I migliori film stranieri che abbiamo visto al cinema nel 2025
Da "Il seme del fico sacro" a "Bugonia", da "The Brutalist" a "The Legend of Ochi". Dal realismo storico alla fantascienza visionaria: ecco i film internazionali che, secondo noi, hanno segnato l’anno cinematografico
Il cinema internazionale del 2025 ha mostrato un volto maturo e profondamente politico, anche quando sembrava muoversi nei territori del fantastico o dell’intrattenimento. I temi dominanti sono stati la memoria storica, l’eredità dei traumi collettivi, il rapporto tra individuo e sistema, ma anche la riscoperta del corpo, dell’amore non convenzionale e della lotta per la libertà, l’identità e la dignità.
Molti film hanno affrontato il presente partendo dal passato: dalle persecuzioni politiche in Medio Oriente alle cicatrici dell’Europa del Novecento, dalle disumanizzazioni della guerra alle nuove forme di solitudine contemporanea. Parallelamente, il 2025 ha visto un ritorno potente del cinema visionario e fisico, che usa l’immaginazione e il genere per interrogare il reale, unendo autorialità a grande spettacolo. Ne è emerso un anno cinematografico sorprendentemente vario: cinema d’impegno civile, opere radicali, blockbuster d’autore e storie intimiste si sono alternati nelle sale italiane, offrendo uno sguardo plurale e complesso sul nostro tempo.
Margherita Bordino
“Il seme del fico sacro” di Mohammad Rasoulof
Il film di Mohammad Rasoulof è ambientato a Teheran durante le proteste popolari scatenate dalla morte di una giovane donna. Mentre Iman viene promosso giudice del Tribunale della Guardia Rivoluzionaria, l’instabilità politica entra nella sua casa: le figlie partecipano emotivamente al clima di rivolta, la moglie tenta di mantenere l’equilibrio familiare. Quando la pistola d’ordinanza dell’uomo scompare, la situazione degenera: sospetti, paura e paranoia trasformano la casa in un luogo di controllo e oppressione.

“Un semplice incidente” di Jafar Panahi
Il regista Jafar Panahi parte da un evento minimo — un cane investito nella notte — che innesca una spirale drammatica. Un meccanico riconosce in un automobilista il possibile uomo che anni prima lo aveva torturato in carcere. Lo rapisce e si mette in viaggio verso il deserto per vendicarsi, ma i dubbi sulla sua identità lo spingono a coinvolgere altri ex detenuti. Ognuno fornisce una versione diversa, trasformando la ricerca della verità in un confronto inquieto tra memoria, giustizia e vendetta.

“The Brutalist” di Brady Corbet
Brady Corbet, che firma anche la sceneggiatura in collaborazione con la moglie e regista Mona Fastvold, in The Brutalist racconta l’arco di trent’anni della vita dell’architetto ebreo László Toth e di sua moglie, sopravvissuti all’Olocausto ed emigrati negli Stati Uniti nel 1947. Dopo anni di difficoltà e marginalità, László ottiene l’occasione della vita quando un potente industriale gli affida un ambizioso progetto monumentale. Il successo, però, ha un prezzo: l’ascesa professionale si intreccia a nuove forme di sfruttamento e disillusione, mettendo in crisi sogni, identità e rapporto di coppia.
“La voce di Hind Rajab” di Kaouther Ben Hania
Kaouther Ben Hania ricostruisce una storia vera avvenuta nella Striscia di Gaza: una bambina di sei anni resta intrappolata in un’auto sotto il fuoco dei combattimenti e chiama i soccorritori della Mezzaluna Rossa. La sua voce diventa l’unico filo con l’esterno, mentre i volontari tentano disperatamente di localizzarla e salvarla. Quando la comunicazione si interrompe, resta il silenzio — e il peso insostenibile di una tragedia che trasforma una singola voce in simbolo universale delle vittime innocenti della guerra.

“A real pain” di Jesse Eisenberg
Il film, diretto da Jesse Eisenberg, segue due cugini molto diversi tra loro, costretti a viaggiare insieme in Polonia e nei luoghi della memoria dell’Olocausto per onorare la nonna appena scomparsa. Il percorso diventa presto un confronto emotivo: vecchi rancori riaffiorano e il viaggio nelle radici familiari si trasforma in un’esplorazione dolorosa dei legami, dell’identità e del lutto.

“Emilia Perez” di Jacques Audiard
Il regista francese Jacques Audiard ambientata il suo film in Messico e racconta la storia di un boss del narcotraffico che chiede a un’avvocatessa di aiutarlo a scomparire e cambiare identità attraverso una riassegnazione di genere. Il progetto criminale diventa un percorso di trasformazione personale: la fuga dalla giustizia si intreccia al desiderio autentico di rinascita. Un film audace che mescola crime, musical e dramma per parlare di identità, redenzione e libertà.

