Una lista delle mostre più attese per il 2026 in Italia
Da Milano a Roma, da Bologna a Udine, passando per tante altre città: le mostre in programma per il 2026 in Italia vedono protagonisti molti grandi nomi del Novecento e di oggi. Ma non mancano le esposizioni storiche
Luciano Fabro e Anselm Kiefer si prendono Milano, mentre a Venezia le protagoniste sono due grandi donne dell’arte: Peggy Guggenheim e Marina Abramović; intanto, Roma accende i riflettori sul “suo” Gian Lorenzo Bernini. E questi sono solo alcuni dei nomi al centro della stagione espositiva italiana del 2026, con tante grandi mostre nelle città maggiori, ma anche in centri più piccoli come Forlì e Udine.
Vittoria Caprotti
MAMbo, Bologna – John Giorno
Poeta e performer magnetico, John Giorno (New York, 1936 – 2019) ha saputo trasformare la parola in forma d’arte. A lui il MAMbo dedica la prima grande retrospettiva museale italiana con cui ripercorrere la sua pratica multiforme attraverso diversi nuclei di opere, mostrando come Giorno abbia valorizzato il linguaggio poetico nelle sue dimensioni plastiche, relazionali e performative spingendo la parola a sconfinare nel territorio delle arti visive. Larga parte della sua produzione artistica, infatti, reimpiega estratti delle sue poesie replicati su diversi supporti, con l’uso di colori accuratamente scelti e un font iconico realizzato da Mark Michaelson appositamente per l’artista.
Bologna // dal 5 febbraio al 3 maggio 2025
John Giorno: The Performative Word
MAMbo
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Accademia Carrara, Bergamo – I tarocchi
Un progetto atteso da tempo, per non dire un evento storico nel mondo dei tarocchi: dopo più di un secolo, nel 2026 a Bergamo saranno riunite le 74 carte del mazzo Colleoni, il più completo al mondo. I 74 tarocchi sono, infatti, conservati tra l’Accademia Carrara di Bergamo, la Morgan Library di New York e una collezione privata. Per l’occasione, è stato pensato un percorso lungo sette secoli, dal Quattrocento al Novecento e oltre che, grazie a prestigiosi prestiti nazionali e internazionali, approfondisce la storia, la committenza, gli artisti, le tecniche, la fortuna e il fascino che queste carte continuano ad avere. Nati come svago aristocratico e diffusi con l’invenzione della stampa, i tarocchi si sono affermati come strumento divinatorio nel XVIII secolo, raggiungendo un’enorme fortuna culturale e simbolica nel Novecento: basti citare il mazzo disegnato da Leonora Carrington e il giardino dei tarocchi di Niki de Saint Phalle.
Bergamo // dal 27 febbraio al 2 giugno 2026
TAROCCHI. Le origini, le carte, la fortuna
ACCADEMIA CARRARA
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Palazzo Reale, Milano – Anselm Kiefer
Tra le mostre già annunciate per il 2026 di Palazzo Reale, spicca sicuramente quella di Anselm Kiefer (Donaueschingen, 1945) che verrà allestita nell’iconica Sala delle Cariatidi – mentre le altre sono dedicate alla fotografia di Robert Mapplethorpe, ai Macchiaioli e alla Metafisica. Le Alchimiste, questo il titolo dell’esposizione, nasce da un progetto avviato nel 2023 e presenta oltre quaranta grandi teleri, realizzati appositamente per il luogo della mostra, in dialogo con la sua drammatica bellezza segnata dal bombardamento alleato che nel 1943 colpì Milano. Milano, città in cui visse la sua giovinezza Caterina Sforza, scienziata e condottiera, autrice di un raro manoscritto con oltre 400 ricette tra medicamenti e formule alchemiche. È tra le protagoniste del pantheon femminile evocato da Kiefer: si va da Isabella Cortese a Maria la Giudea, da Rebecca Vaughan a Mary Anne Atwood. Attraverso la sua pittura materica e simbolica, l’artista restituisce volti e corpi spesso dimenticati, riconoscendo a queste alchimiste un ruolo cruciale nella nascita del pensiero scientifico moderno.
