10 anni di Sponz Fest: Vinicio Capossela riflette sul rapporto tra coltura e cultura
Decima edizione per il festival di musica e tradizioni popolari ideato dal cantautore e in corso fino al 27 agosto, sempre in Alta Irpinia. Coinvolgendo musicisti, artisti e personalità del mondo della cultura sul tema di quest’anno: Sponz Coultura
“Il verbo sponzare viene dall’azione della spugna che, una volta inzuppata, ammorbidisce e rigenera. Così è il corpo di gruppo che da sponzato perde rigidità, forma e spigoli, e assorbendo dilata e accoglie e rimette in circolo. Sponz Fest più che un festival è uno spirito, un modo di esperire forme di comunità mobile”. Con queste parole Vinicio Capossela racconta la festa di musica e tradizioni popolari – di cui è direttore artistico – che ha ideato nel 2013 nel piccolo centro di Calitri (AV) e dell’Alta Irpinia e che quest’anno spegne 10 candeline. Giunto alla decima edizione, lo Sponz Fest è in corso fino al 27 agosto, sempre in Alta Irpinia, ma questa volta nei comuni di Sant’Andrea di Conza, Andretta e Calitri, coinvolgendo musicisti, artisti e personalità del mondo della cultura che attraverso concerti, laboratori, incontri e percorsi sonori e tematici tra i sentieri esplorano il tema di questa edizione: Sponz Coultura.
IL TEMA DELLA DECIMA EDIZIONE: SPONZ COULTURA
“Di anno in anno cerchiamo di direzionare l’arte dell’incontro in qualche direzione tematica”, spiega Capossela. “Per questo 2022 ci siamo posti il tema del coltivare, nella doppia accezione di cultura e di coltura. Da cui la O che si incontra con la U, come ha declinato graficamente da par suo Jacopo Leone, diventando una specie di pittogramma cornuto che è il simbolo dell’edizione. Ragionare su cultura e coltura è ragionare su di cosa siamo fatti, su cosa mangiamo e su cosa coltiviamo. Sul rapporto con la terra, con le risorse della terra e anche con le nostre. Su cosa consumiamo e su cosa lasciamo. Su cosa coltiviamo e cosa corrompiamo”. Partendo da queste e altre tematiche affini – lotta allo spreco alimentare, salvaguardia della biodiversità, forestazione e deforestazione – Sponz Coultura propone una riflessione sul nostro stile di vita e sulla sua sostenibilità, lavorando in sinergia con chi il territorio lo vive e lo tutela ogni giorno.
IL PROGRAMMA DI SPONZ FEST/SPONZ COULTURA
E lo fa attraverso una serie di eventi e iniziative, come il walking tour del 25 agosto a Calitri – dove tutto è cominciato – con partenza dalla Chiesa di San Bernardino per il primo appuntamento di Paths of freedom / Sentieri di libertà: Mikey Kenney, la sua voce, il suo racconto e il suo irish fiddle saranno le guide in una serie di percorsi a tappe sonore e tematiche in cui musiche e testi sottolineano l’importanza del camminare come espressione umana di libertà e indipendenza, facendo rivivere i racconti passati di confisca di sentieri e quello spirito di Resistenza con cui si è combattuto per riaverli indietro, come sta succedendo ora per la natura e il suo “rewilding”. Sarà anche l’occasione per celebrare la riapertura di due sentieri da parte della comunità montana: un patrimonio da proteggere, di cui sempre più spesso viene la comunità rischia di essere bruscamente privata.
GRAN FINALE TUTTO IN UNA NOTTE
Gran finale il 27 agosto dalle ore 21 con Rolling Sponz Review – Tutti In Una Notte, il concerto del collettivo formato dai musicisti – capitanati da Vinicio Capossela – che da anni sono l’anima del Fest e che durante il concerto trovano anche i loro spazi solistici, come Alessandro “Asso” Stefana, Andrea La Macchia, Giovannangelo de Gennaro, Peppe Leone, Mikey Kenney, Sol Ruiz e Victor Herrero. Un live che si svolge lungo set tematici, in cui le canzoni di Capossela si alternano a quelli della “Rivista”, e lasciano poi il palco agli ospiti speciali della serata: Davide Ambrosio e il suo progetto legato al folclore di terra, il lamento del rebetiko della chitarra e della voce di Dimitris Mystakidis, la voce straziata e toccata dalla grazia di Edda, l’anima raffinata e artisticamente anarchica di Giovanni Truppi, lo sperimentatore della voce John De Leo, la canzone militante di Mara Redeghieri e Pietro Brunello.
– Claudia Giraud
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