“The legend of Ochi” di Isaiah Saxon
Diretto da Isaiah Saxon, il film segue Yuri, una ragazza cresciuta in un villaggio remoto dove è vietato uscire dopo il tramonto. Quando scopre di poter comunicare con una rara specie animale, un cucciolo abbandonato la porta a intraprendere un’avventura nella foresta per ricongiungerlo al suo branco. Tra magia, coraggio e scoperta, il film mescola fantasia e crescita personale, con un cast che include Helena Zengel, Willem Dafoe, Emily Watson e Finn Wolfhard.

“Mickey 17” di Bong Joon-ho
Il film di Bong Joon-ho è ambientato in un futuro segnato da sovrappopolazione e crisi climatica, dove l’umanità cerca nuovi mondi da colonizzare. Mickey Barnes viene designato “Sacrificabile”: ogni volta che muore, un clone identico lo sostituisce, garantendo il proseguimento della missione su Niflheim, un pianeta ostile. Quando Mickey17 sopravvive alla creazione del clone Mickey18, la sua esistenza diventa proibita e minaccia l’equilibrio della spedizione, costringendolo a confrontarsi con regole rigidissime, pericoli estremi e il paradosso della propria identità.

“28 anni” dopo di Danny Boyle
Il film di Danny Boyle è ambientato quasi tre decenni dopo la fuga del virus della rabbia che ha devastato il Regno Unito. Su una piccola isola isolata vive Spike con i genitori Jamie e Isla. Quando Spike compie 12 anni, il padre lo manda sulla terraferma per il suo “battesimo di sangue”: affrontare il primo infetto con arco e frecce. La missione diventa per Spike un viaggio di scoperta sul mondo reale, sulla complessità della sopravvivenza e sulla possibilità di salvare la madre malata.

“A House of Dynamite” di Kathryn Bigelow
A House of Dynamite racconta le ore frenetiche dopo il lancio di un missile balistico verso gli Stati Uniti, senza alcuna rivendicazione. Tra tensioni geopolitiche e dilemmi su come reagire, la Casa Bianca è in completo caos. Il film esplora il peso delle decisioni, i segreti di Stato e la pressione di una crisi imminente, con Idris Elba e Rebecca Ferguson nel cast.

“Bugonia” di Yorgos Lanthimos
Il film segue Teddy, un apicoltore paranoico convinto che alcuni esseri umani siano in realtà alieni intenzionati a sterminare l’umanità. Con l’aiuto del cugino, rapisce Michelle, la CEO della multinazionale per cui lavora, cercando una confessione. Ma Michelle, astuta e manipolatrice, ribalta rapidamente la situazione, seminando dubbi e tensioni tra i rapitori. Tra paranoia, inganni e ossessioni, il film esplora il confine tra realtà e follia in una spirale sempre più inquietante.

“Downton Abbey – Il gran finale” di Simon Curtis
L’ultimo capitolo della saga cinematografica, diretto da Simon Curtis, ci riporta agli Anni Trenta, dopo la Grande Depressione. Lady Mary guida la storica tenuta affrontando scandali familiari e difficoltà economiche, mentre la nuova generazione dei Crawley deve trovare un equilibrio tra tradizione e modernità. L’arrivo dell’eccentrico zio Harold svela segreti del passato, costringendo la famiglia a confrontarsi con cambiamenti inevitabili e a lottare per preservare onore e patrimonio.

“Eternity” di David Freyne
Il film David Freyne, racconta una storia d’amore nell’aldilà, dove ogni anima ha una sola settimana per scegliere dove e con chi trascorrere l’eternità. Joan, incontrando il suo primo marito Luke dopo decenni, si trova sospesa tra l’amore passionale della giovinezza e l’intimità costruita con il marito Larry durante una vita condivisa. Tra ricordi, scelte impossibili e nuove possibilità, il film esplora il tempo, la memoria e la profondità dei legami affettivi.

“The Smashing Machine” di Benny Safdie
The Smashing Machine racconta la vita del campione di wrestling e MMA Mark Kerr, che negli Anni ’90 domina il ring ma lotta con dipendenze, paure e fragilità personali. Tra vittorie spettacolari e cadute dolorose, Kerr affronta una battaglia interiore più dura di qualsiasi scontro sul ring, mentre il rapporto con l’amore e la disciplina mette a nudo il prezzo del successo e della fama.

“Enzo” di Robin Campillo
Si tratta dell’ultimo film scritto dal regista e sceneggiatore francese Laurent Cantet (scomparso il 25 aprile 2024), completato e diretto da Robin Campillo. Il film segue un sedicenne borghese che, invece di seguire le aspettative del padre, intraprende un apprendistato da muratore. Lì incontra Vlad, un collega ucraino che lo introduce a un mondo lontano dai privilegi e dalle regole familiari. Tra amicizia, scoperte e crescita personale, Enzo impara a confrontarsi con la propria identità e a scegliere liberamente il proprio destino.

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