La Fao apre a Roma il suo museo per l’alimentazione e l’agricoltura. Inaugura il MuNe

Un’esperienza immersiva per immaginare un futuro alimentare sostenibile. Il nuovo MuNe nasce negli spazi dell’ex Biblioteca David Lubin, presso la sede romana della Fao, per celebrare 80 anni dalla fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura

Si celebra il 16 ottobre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, istituita nel 1945 per ricordare la data di fondazione della Fao, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. E proprio in occasione dei suoi 80 anni, l’istituto internazionale con sede a Roma si regala un nuovo spazio espositivo che invita a scoprire i sistemi alimentari globali. 

Cos’è il MuNe, museo per l’alimentazione e l’agricoltura della Fao

MuNe, come è stato ribattezzato l’inedito progetto, è la sigla che battezza il Museo e rete per l’alimentazione e l’agricoltura, che nasce come esperienza didattica permanente con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su come ognuno di noi può impegnarsi per favorire la sicurezza alimentare. I visitatori del museo scopriranno le diverse tradizioni alimentari e agricole, le innovazioni rese possibili dal progresso scientifico e tecnologico, e approfondiranno il ruolo delle popolazioni indigene nella creazione di un futuro alimentare sostenibile. Il museo trova spazio nell’edificio della ex Biblioteca David Lubin all’interno dell’imponente edificio della Fao, che dal 1951 occupa questo palazzo dirimpetto al Circo Massimo nato in epoca fascista come Ministero delle Colonie. L’esposizione si estende su 1.300 metri quadri, tra sale tematiche e spazi immersivi, e sarà visitabile dal 20 ottobre, su prenotazione (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 16). La visita dura 90 minuti, e viene effettuata in gruppo. 

Il percorso di visita del MuNe. Le esperienze immersive

Il percorso di visita inizia ripercorrendo la storia della Fao, per poi procedere tra installazioni digitali e fotografiche che approfondiscono quattro concetti chiave: produzione, nutrizione, ambiente e vita; ma c’è spazio anche per un Laboratorio alimentare dove esplorare le cucine del mondo (con workshop, degustazioni e incontri calendarizzati) e per la visita alla biblioteca Fao, che custodisce anche collezioni rare di volumi e archivi digitali. Una sezione è dedicata alle relazioni tra passato e presente in campo agricolo e alimentare, e mette a confronto il sapere contadino con i progressi portati dalle nuove tecnologie. Tra gli spazi immersivi, la Foresta della consapevolezza, che invita a utilizzare la creatività per ispirare azioni concrete, il Tavolo della convivialità e l’Albero della vita di Expo 2015. Nella sezione conclusiva, ribattezzata il Mondo delle azioni, ogni visitatore è chiamato a passare all’azione, per diventare “un eroe” dell’alimentazione. Uno spazio sarà riservato alle mostre temporanee.

L’arte contemporanea al MuNe e la piattaforma digitale

L’arte contemporanea peraltro confluisce nel progetto attraverso i lavori di grandi artisti – da Michelangelo Pistoletto a Umberto Ughi, a Pablo Atchugarry – che coesistono nel museo con i manufatti archeologici e gli oggetti donati da oltre 25 Paesi membri Fao. Ma il MuNe nasce con l’intento di farsi anche rete diffusa, prevedendo oltre allo spazio fisico anche una piattaforma digitale (di cui fanno parte i progetti Global Library of Trees and Flowers, biblioteca vivente di alberi e fiori basata a nella romana Villa Doria Pamphilj, e il percorso educativo Pompei sostenibile), che funzionerà come polo internazionale per il dialogo tra i Paesi membri della Fao.

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Redazione

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