Storia e rigenerazione della Rocca di Scandiano. Che diverrà polo culturale dell’Emilia-Romagna
Entro la fine del 2026 dovrebbe inaugurare lo spazio museale nella Rocca di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Il complesso è ora oggetto di un importante intervento di restauro e valorizzazione che regalerà al territorio un nuovo polo culturale
Un viaggio architettonico dal Trecento al Seicento. Visitare il cantiere in corso alla Rocca di Scandiano (Reggio Emilia) significa attraversare uno dei principali complessi rinascimentali del territorio padano. Nato nei primi decenni del Trecento per volere dei Da Fogliano, il sito presenta una vicenda edificatoria complessa, principalmente legata alla famiglia Boiardo che la abitò dal 1423 al 1560. In questo luogo e in quegli anni il conte Matteo Maria Boiardo, educato alla corte degli Estensi, scrisse il celebre Orlando Innamorato, uno dei più importanti poemi cavallereschi, pubblicato per la prima volta nel 1483. Durante il Cinquecento Giulio Boiardo chiamò al lavoro artisti come Bartolomeo Spani (Reggio Emilia, 1468 – 1539) e Nicolò dell’Abate (Modena, 1510 – Fontainebleau, 1571), che per lui dipinse il ciclo dell’Eneide, oggi conservato presso la Galleria Estense di Modena, e il Salone del Paradiso, testimonianze intrise di cultura rinascimentale. L’antico castello fu così trasformato in dimora principesca e preziosamente affrescato. Fuori uno spazio fortificato, dentro un luogo decorato con minuzia.
La storia della Rocca di Scandiano e le ragioni della sua incompiutezza
Con il passaggio della Rocca di Scandiano ai Thiene, nel Seicento si leggono i segni di un progetto grandioso, sotto la direzione dell’architetto Giovanbattista Aleotti detto l’Argenta (Argenta, 1546 – Ferrara, 1636). A lui si devono la realizzazione dell’imponente scalone che conduce al piano nobile, l’ultimazione del torrione a sud ovest e la definizione della facciata a sud, ma il suo piano a impianto quadrangolare non venne in gran parte ultimato. Oggi, infatti, uno degli spazi esterni recuperato all’interno della “zona archeologica” e del bastione sud est è gergalmente chiamato “la torre mai realizzata”, ed è diventato il teatro di molte iniziative estive, tra cui Festivalove, la kermesse culturale ispirata proprio ai versi boiardeschi. Il progetto di Aleotti definisce quella che è oggi la caratteristica più interessante e moderna del complesso: l’incompiutezza. In epoca barocca la Rocca passò agli Este e, dopo ulteriori vicissitudini, al Regno d’Italia, quando fu destinata a sede per i cadetti dell’Accademia Militare di Modena. Per questo si trovano ancora gli argani usati nelle cucine, nascosti dietro a un muro, e i vespasiani dei soldati. Attraversando la Rocca nelle sue stanze, la storia è impressa sulle superfici murarie che conservano le tracce di merli, aperture, camini, cavedi, incisioni e graffiti: testimonianze visive delle vicende culturali e antropologiche che hanno attraversato l’edificio.
1 / 6
2 / 6
3 / 6
4 / 6
5 / 6
6 / 6
I traguardi del 2026 per la rigenerazione della Rocca di Scandiano
Nel 2024 la Rocca è tornata nelle mani del Comune di Scandiano, attraverso un atto di acquisizione a titolo gratuito dal Demanio dello Stato, dando nuovo impulso al progetto di rigenerazione del complesso e delle aree circostanti circostanti avviato dal 2002 con l’approvazione, da parte della Soprintendenza, del masterplan complessivo del recupero funzionale e del restauro. Il piano REEC – Rocca Esposizioni Eventi Cultura, formulato nel 2022, è l’intervento di maggiore impatto che sia stato concepito su questo immenso manufatto. L’ambizione è definire una nuova funzione per l’edificio: polo museale e culturale innovativo e laboratorio permanente capace di raccontare la storia e l’identità della città di Scandiano. Il cantiere di restauro copre circa 5000 mq di superficie, complessivamente suddiviso in tre stralci. Il completamento delle prime due fasi per inaugurare lo spazio museale è previsto entro la fine del 2026.
