A Parigi dopo il Pompidou anche il Palais de Tokyo dovrà chiudere per lavori. Forse per più di un anno

La ristrutturazione e la messa a norma del Centro per l’Arte Contemporanea ospitato nell’ala ovest del palazzo costruito nel 1937 sono all’ordine del giorno da diversi anni, suggeriti da tempo dalla Corte dei Conti. Ora in piano di bilancio spunta una previsione di spesa per 46 milioni di euro. Il cantiere non prima del 2027

Ancora sono vaghi i dettagli sul progetto di ristrutturazione che dovrebbe portare, entro il 2027, alla chiusura temporanea del Palais de Tokyo di Parigi. Quel che è certo, ormai da anni, è che il Centro per l’arte contemporanea nato nel 2002 – ospitato nell’ala ovest dell’edificio in stile Art Dèco costruito in occasione dell’Esposizione Internazionale del 1937 tra Avenue du Président Wilson e Avenue de New York – necessita di una riqualificazione volta all’adeguamento ai moderni standard di sicurezza e al consolidamento delle strutture.

Il Palais de Tokyo necessita di ristrutturazione

Un problema noto e già evidenziato nel 2022 dalla Corte dei Conti francese nel rapporto sulle condizioni del sito, che rilevava difetti tanto progettuali che relativi alla manutenzione, tali da “comprometterne la sicurezza per mancanza di conformità alle nuove normative”. Si consigliavano, dunque, tra le altre cose, la sostituzione e l’impermeabilizzazione dei tetti originali in zinco, e l’adeguamento dell’impianto elettrico, per una spesa stimata di almeno 15 milioni di euro.Eppure, nel corso dell’ultimo decennio, il Palais de Tokyo ha a più riprese affrontato periodici investimenti per manutenere gli spazi frutto dell’ambiziosa operazione di restauro e riallestimento condotta tra il 2000 e il 2012 dallo studio di architettura parigino Lacaton & Vassal, che restituì i volumi del Palazzo alla loro trasparenza originaria, consegnando alla città, al termine dei lavori, il più grande centro per l’arte contemporanea d’Europa.

La chiusura temporanea del Palais de Tokyo per ristrutturazione

Spese, dilazionate nel tempo ma costanti, che la direzione del Centre d’Art Moderne ha rivelato di non riuscire più ad affrontare, se non per ottenere una soluzione definitiva al problema. Da qui, ormai più di un anno fa, maturava l’idea di chiudere il museo per un periodo di tempo determinato, concentrando gli sforzi e le risorse economiche sul cantiere di ristrutturazione, per poi restituire ai visitatori un centro moderno e sicuro. Analogamente alla scelta operata per il Centre Pompidou, attualmente chiuso per lavori che non termineranno prima del 2030 (con conseguenti polemiche sul lunghissimo periodo di stop di uno dei musei più visitati al mondo).

Tempi e spesa per il cantiere del Palais de Tokyo

Il progetto è finora rimasto congelato, ma il piano di bilancio del Palais de Tokyo per il 2026, reso noto nelle scorse settimane dal Journal des Arts, riporterebbe una previsione di spesa pari a 46 milioni di euro da investire per gli interventi di ristrutturazione necessari. Che, visto l’aumentare dell’importo ipotizzato in origine, dovrebbero anche prolungarsi più del previsto, costringendo il museo a chiudere per almeno 18 mesi, rispetto ai 12 auspicati dalla direzione. I lavori, però, non dovrebbero iniziare prima del 2027, probabilmente in primavera, anche se nessuna comunicazione ufficiale è ancora stata divulgata. Intanto, la stagione 2026 sembra essere assicurata: al termine della collettiva sui rapporti tra l’arte contemporanea francese e quella americana e delle retrospettive su Melvin Edwards e Caroline Kent – tutte in chiusura a metà febbraio – si attende una programmazione espositiva primaverile prossima a essere annunciata.

Livia Montagnoli

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