Milano // dal 7 febbraio al 27 settembre 2026
Anselm Kiefer. Le alchimiste
PALAZZO REALE
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Fondazione Prada, Milano – Mona Hatoum
A Milano ci sarà anche un’altra grande protagonista dell’arte contemporanea: Mona Hatoum (Beirut, 1952). Over, under and in between è il suo progetto site-specific concepito per la sede di milanese di Fondazione Prada con cui ci invita a riflettere sull’instabilità dei nostri tempi e sulla precarietà dell’esistenza. Si compone di tre installazioni che esplorano alcuni elementi caratteristici del vocabolario artistico di Hatoum: la ragnatela, la mappa e la griglia. La loro presenza riattiva lo spazio dell’edificio Cisterna, che un tempo ospitava i silos e i serbatoi dell’ex distilleria di alcolici lì situata. I tre lavori, indipendenti l’uno dall’altro, rappresentano i concetti di instabilità, pericolo e fragilità creando un dialogo con lo spazio e, in particolare, con l’esperienza fisica del visitatore.
Milano // dal 29 gennaio al 9 novembre 2026
Over, Under and In Betweetn. Mona Hatoum
FONDAZIONE PRADA
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Pirelli HangarBicocca, Milano – Luciano Fabro
Figura centrale dell’arte italiana del Dopoguerra, Luciano Fabro (Torino, 1936 – Milano, 2007) è stato un esponente di spicco del movimento dell’Arte Povera e ha sperimentato le potenzialità espressive di materiali diversi: dai più tradizionali, come il marmo e il ferro, a quelli meno consueti, come il vetro o la seta. Quella milanese sarà la prima retrospettiva in un museo italiano dedicata a Fabro dopo la sua scomparsa e presenterà un’ampia selezione di sculture e installazioni. In particolare, al centro verrà messa la ricerca percettiva e spaziale avviata dall’artista negli anni Sessanta, tracciandone l’evoluzione fino ad arrivare all’elaborazione di strutture e spazi architettonici complessi, spesso realizzati in carta, che l’artista definiva “habitat”: ambienti ideali concepiti per accogliere e attivare le sue opere. La retrospettiva rappresenta anche un’occasione per riflettere sul profondo legame tra Luciano Fabro e la città di Milano, dove si trasferì nel 1959 e dove, dal 1983 al 2002, insegnò all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Milano // dall’8 ottobre 2026 al 21 febbraio 2027
Luciano Fabro
PIRELLI HANGARBICOCCA
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Museo Poldi Pezzoli, Milano – Meraviglie del Grand Tour
A Milano trova spazio anche l’antico. Infatti, la più famosa tra le case museo milanesi presenta una mostra realizzata in stretta collaborazione con il Metropolitan Museum di New York dedicata al mito del Grand Tour. Al centro di Meraviglie del Grand Tour c’è il quadro Roma Antica (1757) di Giovanni Paolo Pannini, una spettacolare veduta immaginaria delle rovine di Roma che dialogherà con le collezioni del museo e con nuove importanti acquisizioni, come le vedute di Van Wittel, un sarcofago romano del III secolo, una porcellana Ginori del Laocoonte e una selezione inedita di ventagli del Grand Tour. A completare l’esposizione c’è un cortometraggio originale di Ferzan Ozpetek che reinterpreta il tema del viaggio come esperienza emotiva e senza tempo.
Milano // dal 30 gennaio al 4 maggio 2026
Meraviglie del Grand Tour
MUSEO POLDI PEZZOLI
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Palazzo Esposizioni, Roma – Mario Schifano
Roma celebra una delle sue icone contemporanee: Mario Schifano (Holms, 1934 – Roma, 1998) sarà, infatti, il protagonista del nuovo capitolo del programma avviato da Palazzo Esposizioni di studio e valorizzazione delle figure e dei movimenti che hanno segnato la cultura visiva del secondo Novecento, in particolar modo quello romano. Ll percorso espositivo si snoderà nella rotonda e nelle sette grandi sale del piano terra, dove le opere si articoleranno in ordine cronologico a partire dai lavori degli esordi fino a quelli degli anni Novanta. La mostra restituirà la biografia artistica di Schifano attraverso le sue principali invenzioni visive: dall’interesse per la sperimentazione con i materiali ai monocromi, dalle iconografie mediate dal linguaggio fotografico ai paesaggi TV, dai lavori frutto della commistione di fotografia e pittura ai quadri di esplicito impegno sociale.
