Architettura Sussurrante. Torna il disco di Alessandro Mendini con i Matia Bazar

È la riedizione attualizzata di un album che l’architetto e designer recentemente scomparso aveva fatto nei primi anni ‘80, in collaborazione con la storica pop band e la compagnia teatrale d’avanguardia Magazzini Criminali

Nel corso della sua carriera, Alessandro Mendini – tra i più grandi architetti e designer italiani del Novecento scomparso lo scorso febbraio all’età di 87 anni – ha realizzato oggetti, mobili, ambienti, pitture, installazioni, architetture. Pochi sanno che nel 1983 ha fatto anche poche copie di un disco, Architettura Sussurrante, in collaborazione con i Matia Bazar e i Magazzini Criminali, sulla scia della metodica multidisciplinare di Alchimia, uno dei più importanti movimenti del design italiano di cui Mendini è stato co-fondatore e teorico.

Architettura Sussurrante di Alessandro Mendini - Lacerba

Architettura Sussurrante di Alessandro Mendini – Lacerba

LA RIEDIZIONE DEL DISCO DI MENDINI E MATIA BAZAR

Ora quell’album ritorna, a partire dal 29 marzo, in una riedizione attualizzata – in vinile trasparente con una tiratura di 300 copie, in CD e in Download Digitale – a cura della storica label fiorentina Industrie Discografiche Lacerba, con distribuzione Audioglobe e con la copertina ridisegnata dallo studio newyorkese Anti-B Design sulla base di quella dell’epoca. “È nell’ottica dell’approccio multidisciplinare di Alchimia che si può capire un esperimento come Architetture Sussurranti: ricordando le parole di Mendini nel Manifesto teorico del gruppo, per Alchimia le discipline non interessano in quanto sono considerate all’interno delle loro regole. Anzi, la cosa importante è proprio indagare nei grandi spazi liberi esistenti fra di esse”, spiega ad Artribune Lapo Belmestieri, curatore insieme a Paolo Cesaretti delle Industrie Discografiche Lacerba.

IL GRUPPO DI DESIGN ALCHIMIA

“Per Alchimia vale l’ipotesi che debbano convivere metodi di ideazione e di produzione confusi, dove possano mescolarsi artigianato, industria, informatica, tecniche e materiali attuali e inattuali. E così la loro sperimentazione si è aperta a molti settori. Penso a lavori come la Pensione Ideale, le Copertine di Domus, l’Abito Sonoro e la performance di Persone Dipinte, lo Stilismo della moda, che segnano la nascita del design Neo-moderno, il nuovo design italiano. E nel 1982 le attività emozionali, psichiche e antropologiche si espandono anche ai libri, alla didattica, ai video (con Metamorfosi) e appunto ai suoni (con i Matia Bazar)”. La raccolta di brani di Architettura Sussurrante rappresenta, infatti, un’idea che slega la disciplina del design (in questo caso quella della musica) dal suo contesto industriale e consumista.

Architettura Sussurrante di Alessandro Mendini - Lacerba

Architettura Sussurrante di Alessandro Mendini – Lacerba

RICHIAMI E RIFERIMENTI DEL DISCO

Il tutto con richiami concettuali, dalla Musique d’ameublement di Erik Satie, alla ambient music di Brian Eno, ovvero musica che definisce uno spazio ma non ha bisogno di essere ascoltata. “Le “Scenic Boxes” progettate da Alchimia per “Crollo Nervoso”, vero emblema del teatro post-moderno, coincidono con il momento in cui inizia la collaborazione tra Mendini e Magazzini Criminali, formati da Sandro Lombardi, Federico Tiezzi e Marion D’Amburgo”, continua Belmestieri, ricordando l’origine di tutta l’operazione discografica. “In quegli anni Alchimia tende a un’invasione dello spazio che superi la misura dell’oggetto e del mobile, per tradursi in installazione ma senza l’obsolescenza dell’architettura. È così che Mendini entra in contatto con i Matia Bazar e con Antonella Ruggiero, con cui inscena uno spazio visivo e crea dei costumi. A loro mette in mano una delle filastrocche a cui lavorava parallelamente, come “La casa è la casa è la casa è”, da cui il gruppo trae una canzone”.

L’OMAGGIO POSTUMO AD ALESSANDRO MENDINI

Ne nasce un velocissimo electro pop, ora riproposto in versione estesa dall’ex Matia Bazar Mauro Sabbione che, parlando di questo omaggio postumo, dice: “Non riuscii all’epoca a sintetizzare tutte le frasi, era un lavoro colossale da operare con il mio misero Apple II Europlus 64k e la scheda di emulatore vocale. Quando incidemmo “Casa mia” misi solo 12 frasi essenziali della superba poesia di Alessandro. Il nuovo brano utilizza l’intero testo e con i mezzi a disposizione odierni riuscirò a suonarla anche dal vivo”.

– Claudia Giraud

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www.audioglobe.it

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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