Verso un nuovo polo museale e culturale in Emilia-Romagna
L’intervento prevede una riorganizzazione degli ambienti e dei percorsi che attraverseranno gli spazi museali, culturali e pubblici disposti su più livelli. In particolare, al primo piano, saranno collocate le sale espositive permanenti dedicate all’Umanesimo e ai Boiardo, la Sala del Paradiso e il Camerino dell’Eneide, spazi per eventi, spettacoli e conferenze e per la narrazione di personalità importanti per la città come Matteo Maria Boiardo e Lazzaro Spallanzani, oltre al Polo Bibliotecario e all’Archivio. Il progetto (e i precedenti), a firma dello studio di architettura Ufficio Progetti di Giorgio Adelmo Bertani e Francesca Vezzali, conserva le tracce della memoria articolata impressa sulle superfici in laterizio, sugli intonaci e tra gli affreschi, valorizza le volumetrie e l’articolazione spaziale e mira a raccontare la storia dell’edificio, attualizzandola e dando agli spazi nuova vocazione.
1 / 8
2 / 8
3 / 8
4 / 8
5 / 8
6 / 8
7 / 8
8 / 8
L’intervento architettonico dello studio Ufficio Progetti
A oggi è in ultimazione il recupero dell’atrio d’ingresso e dello scalone d’onore che saranno spazi di accoglienza; attraverso una chiostrina esistente, sarà installato l’ascensore panoramico ed è stata realizzata una nuova scala interna, in ferro e legno, a servizio degli ambienti museali ai piani superiori. Sono stati realizzati i consolidamenti strutturali necessari e in corso di definizione i restauri degli ambienti che definiscono la corte vecchia e il fronte sud, oltre che dell’ala ovest del piano nobile. Il cantiere ha portato alla luce fregi precedentemente nascosti e garantisce ora l’accessibilità agli spazi e un controllo dei percorsi di visita.
Il ruolo strategico della Rocca di Scandiano e l’importanza del suo recupero
Il profilo planimetrico della Rocca, con le sue linee spezzate e con la sua geometria non-finita, identifica l’orizzonte dello spazio urbano che la abbraccia. “I nostri giochi echeggeranno umidi sul prato del castello”: così Pier Paolo Pasolini, che visse a Scandiano e frequentò il ginnasio a Reggio Emilia, descrive in una poesia il vallo verde, che protegge a sud l’impianto del castello. Al termine dei lavori interni, il vallo e lo spazio antistante saranno ripensati – su suggerimento dei progetti vincitori del concorso di idee indetto nel 2023 – e riconfigurati per dare forma a una nuova piazza cittadina. Così facendo si punta a valorizzare lo storico viale in asse con l’accesso alla Rocca e limitare alla mobilità lenta uno spazio che oggi è attraversato dalle automobili: una piccola (necessaria) rivoluzione. La Rocca di Scandiano rappresenta il frammento urbano più importante di un territorio la cui storia è impregnata di poesia, cultura e scienza. L’ambizioso progetto di recupero del complesso e delle aree circostanti lo trasforma da edificio fortificato a difesa, in edificio aperto che accoglie e si lascia attraversare, e l’incompiutezza che lo caratterizza, la sua non definizione, lo spalanca a nuove prospettive. Fra l’interno e l’esterno, attraverso le mura interrotte, i varchi e le porte che caratterizzano la sua geometria, il progetto sembra rendere possibile uno scambio di energia. Perché le storie possano da qui entrare ed uscire, diffondersi e vibrare come i versi di una poesia.
Anna Vittoria Zuliani
(Grazie all'affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati