Com’è andata la Biennale Musica 2025 a Venezia? Il nostro report
Si è concluso il 69. Festival Internazionale di Musica Contemporanea con sale esaurite per la folta partecipazione di pubblico, soprattutto giovane, attratto dalla svolta clubbing. E non solo
Nel cosmo sonoro delineato da Caterina Barbieri per la prima Biennale Musica da lei diretta c’è stato spazio per molte cose, tra cui molta elettronica. In una pluralità di sfaccettature, che vanno dall’elettronica d’ascolto al clubbing più godibile. Qualcuno ha forse storto il naso, vedendo in questo taglio una svolta eccessivamente pop; noi non siamo d’accordo, perché, come si diceva, accanto al ballo, agli spritz e agli ingressi coi braccialetti ci sono stati momenti di tutt’altro spessore, dalle sperimentazioni vocali di Meredith Monk al dialogo con la tradizione (Graindelavoix), a nuove forme di cantautorato (Mabe Fratti). D’altra parte, se con pop si intende popolare, ben venga una Biennale Musica gremita di pubblico, e in particolare di giovani, secondo una tendenza già emersa nelle quattro edizioni della rassegna dirette da Lucia Ronchetti. Sembrano lontanissimi i tempi in cui ad assistere ai concerti della kermesse veneziana era un manipolo di ascoltatori decisamente più ristretto. E più canuto.

Biennale Musica 2025: le due serate di clubbing a Forte Marghera
Forte Marghera ha ospitato le due serate di clubbing dell’edizione 2025, che si sono tenute sabato 18 e venerdì 24 ottobre. La prima serata ha visto un dittico di performance molto differenti tra loro, dovute a dj appartenenti a generazioni diverse. Ha aperto le danze Mia Koden, con un set all’insegna di una divertita ballabilità, che ha saputo tenere insieme e valorizzare elementi eterogenei: come in un’antica Wunderkammer, in cui convergevano mirabilia provenienti dai quattro angoli del globo, nel microcosmo di Koden c’è stato posto per ritmi africani e caraibici, influenze dubstep e grime, ossessioni ritmiche e melodiche. Il tutto amalgamato in un insieme molto londinese. Le redini della seconda parte della serata sono state affidate al maestro della techno di Detroit Carl Craig, che ha proposto un set meno sorprendente, ma comunque di grande efficacia. Stagliandosi con grande signorilità al di là della consolle, Craig ha incantato il pubblico con un flusso di suoni e ritmi che si è fatto via via più pastoso, e quasi sinfonico nel finale. Non sono mancati, qua e là, gustosissimi reimpieghi, dai Frankie goes to Hollywood alla giovanile Madonna di Physical Attraction.
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La seconda serata elettonica a Venezia
Tripartita è stata la seconda serata a Forte Marghera, culminata nella conclusiva esibizione di Dj Marcelle, personaggio mitologico che fonde nelle sue realizzazioni una sterminata cultura musicale, uno spiccato interesse per le diverse tradizioni, un tocco dadaista e un peculiare senso dell’umorismo. All’aspetto come sempre dimesso e bonario ha fatto da contraltare un set estremamente sofisticato, meno scanzonato forse di quel che ci si potesse aspettare e teso soprattutto a far dimenare gli astanti. Pregevoli altresì gli altri due momenti della serata: in apertura il duo res_ ha proposto un poetico lavoro realizzato a partire da registrazioni subacquee raccolte nella laguna di Venezia, mentre Simone Trabucchi in arte STILL, protagonista dell’underground milanese, ha scaldato la platea con la sua marcata energia percussiva.

Biennale Musica 2025: la serata conclusiva
La serata conclusiva della Biennale Musica ha avuto luogo la sera del 25 ottobre al Teatro delle Tese, all’Arsenale, e si è articolata in quattro esibizioni, decisamente meno danzerecce di quelle proposte a Forte Marghera (anche se qualche ancheggiamento ogni tanto scappava). In apertura Agnese Menguzzato, alla chitarra elettrica e ai live electronics, ha proposto un onirico viaggio che è partito dal liuto rinascimentale e vi ha fatto ritorno, dopo aver attraversato molteplici atmosfere musicali. Moor Mother, abbinando narrazione e canto in un drammatico impasto di sonorità contrastanti, ha ripercorso la storia dell’uranio congolese usato nella produzione delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Ha chiuso il concerto Ecco2K, con un ampio set in cui parti più meditative si sono alternate a sezioni dai ritmi sostenuti. Ma la vera sorpresa della serata è stata l’esibizione, targata Biennale College, di Leonardo Guidi ovverosia Morgana, che ha dato vita a un Gesamtkunstwerk apocalittico in cui una musica martellante, screziata da rallentamenti, accensioni, crepitii, è stata accompagnata ora da visual incandescenti, ora da bei giochi di luce e fumo. Più calma e sognante la seconda parte della performance, a suggerire forse che dopo l’apocalisse resta aperta l’ipotesi di una rinascita.
Fabrizio Federici
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