Tra memoria e presente. L’omaggio di Lucca a Carlo Ludovico Ragghianti

Fondazione Ragghianti, Lucca – fino al 17 aprile 2017. A trent’anni dalla scomparsa di Carlo Ludovico Ragghianti, la fondazione a lui intitolata ricorda la figura dello storico e critico d’arte, e al contempo celebra la propria attività.

Un dialogo avviato nel lontano 1981, quando venne inaugurato il Centro Studi sull’Arte intitolato a Carlo Ludovico Ragghianti (Lucca, 1910 – Firenze, 1987) e alla moglie Licia, poi divenuto Fondazione dopo la sua scomparsa. Una mostra di respiro europeo, stante l’afflato dell’attività che negli anni vi si è sviluppata, rivolta all’arte in ogni sua sfumatura, dalla pittura alla scultura, dal cinema alla fotografia; testimone dell’apertura di Ragghianti all’arte, e della missione di cui, in un certo senso, si sentiva investito: divulgare a un pubblico che fosse il più vasto possibile questa conoscenza. Fu lui, con i “critofilm” (uno dei quali proiettato in mostra), a rivoluzionare l’approccio del critico d’arte verso il pubblico. Utilizzando il cinema come mezzo di interlocuzione, e in anticipo su Daverio, portò l’arte sullo schermo. Un obiettivo che la Fondazione continua a perseguire nel nome del suo ispiratore, e l’attuale mostra, oltre a fungere da retrospettiva, anticipa l’imminente pubblicazione di un volume sulla sua storia.

Backstage del critofilm realizzato da Carlo Ludovico Ragghianti dal titolo Michelangelo (1964)

Backstage del critofilm realizzato da Carlo Ludovico Ragghianti dal titolo Michelangelo (1964)

UNA MOSTRA DI AMPIO RESPIRO

La mostra si apre con il racconto dell’attività di Ragghianti, con una panoramica delle rassegne da lui curate a Firenze (fra cui quelle dedicate alla “trinità” dell’architettura: Frank Lloyd Wright, Le Corbusier e Alvar Aalto a Palazzo Strozzi), attraverso fotografie e cataloghi. La sua figura si lega a quella del Centro Studi, la cui nascita fu salutata dalle congratulazioni di Pertini e Spadolini (esposti i loro telegrammi, oltre alle immagini dell’inaugurazione); la prima mostra fu la personale dello scultore Vittorio Tavernari nel 1981 (due delle sculture sono visibili in sala), e negli anni si avvicendarono, fra gli altri, Emilio Greco nell’87, Gianni Berengo Gardin nel 2004, Mario Ballocco e François Morellet nel 2016: per ognuna delle mostre, è esposto il manifesto originale, mentre un’ampia scelta di documenti racconta le più significative, come Ruskin e la Toscana del 1993, dedicata alla figura dello studioso anglosassone.
Una retrospettiva documentaria per raccontare il rapporto della Fondazione, il cui ingresso è sempre stato gratuito, con la città di Lucca, che ha sempre risposto con slancio alle proposte culturali. La biblioteca, assiduamente frequentata, custodisce circa 70.000 volumi, il fondo fotografico e circa ottocento testate di riviste.

L’AVVENTURA CONTINUA

L’attività della Fondazione è incessante. A giugno sarà la volta della mostra Limite e confine dell’arte contemporanea, cui seguirà, nel mese di settembre, una retrospettiva del pittore Mario Nigro, poi “esportata” in Svizzera: si tratterà del primo evento che la Fondazione porta all’estero. Per mantenere vivo un dialogo all’insegna dell’arte.

Niccolò Lucarelli

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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