statunitensi più attivi e quotati sul mercato internazionale. Si dice che la sua pittura, spesso monocromatica e con soggetti a scala gigante, sia più potente di qualunque cartellone pubblicitario. Il Museo Thyssen ospita fino all’11 settembre la prima retrospettiva in Spagna di Katz, curata da Guillermo Solana, direttore del museo, e allestita in collaborazione con lo studio dell’artista. Una quarantina di grandi tele, più una serie di studi, raccontano la lunga carriera del pittore nordamericano di origini russe. Opere perlopiù di grande formato, ritratti singoli e multipli ma anche paesaggi e fiori dai colori vivi e dagli sfondi piatti. I lavori esposti a Madrid provengono da musei, come The Red Smile (1963) del Whitney Museum di New York o Round Hill del Los Angeles County Museum, ma anche da collezioni private. La traiettoria di Alex Katz è davvero ampia e comprende anche opere come The Green Table (1996), un tavolo di legno con 17 teste dipinte in cutouts, tecnica che conferisce tridimensionalità alla pittura.

Alex Katz – Museo nazionale Thyssen Bornemisza, Paseo del Prado fino all’11 settembre. www.museothyssen.org

SOROLLA IN NERO NELLA SUA CASA-MUSEO

Sorolla en negro III vista della sala Museo Sorolla, Madrid

Sorolla en negro III vista della sala Museo Sorolla, Madrid

Sembra una contraddizione in termini, quasi un ossimoro, parlare di nero riferendosi all’opera di Joaquín Sorolla (1863-1923), il pittore valenciano della luce, delle spiagge del Mediterraneo, che di recente anche l’Italia ha scoperto grazie alla bella mostra a Palazzo Reale, a Milano. A Madrid, la casa-museo di Sorolla – un piccolo gioiello incastrato tra i moderni edifici del quartiere di Chamberi – è fra i monumenti più visitati perché conserva intatte l’atmosfera tardo ottocentesca e il gusto eclettico del pittore, oltre a una vasta collezione di quadri e degli oggetti che amava.
Il nero è il colore della tradizione pittorica spagnola, la tinta dominante nei capolavori di Velázquez, El Greco o Goya, ma anche, simbolicamente, il colore dell’eleganza, del mistero e del dramma. Per questo Sorolla impiega varietà di nero e di grigio soprattutto per caratterizzare alcuni dei suoi ritratti, ma anche in paesaggi dove il monocromo sembra essere un virtuosismo tecnico. In mostra fino a novembre nelle sale al primo piano del museo ci sono una sessantina di opere, alcune appartenenti alla Fondazione Sorolla, altre prestiti di istituzioni pubbliche e di collezioni private, autentiche novità per il pubblico.

Sorolla in nero – Museo Sorolla, Paseo General Martínez Campos n.37. Fino al 27 novembre.
www.culturaydeporte.gob.es/msorolla

I CARTONI DI BUNGA SOTTO LA CUPOLA DI CRISTALLO

Installazione di Carlos Bunga nel Palacio de Cristal, Parco del Retiro Madrid. Museo Nazionale Centro d'arte Reina Sofia

Installazione di Carlos Bunga nel Palacio de Cristal, Parco del Retiro Madrid. Museo Nazionale Centro d’arte Reina Sofia

Durante l’estate una passeggiata nel verde del Parco del Retiro non è solo una buona occasione per sfuggire alla calura madrilena. Il Palazzo di Cristallo e il Palazzo di Velázquez – entrambi gli spazi gestiti dal Museo Reina Sofia – offrono sempre proposte artistiche contemporanee e interessanti. È il caso della gigantesca installazione di Carlos Bunga (Oporto, 1976) allestita sotto le volte di ferro e cristallo del padiglione costruito per l’expo delle Filippine, nel 1887. Il titolo Contro la stravaganza del desiderio forse non dice molto di fronte alla visione dell’enorme struttura in cartone dipinto che l’artista portoghese ha montato per creare uno spazio performativo spontaneo, una sorta di architettura nomade, effimera e fittizia, fatta di materiali precari,  dove la gente possa immergersi e riflettere sull’essenza e il valore di tutto di ciò che ci circonda.
In contemporanea, nel vicino Palazzo di Velázquez è in corso La peripezia dell’automa, personale dell’artista spagnolo Nestor Sanmiguel Diest (Saragozza, 1949) che ripercorre tutta la sua carriera, dagli anni Ottanta ad oggi, con opere pittoriche di grande formato.