Roma // da marzo a luglio 2026
Mario Schifano
PALAZZO ESPOSIZIONI
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Palazzo Barberini, Roma – Bernini e i Barberini
Oltre a quello di Schifano, il 2026 di Roma vede protagonisti altri grandi nomi della storia cittadina: Gian Lorenzo Bernini (Napoli, 1598 – Roma, 1680) e la famiglia Barberini, grazie alle Gallerie Nazionali di Arte Antica che presenteranno la grande mostra Bernini e i Barberini. Sarà un’indagine sul rapporto tra lo scultore e Maffeo Barberini, suo primo e più decisivo committente, eletto pontefice nel 1623 con il nome di Urbano VIII. La mostra offrirà un’occasione inedita per ripensare la nascita del Barocco attraverso la lente privilegiata del dialogo artistico, politico e personale tra Bernini e papa Urbano VIII, due figure chiave nell’affermazione del linguaggio barocco. L’esposizione si tiene, peraltro, in coincidenza con il 400° anniversario della consacrazione della nuova Basilica di San Pietro (1626), uno dei momenti più alti proprio del Barocco romano e dell’attività berniniana.
Roma // dal 12 febbraio al 14 giugno 2026
Bernini e i Barberini
PALAZZO BARBERINI
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Museo Civico San Domenico, Forlì – Il Barocco
Da Roma si passa a Forlì, ma sempre nel segno del Barocco. La mostra forlivese vuole offrire una visione d’insieme della cultura barocca: dal dibattito delle idee che la generarono ai protagonisti che le diedero forma, fino al ruolo determinante delle committenze che ne influenzarono lo sviluppo. Se Roma fu al centro e segnò l’avvio di questa mirabile stagione, i suoi esiti e il suo influsso caratterizzarono il linguaggio e la cultura di tutta Europa. Per comprendere appieno la genesi e l’evoluzione del movimento nella mostra di Forlì si presentano numerosi confronti e focus che vanno dalle rappresentazioni di epoca ellenistica alla spazialità inquieta del tardo manierismo, fino al realismo estremo di Caravaggio. E, poi, oltre, arrivando al Novecento, con una rinnovata attenzione critica e storica che mette fine alla tradizionale lettura negativa del Barocco, rivalutandolo come momento di straordinaria complessità culturale e formale.
Forlì // dal 21 febbraio al 28 giugno 2026
Barocco. Il gran teatro delle idee
MUSEO CIVICO SAN DOMENICO
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Palazzo Strozzi, Firenze – Mark Rothko
La mostra Rothko a Firenze presenta un’ampia selezione di opere di Mark Rothko (Daugavpils, 1903 – New York, 1970), dagli anni ‘30 al 1970, tra cui numerosi dipinti di grande formato, molti dei quali mai esposti in Italia. Il progetto esplora il profondo rapporto di Rothko con la città di Firenze, in un percorso che parte dalle sale di Palazzo Strozzi per proseguire in due luoghi simbolo del patrimonio rinascimentale fiorentino: il Museo di San Marco, in dialogo con gli affreschi di Beato Angelico, e il vestibolo della Biblioteca Medicea Laurenziana progettato da Michelangelo. La mostra, dunque, celebra l’influenza dell’arte rinascimentale sulla visione artistica di Rothko, il cui primo incontro con Firenze risale al 1950. In quell’anno, infatti, visitò l’Italia con la moglie Mell, rimanendo colpito da artisti del nostro Tre, Quattro e Cinquecento.
