Il mitico Teatro della Tosse di Genova compie 50 anni e festeggia con un nuovo spettacolo 

A Genova il Teatro della Tosse festeggia i suoi primi 50 anni con una nuova messa in scena di Emanuele Conte, direttore del teatro, di “Ubù scatenato”, spettacolo di Alfred Jarry che, ai tempi, diede avvio alla programmazione

Dopo 50 anni al Teatro della Tosse di Genova torna il Re Ubù, ancora più scatenato nella nuova messa in scena del direttore Emanuele Conte, per celebrare proprio l’importante traguardo del teatro fondato nel 1975 da Tonino Conte, Emanuele Luzzati e Aldo Trionfo e aperto proprio con la presentazione dell’opera di Alfred Jarry.  
Proprio come 50 anni fa, con la presentazione di Ubù Re, con la regia di Tonino Conte e le scene di Emanuele Luzzati, oggi la scelta di rappresentare  Ubù re scatenato che ha debuttato alla Sala Trionfo - Teatri di S. Agostino il 16 ottobre scorso, si può leggere come un omaggio a questo personaggio che ha costituito per il Teatro della Tosse, fin dall’inizio, un atto di libertà poetica e politica, un manifesto, e diciamo anche un “santo protettore”.  

Chi era Alfred Jarry, autore di “Ubù, Roi” 

Senza Alfred Jarry non avrebbero avuto lo stesso volto il futurismo, il dadaismo e il surrealismo (di cui Jarry è considerato, assieme a Lautréamont e Roussel, un anticipatore). La Francia della  Belle époque e della borghesia ricca e appagata è stata infatti focolare originario delle avanguardie europee. Ce lo ha raccontato bene Roger Shattuck in Gli anni del banchetto. Jarry, nella sua breve vita, scrisse opere in cui il simbolismo letterario del secondo Ottocento si coniugava con l’assurdo e il grottesco. Abitava in un bilocale (in Rue Cassette 7 a Parigi) in cui il soffitto incombeva e bisognava vivere seduti, perché in piedi la testa vi sfregava, dormiva su un letto privo di gambe e scriveva disteso. Potremmo dire una vita certo non facile. Nell’Antologia dell’umor nero, Breton la disse giusta: “La distinzione tra arte e vita, per tanto tempo considerata necessaria, a partire da Jarry è sottoposta a confutazione, e infine soppressa”. 

S. Gozzatti E. Campanati S. Pesca in Ubù, re scatenato. Teatro della Tosse, Genova
S. Gozzatti E. Campanati S. Pesca in Ubù, re scatenato. Teatro della Tosse, Genova

“Ubù Roi” uno dei testi padri del teatro moderno al Teatro della Tosse di Genova 

Malato, guastato dalle privazioni, l’alcoolismo e la masturbazione, incapace di guadagnarsi la vita in alcun modo”, come scrisse Léautaud nel Journal littéraire, Jarry però scrive un capolavoro, Ubu re che,nel 1896, assurse a pietra miliare del teatro dell’assurdo e lanciò la linea dissacrante nei riguardi del potere. Ubu re è davvero un padre di tutto il teatro moderno. Dal debutto nella capitale francese Ubu re ha terremotato e influenzato tutto il ‘900 e le sue avanguardie, con i suoi sogni di potenza, le sue debolezze e la forza erculea delle sue sbruffonate. Insomma, dietro la sua apparente blasfemia, è davvero un testo sacro, anche oggi che pure la realtà ha superato tutto quello che lui aveva potuto immaginare: congiure, ambizioni, colpi di stato, spartizioni di regni e invenzione di geografie immaginarie, oggi informazioni presenti in ogni notiziario, come la sua conquista del trono dello zar che quasi prefigura la successione di Eltsin a Gorbaciov, o le spartizioni della Polonia che anticipano certe scissioni ucraine, per fare solo due esempi. 

Com’è lo spettacolo “Ubù Roi” al Teatro della Tosse di Genova 

Emanuele Conte, oltre alla regia dello spettacolo, ha curato anche le efficacissime scene, dense di un mobilio antico che si erige a piramide, di libri sistemati ordinatamente ai lati, ricche di particolari che racchiudono tutta la storia del teatro stesso.  
Il cast di attori comprende interpreti storici della Tosse come Enrico Campanati, Pietro Fabbri, Susanna Gozzetti, ma anche giovani talenti come Ludovica Baiardi Antonella Loliva, Sarah Pesca, Marco Rivolta e Marco Taddei entrati a far parte della compagnia da minor tempo. Il risultato è ottimo: tutti bravissimi nei loro ruoli che condividono appassionatamente.  

La rivisitazione in chiave giornalistica di “Ubù Roi” a Genova 

La scelta di porre la pièce come fosse un’intervista tv ai due protagonisti Madre Ubu e Padre Ubu ha consentito di giocare su due livelli narrativi in scambio continuo tra loro. In proscenio con l’intervistatrice (la frizzante Sarah Pesca) Campanati e Gozzetti e dietro, come in flashback, gli alter ego Taddei e Loliva. Scelta riuscitissima che mette a confronto anche due generazioni di attori tutti alla stessa altezza. Lo spettacolo di un’ora e mezza corre veloce, ha ritmo un incalzare continuo di battute sagaci, argute, mai volgari, aiutato anche dalle scelte musicali, perfette. Gli attori si muovono in scena con estrema agilità, si divertono, si vede, sono dentro alla pièce col cuore e con la mente. Si vivono i loro ruoli con passione ed è questa loro passione regalata al pubblico che genera altrettanto trasporto da far provare a tutti simpatia per quelle figure burlesche e ridicole, violente e malvagie come sono Ubu e la moglie. Ecco perché nonostante tutto, compresa l’esclamazione “Merdre!”, sfogo libero e anarchico, Ubu, personaggio a mezza via tra Pulcinella e Gargantua, resta sempre un re, del nostro immaginario e di tutti i nostri rapporti.  Lo spettacolo sarà in scena fino a domenica 26 ottobre 2025. 

Francesca Camponero 

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