Carlos Bunga – Palazzo del Cristallo, Parco del Retiro, fino al 4 settembre. www.museoreinasofia.es

LA CULTURA POP A CENTROCENTRO

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CentroCentro_thePopArtCulture

Il pop americano da sempre affascina generazioni intere. CentroCentro, spazio espositivo del Comune di Madrid nel Palazzo di Cibeles (sede del Comune), ospita per tutta l’estate la collettiva The Pop Art Culture. In mostra 120 opere originali dei principali esponenti del celebre movimento nordamericano come Keith Haring, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg e l’immancabile Andy Warhol, del quale sono presenti celeberrime serigrafie come Electric Chair (1971), Marylin, Campbell e Flash November. Di Lichtenstein sono esposti i cartelloni di Modern Series, di Haring la serie Andy Mouse e di Rauschenberg, il più sperimentatore fra tutti, le immagini di Pelican, performance degli anni Sessanta con la coreografia di Merce Cunningham e la musica di John Cage.
Emblematiche del clima performativo dell’epoca sono soprattutto le immagini fotografiche scattate da Javier Porto a Keith Haring mentre dipinge il corpo di Graces Jones, sotto lo sguardo attento di Andy Warhol, per un articolo della rivista Interview.

The Pop Art Culture – CentroCentro, plaza de Cibeles, fino al 18 settembre. www.centrocentro.org

CREATURE VULNERABILI ALLA CASA ENCENDIDA

La Casa Encendida_Exposición Criaturas Vulnerables_Crédito Michael Wang, El jardín del contagio, 2022. Foto La Casa Encendida, Galerna, 2022.

La Casa Encendida_Exposición Criaturas Vulnerables_Crédito Michael Wang, El jardín del contagio, 2022. Foto La Casa Encendida, Galerna, 2022.

La pandemia ha reso manifesto il fatto che siamo tutti vulnerabili, uomini ed esseri naturali. Rendere evidente tale stato di fragilità può aprire la strada verso nuove forme di convivenza. La collettiva allestita alla Casa Encendida da Andrea Bagnato e Iván L. Muñera è un’indagine intorno all’ossessione della contemporaneità nell’evitare contaminazioni e contagi. Creature vulnerabili riflette su malattia, infezione e salute rivendicando la potenza e la bellezza di ciò che è fragile e contaminato. Il primo in Spagna a trattare sul tema del virus e della malattia contagiosa fu Pepe Espaliú, artista cordovese morto di Aids nel 1993, presente in mostra con una serie di disegni e di sculture. Una riflessione sul virus del mosaico del tulipano (TBV), scoperto nel 1928, la offre la bella installazione Il giardino del contagio di Michael Wang, nella sala sulla torretta dell’edificio; di confinamento e solitudine umana parlano gli spazi progettati da c-arquitects (Nerea Calvillo e Manuel Alba Montes), la prima autrice anche dell’installazione Social (airy distance); nel video di Pratchaya Phinthong si affronta infine un tema meno noto come la malattia del sonno causata dalla mosca tsé tsé, proveniente dall’Africa subsahariana.

Creature vulnerabili – Casa Encendida, Robnda de Valencia 2, fino al 28 agosto. www.lacasaencendida.es

FIGLIE DEL NILO AL PALACIO DE LAS ALHAJAS

Hijas_del_Nilo allestimento del Palacio de las Alhajas

Hijas del Nilo allestimento del Palacio de las Alhajas

Il fascino dell’antico Egitto è contenuto in una statuetta votiva di Iside in atteggiamento di lutto, in legno policromo stuccato proveniente da Roemer und Pelizaeus Museum di Hildenshein, in Germania, forse il pezzo più prezioso presente nella mostra Figlie del Nilo. L’impresa Eulen – gruppo basco leader nei servizi alle imprese – celebra 60 anni di attività con una grande esposizione dedicata alla donna nell’antico Egitto. Riapre così al pubblico il Palacio de las Alhajas, ampio spazio espositivo nel cuore della capitale, a due passi da Puerta del Sol e Plaza Mayor, che in passato ha ospitato mostre blockbusters.
Figlie del Nilo è un percorso a 360 gradi nella cultura femminile dell’Egitto di tremila anni fa, che riservava un ruolo di primo piano alle donne, dotate degli stessi diritti degli uomini, di indipendenza e autonomia sconosciute tra le civiltà del passato. Tantissimi e pregiati i pezzi esposti, provenienti da istituzioni pubbliche internazionali di tutta Europa (tra i quali anche il Museo Egizio di Torino, l’Archeologico nazionale di Firenze e dal Museo Civico archeologico di Bologna) oltre che da collezioni private. Una mostra didattica ma molto ben allestita: gradevole da visitare e curata dal punto di vista storico e documentario.

