Ritratto di James Senese. Musicista seminale morto a 80 anni nella sua Napoli
Il sassofonista, cantante e compositore, che aveva lanciato un giovanissimo Pino Daniele, scompare a distanza di un giorno da un altro grande napoletano, il fotografo Mimmo Jodice. Due espressioni di una Napoli della creatività, fantasia, profondità e cultura
“Il tempo è una cosa che assume significato col passare degli anni; da giovane ci fai poco caso, non te ne curi. Ma poi quando comincia a correre cerchi di fissarlo, di rallentarlo. Io lo faccio armato di sax e sentimento”. Sono parole di qualche tempo fa di James Senese che ci ha lasciato la mattina del 29 ottobre a Napoli, all’età di 80 anni. Il sassofonista, cantante e compositore scompare a distanza di un giorno da un altro grande napoletano, il fotografo Mimmo Jodice. Un evento luttuoso che dà un pò il senso di un’epoca sperimentale della città di Napoli che in quel periodo era molto trasversale e, in qualche modo, ne segna la fine.
Chi era James Senese
Gaetano Senese, in arte James, nasce il 6 gennaio 1945 a Miano, quartiere periferico della zona Nord di Napoli, ai confini con Secondigliano, dove comincia a fare i mestieri più disparati, dal benzinaio al muratore, fino a quando scopre il sax che comincia a studiare privatamente prima di diplomarsi e che gli cambierà la vita, come racconterà lui stesso. “Sono nato nel 1945, anno della fine della guerra, da padre americano e madre napoletana. Sin da piccolo ho sempre cercato di contrastare quello che ritenevo ingiusto, primo fra tutti il pregiudizio. Sicuramente il colore della mia pelle ha contribuito a sviluppare questo sentimento. Immaginatevi come poteva sentirsi nel 1960 un ragazzo di quindici anni napoletano guardandosi allo specchio, vedendosi diverso dai miei coetanei, e da quello che la società del dopoguerra imponeva. Insomma, ho avuto la mia parte di complessi da superare, cercando di sentirmi uguale agli altri che spesso non mancavano di far notare la mia “diversità”. Poi un giorno ho scoperto lo strumento che ha cambiato per sempre la mia vita, il sassofono. Lì ho condensato tutte le mie angosce, le mie paure, soffiandole via, letteralmente”.
Il leggendario gruppo Napoli Centrale
Dopo l’iniziale esperienza negli Anni ‘60 con The Showmen, una band R&B capitanata dal cantante Mario Musella, con cui scrive successi come Mi sei entrata nel cuore, Tu sei bella come sei, con cui partecipano al Festival di Sanremo del 1969 assieme a Mal, nel 1974 fonda il leggendario gruppo Napoli Centrale. Lo fa insieme a Franco Del Prete, batterista, autore e anima narrativa di questa band che trasforma la città in un laboratorio di avanguardia, utilizzando il dialetto come veicolo di sperimentazione: Senese diventa, così, il capostipite del Neapolitan Power, un movimento che trasforma per sempre la musica, non solo partenopea, attraverso una fusione innovativa di jazz, blues, funk e tradizione napoletana. “Sono di famiglia modesta, per non dire povera. Suonando decisi che avrei voluto parlare degli ultimi, di quelli che non ce la fanno, di quella parte di popolo che vive a testa bassa per portare a casa la pagnotta; ma avrei anche voluto parlare di amore e rispetto per le persone. In questa band Senese e Del Prete, usciti dall’esperienza degli The Showmen, usano la lingua napoletana come strumento di racconto autentico di una condizione (il proletariato) e di protesta popolare come nel brano Campagna, uno dei pezzi più famosi del jazz/prog rock italiano degli Anni ‘70.
Senese lancia un giovanissimo Pino Daniele
La formazione diventa nel tempo un progetto aperto che include diversi musicisti: è in questa occasione che Senese conosce e lancia un giovanissimo Pino Daniele offrendogli un posto di bassista (e un basso elettrico, che lo stesso James gli acquista non potendoselo permettere allora, lui che suonava una chitarra). Pino Daniele renderà poi tributo a quell’idea di sound e commistione culturale, così come ai seminali Showmen, con un album epocale, Nero a Metà, dedicato proprio a Mario Musella, altro figlio nato dall’unione di una napoletana e un soldato (in questo caso di origine nativa e cherokee). Un disco nel quale il timbro del sax di James è centrale, inconfondibile e indelebile, nel cuore e nella memoria. Da lì in poi i ruoli si capovolgono: dopo il crescente successo di Pino Daniele, sarà Senese ad accompagnarlo, formando assieme a Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Joe Amoruso ed Ernesto Vitolo una superband che seguirà il cantautore napoletano, collaborando nei dischi d’esordio. Storica anche la sua incursione nel cinema, interpretando se stesso, in No grazie il caffè mi rende nervoso, film di Lodovico Gasparini con Lello Arena e Massimo Troisi: nel film canta la canzone Arò vaje e ne realizza la colonna sonora.
Jamese Senese: un punto di riferimento artistico e umano
In quasi sessanta anni di carriera, James Senese ha realizzato decine di album, e migliaia di concerti in giro per il mondo, diventando un punto riferimento non solo artistico, ma anche umano. La sua coerenza e disciplina, il suo sottrarsi alle logiche di mercato, la sua incessante ricerca musicale, lo hanno reso un modello, un’ispirazione per chiunque volesse aspirare a diventare un artista. “Credo di essere diventato un buon musicista e un buon compositore, con sentimenti forti, lasciando da parte gli egoismi e i personalismi. Credo che soltanto il rispetto e l’accoglienza dell’altro, del diverso, possa contribuire alla pacificazione delle persone, e ci dia quella parte di felicità necessaria per amare il prossimo”.
Claudia Giraud
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