Conoscere Letizia Battaglia attraverso il cinema

Una delle fotografe più amate in Italia e nel mondo. Una donna che ha preso la macchina fotografica e ha iniziato a scattare per esigenza, per guadagnarsi da vivere e per sentirsi libera. Una donna che ha scelto di raccontare la realtà attraverso un click e che è diventata artista più per volere degli altri che per sua decisione. Letizia Battaglia possiamo comprenderla anche con il cinema. 

Letizia Battaglia è una donna, una madre, una fotografa. Con i suoi scatti ha raccontato un periodo cruciale dell’Italia e della sua Palermo, ma il suo lavoro e il suo impegno sociale e civile non si limita alle conseguenze del mondo mafioso. La sua passione per la fotografia è nata per necessità, per dare da mangiare ai suoi tre figli, per sentirsi libera e autonoma. Inizia la sua carriera nel 1969 collaborando con il giornale Palermitano L’Ora ma l’anno successivo si trasferisce a Milano dove inizia a collaborare con altre testate. Fa ritorno nella sua Palermo nel 1974 e, unica donna tra tanti maschi, riesce a imporsi come fotoreporter. Con Franco Zecchin crea l’agenzia Informazione fotografica e si trova coinvolta inevitabilmente nel documentare le drammatiche vicende gli anni di piombo tra le vie della città. Le sue foto dei delitti di mafia hanno fatto informazione e al tempo stesso hanno scosso le coscienze di molti. Foto che raccontano l’egemonia dei Corleonesi e il malessere dello Stato. Il 6 gennaio del 1980 Letizia Battaglia è la prima fotoreporter ad arrivare sul luogo in cui è stato assassinato Piersanti Mattarella. Uno scatto che fa il giro del Paese e che ancora oggi la stessa Letizia Battaglia indica per spiegare come le sue fotografie non abbiano regole precise e come il bianco e nero sia stato per lei necessario a nascondere il dolore del sangue. Forse la sua prima foto che fa il giro del mondo e la rende nota a livello internazionale è la bambina con il pallone in mano, scattata nel quartiere della Cala, sempre a Palermo. Ciò dimostra come Letizia Battaglia non è solo la fotografa della mafia. Quanti sanno infatti che per diverso tempo ha fatto teatro, e portato quindi accoglienza, nel manicomio di Palermo? Quanti sanno che predilige gli sguardi dei bambini e delle donne? Nel 2017 Letizia Battaglia ha realizzato un sogno, forse l’obiettivo che sperava di raggiungere da sempre: ha inaugurato il Centro Internazionale di Fotografia all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa a Palermo, centro che co-dirige e diviso tra museo e vera e propria scuola di fotografia. Oggi Letizia Battaglia è anche nonna, una nonna dai capelli rosa che non è stanca di scattare fotografie e di dire quello che pensa. Ecco come il cinema l’ha raccontata in questi anni.

PALERMO SHOOTING

Wim Wenders nel 2008 gira Palermo Shooting, la storia di un fotografo di grande successo che decide di lasciare la sua vita movimentata trasferendosi a Palermo, città in cui incontra una bellissima restauratrice. In questo film appare la nostra Letizia Battaglia, nella precisione per un cameo. Finn è un fotografo che a causa di un incidente si può dire che ha visto la morte in faccia. Sceglie quindi di abbandonare la Germania con la scusa di un servizio fotografico a Milla Jovovich ma in realtà vuole solo iniziare da capo cercando di allontanare da se il pensiero della morte. A mitigare questa sua ossessione è l’incontro con Flavia, restauratrice impegnata nel restauro di un affresco del 500 raffigurante Il trionfo della morte. Del film presentato in anteprima al 61esimo Festival di Cannes e della fotografia scrive così Maria Pia Fusco su Repubblica: “nella fotografia di Wenders Palermo trionfa con la grandiosità dei suoi palazzi, dei colori, delle voci, dei volti, tra i quali alcuni noti, come quello di Leoluca Orlando – è lui a raccontare a Finn che a Palermo la festa dei morti di ottobre è più sentita e gioiosa del Natale – Rosa Balestrieri, la celebre fotografa Letizia Battaglia che di morte ne ha fotografata parecchia”.

LA MAFIA NON È PIÙ QUELLA DI UNA VOLTA

Nel 2019 Letizia Battaglia è protagonista nel film di Franco Maresco, La mafia non è più quella di una volta. Si tratta di un documentario in cui la vediamo in primo piano e tra le strade della sua città, con la macchina fotografica appena intorno al collo, durante la commemorazione per Falcone e Borsellino. Letizia Battaglia è la guest star del film di Maresco, contrapposta all’altra voce principale quella di Ciccio Mira. Qui, lei, la “fotografa delle guerre di mafia” diventa una sorta di Virgilio nella Palermo di oggi (con precisine, del maggio del 2017). Rappresenta quella faccia della medaglia che lotta contro il malaffare da sempre e per sempre, e che non festeggia nell’anniversario delle stragi ma preferisce commemorare con sacro rispetto, cosa per cui non è affatto d’accordo Cicco Mira e tutta una serie di altre persone, per come si vede chiaramente dal documentario. La teoria di Maresco è che la mafia trae giovamento da queste manifestazioni antimafia, mentre per Letizia Battaglia, se pur delusa da alcuni episodi, non è il caso di affidarsi al pessimismo cosmico del regista che etichetta con “scettico di merda”. La mafia non è più quella di una volta ha ricevuto il premio della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2019.

LETIZIA BATTAGLIA – SHOOTING THE MAFIA

Sempre nel 2019 Letizia Battaglia è stata protagonista al cinema con il documentario Letizia Battaglia – Shooting the mafia, in primis al London Film Festival. Il documentario arriva nelle sale italiane distribuito da I Wonders Pictures dal 22 al 25 marzo. Si tratta di un ritratto personale e intimo su Letizia Battaglia. Un vero film su questa donna, fotografa e artista. Nel documentario si osserva la sua vita, vissuta senza schemi e passando dalla fotografia di strada, fatta per documentare e informare, all’impegno in politica, mostrando come e quanto Letizia Battaglia è stata figura fondamentale del nostro Paese tra gli anni 70 e 90. In Letizia Battaglia – Shooting the mafia si intrecciano interviste e testimonianze d’archivio, ricercate e messe insieme dal regista Kim Longinotto. Un insieme di voci e di immagini che mostrato il profilo di una persona coraggiosa e passionale, con un’esistenza alle spalle straordinaria, anticonformista e anche sofferta. Il ritratto di una donna che sogna da sempre la libertà per se e per la sua Palermo, da troppo tempo incatenata al sistema mafioso. 

Margherita Bordino

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

Scopri di più