Firenze // dal 14 marzo al 26 luglio 2026
Rothko a Firenze
PALAZZO STROZZI
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Palazzo Martinengo, Brescia – Il Liberty
Lo stile Liberty ha contraddistinto la produzione artistica italiana nel primo quindicennio del Novecento e ora sarà protagonista di una mostra bresciana con oltre cento capolavori provenienti da collezioni private e da importanti istituzioni museali italiane. Liberty. L’arte dell’Italia moderna invita il visitatore a immergersi nei temi e nelle atmosfere di un’epoca di profondi cambiamenti, tanto nell’arte quanto nella società, attraverso la pittura, la scultura, la grafica pubblicitaria, la moda, la fotografia, il neonato cinema e le arti applicate. Emerge, così, grazie al dialogo tra tutte queste discipline, una visione inedita di uno dei periodi più fertili della storia dell’arte europea tra Otto e Novecento.
Brescia // dal 24 gennaio al 14 giugno 2026
Liberty. L’arte dell’Italia moderna
PALAZZO MARTINENGO
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Collezione Peggy Guggenheim, Venezia – Peggy a Londra
Una mostra per celebrare Peggy Guggenheim nella sua casa, indagando l’avventura londinese della collezionista che a Londra aprì la sua prima galleria, Guggenheim Jeune, attiva tra il gennaio del 1938 e il giugno del 1939, diventando un punto di riferimento per le avanguardie dell’epoca. L’esposizione getta luce su un periodo cruciale che contribuì a definire Peggy Guggenheim come collezionista e mecenate, mettendo in evidenza anche la rete di influenze e amicizie, da Marcel Duchamp a Samuel Beckett. Peggy Guggenheim a Londra. Nascita di una collezionista riunirà, tra le altre, opere chiave esposte in occasione delle pioneristiche mostre della Guggenheim Jeune e non mancheranno i materiali d’archivio, a testimoniare un’epoca di intensa sperimentazione e fermento culturale, a ridosso dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Venezia // dal 25 aprile al 19 ottobre 2026
Peggy Guggenheim a Londra. Nascita di una collezionista
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
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Gallerie dell’Accademia, Venezia – Marina Abramović
In occasione del suo 80° compleanno, nel 2026 Marina Abramović (Belgrado, 1946) sarà la prima artista donna vivente ad avere una mostra personale alla Gallerie dell’Accademia di Venezia. Con Transforming Energy l’artista serba instaura un profondo dialogo tra le sue opere performativa e i capolavori rinascimentali che hanno plasmato l’identità culturale di Venezia, creando un percorso che si snoda sia nelle sale della collezione permanente che negli spazi delle mostre temporanee: un’assoluta novità nella storia del museo. Al centro dell’esposizione c’è, quindi, l’incontro tra passato e presente, tra materiale e immateriale, tra corpo e spirito.
Venezia // dal 6 maggio al 19 ottobre 2026
Transforming Energy
GALLERIE DELL’ACCADEMIA
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Museo d’Arte Moderna e Contemporanea. Casa Cavazzini, Udine – Impressionismo e modernità
Arrivano in Friuli più di 90 capolavori del Kunst Museum di Winterthur: da Van Gogh a Mondrian, da Monet a Ernst, da Magritte a Picasso, da Klee a de Chirico. Il percorso espositivo propone un appassionante racconto che esplora i profondi cambiamenti dell’arte tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, con un doppio focus: la rivoluzione dei linguaggi artistici e il ruolo decisivo di collezionisti e mecenati, capaci di riconoscere e sostenere la forza dirompente delle avanguardie. Già alla fine del XIX secolo, quando l’impressionismo stava ancora lottando per essere riconosciuto nei grandi musei europei, Winterthur fu tra le prime città a scommettere sulla nuova pittura. Così, opere di artisti come van Gogh, Monet, Pissarro, Sisley e Bonnard entrarono nelle collezioni sia museali che private, anticipando le tendenze diffusesi decenni più tardi – e tra poco saranno a Udine.
Udine // dal 30 gennaio al 30 agosto 2026
Impressionismo e modernità. Capolavori dal Kunst Museum Winterthur
MUSEO D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA. CASA CAVAZZINI
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