Figlie del Nilo. Donna e società nell’antico Egitto. Palacio de las Alhajas, plaza de San Martín 1, fino al 31 dicembre.
www.hijasdelnilo.com

TRACCE ITALIANE A FOTOESPAÑA

Paolo Gasparini Carnaval La Habana, 1962. Argento in gelatina, 37x57. Collezioni Fondazione Mapfre @Paolo Gasparini

Paolo Gasparini Carnaval La Habana, 1962. Argento in gelatina, 37×57. Collezioni Fondazione Mapfre @Paolo Gasparini

C’è tempo fino alla fine dell’estate per districarsi nel dedalo delle mostre grandi e piccole che offre la programmazione di PhotoEspaña, giunta alla venticinquesima edizione. Sculpting Reality è una panoramica sulla fotografia documentaristica: si tratta di tre mostre collettive – a cura di Vicente Todolí e di Sandra Guimaraes, suddivise tra il Circulo de Bellas Artes, la Casa d’America e la Fondazione Telefonica – che raccontano la storia della fotografia dagli anni Trenta ad oggi attraverso le immagini raccolte nella Colleció per amor al art di Valencia. Tra le presenze italiane quest’anno a PhotoEspaña ci sono Paolo Gasparini (Gorizia, 1934), il fotografo che, forse, ha meglio ritratto le tensioni sociali e le contraddizioni culturali del Sudamerica, protagonista di una retrospettiva nella Sala Recoletos della Fondazione Mapfre (fino al 28 agosto); Tina Modotti (Udine, 1896-Messico, 1942) con i suoi scatti messicani esposti nella sale del Museo Casa Cerralbo (fino al 2 ottobre); e infine una serie di riflessioni fotografiche intorno alla figura e all’opera di Pier Paolo Pasolini all’Istituto Italiano di Cultura (Ipotesi di raffigurazione, fino al 10 settembre).

PhotoEspaña. Festival diffuso della fotografia. Fino al 4 settembre.
www.phe.es

ABITI E ROBOT NELLA SERRERÍA BELGA

Robotizzati Esperimento di moda italiana

Robotizzati Esperimento di moda italiana

Negli anni Sessanta, quando Neil Amstrong non era ancora approdato sulla superficie lunare, Andrés Courréges, Pierre Cardin e Paco Rabanne disegnavano già capi futuristi con tessuti metallici, lurex, plexiglass e applicazioni in lucido alluminio, ispirandosi alle saghe letterarie di fantascienza. La mostra Robotizzati – Esperimenti di moda italiana allestita negli spazi della Serrería Belga (ex Megalab Prado, a due passi dal Caixaforum e dal Museo del Prado) è in realtà la risposta del made in Italy al genere moon look e a un certo tipo di sportswear ispirato alla fantascienza e ai primi cartoni animati giapponesi, in voga negli anni Settanta-Ottanta grazie alla popolarità di eroi-robot come Mazinga, Goldrake o Gig Robot. Per mano dell’Ambasciata d’Italia e dell’Istituto Italiano di Cultura (in collaborazione con il festival Veranos de la Villa del Comune di Madrid), approda a Madrid la mostra già allestita al WeGil a Roma tra il 2020-21, creata da Stefano Dominella con la direzione artistica di Guillermo Mariotto. Oltre a una cinquantina di capi firmati Armani, Gucci, Gattinoni e da giovani stilisti italiani, presentati su manichini “robotizzati” (montati con maschere d’acciaio e accessori in stile), sono esposti anche una serie di chogokin, linea di robot giocattolo in metallo da collezione per adulti, di proprietà di Roberto Pesucci.

Robotizzati – Esperimenti di moda italiana. Serrería Belga, calle Alameda 15, fino al 28 agosto.
www.veranosdelavilla.com 

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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