Politica, genere e nuove generazioni: il programma 2025-2026 del Teatro dei Filodrammatici di Milano
Al grido di S.C.L.E.R.O., lo storico teatro milanese presenta gli spettacoli contemporanei per l'anno in apertura. Che spaziano dall'elaborazione emotiva della dittatura alle difficoltà della competitività lavorativa, passando per le opere per bambini e i classici senza tempo

Proporsi come risposta alle solitudini e alle complessità del vivere contemporaneo, con un occhio al serio e uno al faceto: è questo lo spirito con cui il Teatro dei Filodrammatici di Milano, uno dei templi della drammaturgia contemporanea milanese (nonché teatro tra i più antichi d’Europa), inaugura la stagione 2025-2026. Parola chiave del programma, come già per la P.A.U.R.A. dello scorso anno, è un acronimo dal tono ironico ma affettuoso: S.C.L.E.R.O. – Se Cala l’Empatia Ritrovarsi Ossigena. Un invito a tornare a riunirsi per affrontare il presente, in quello che l’assessore milanese alla Cultura Tommaso Sacchi ha ricordato essere un “presidio culturale e civile dove trovare uno spazio di emozione condivisa”.








Ai filodrammatici il commento della politica e della realtà
Tre sono le linee guida del programma, spiegano i direttori artistici Tommaso Amadio e Bruno Fornasari. La prima è ispirata a una delle leggi di 1984 di George Orwell dalla triste attualità, “l’ignoranza è forza”. Lungo questa linea si profilano le produzioni interne e una di quelle ospiti: si comincia, il 9 ottobre, con Opera al Bianco, una produzione di Fausto Paravidino con l’Accademia dei Filodrammatici incentrata su un viaggio iniziatico all’interno di una setta immaginaria; a novembre arriva Wild – Chi ricorda Edward Snowden, la storia del leggendario whistleblowing reimmaginata da Mike Bartlett; a marzo Tape – La registrazione, opera sull’abuso e la complessità dell’individuazione della verità (già soggetto di un film di Richard Linklater del 2001 non arrivato in Italia); e infine, a gennaio, una rilettura de La morte e la fanciulla di Ariel Dorfman, un classico del teatro che ruota attorno al traumatico riconoscimento di un carnefice da parte della sua vittima.

Crescere e sognare al Teatro dei Filodrammatici
La seconda linea del programma è dedicata ai “sogni e bisogni”: si parte a novembre con un grande classico, La leggenda del santo bevitore, apprezzatissima storia postuma di Joseph Roth che segue un senzatetto nella sua ascesa miracolosa; segue a dicembre la crisi dell’uomo e della donna contemporanei in Camera 701; mentre a febbraio arriva a DeSidera, una messa in discussione del modello lavorativo ipercompetitivo e del concetto di traguardo, pensata per le giovani generazioni.
Le nuove generazioni a teatro
Proprio ai giovani e alle gioie e difficoltà della crescita parla la terza linea del programma, “generazioni in corso”: a gennaio si prende il via con Gramsci Gay (per cui il protagonista, Mauro Lamantia, ha vinto il Premio Enriquez), spettacolo ispirato al fatto di cronaca del 2019 che vide imbrattato il murale dedicato a Gramsci sul muro del carcere di Turi; e a maggio arrivano l’opera sull’amicizia tra uomini moderni Fag/Stag e A casa lo sapevo, surreale commedia sull’educazione scolastica.
Famiglia, cronaca e storia al Teatro dei Filodrammatici
Diversi poi i ritorni di appuntamenti amati per pubblici giovani e non. Tornano i family show con il “teatro senza parole” del grande Paolo Nani, con il ritorno de La lettera affiancata da Piccoli Miracoli; e i progetti speciali, tra cronaca, storia e commento della realtà con La storia a processo di Elisa Greco e Storie che fanno storia di Paolo Colombo e Pietro Cuomo. Oltre a concerti e percorsi formativi, torna a maggio la 13a edizione di Lecite Visioni – festival LGBTQIA+ di Michele Di Giacomo, dedicato quest’anno al tema delle metamorfosi. Infine, per le scuole, tornano le riscritture dei classici, incentrati per quest’anno su democrazia, immigrazione e guerra con Antigone, Eneide e Iliade, e c’è anche una novità dal taglio museale: le visite guidate al patrimonio del teatro, tra documenti autografi e il recentemente acquisito Fondo Valeri.
Giulia Giaume
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