Le mostre da non perdere a Natale 2025 in giro per l’Italia
Da Nord a Sud, spaziando tra la Firenze rinascimentale di Beato Angelico e la Napoli contemporanea, con mostre monografiche ed esposizioni collettive in tutte le regioni. Ecco quali mostre vedere in Italia durante queste festività
Protagonisti della storia dell’arte come Beato Angelico a Firenze e nomi da riscoprire quali Bartolomeo Cesi a Bologna; collezioni ottocentesche a Genova e mostre collettive per conoscere la contemporaneità a Napoli; i segreti dell’arte giapponese ad Aosta e i principali interpreti del Novecento italiano a Catania; figure chiave del Novecento a Milano e Roma. In tutte le regioni italiane c’è qualcosa da vedere. Bisogna solo scegliere dove trascorrere le vacanze di Natale e che mostra visitare.
Vittoria Caprotti
Biella – Andy Warhol
Arrivano per la prima volta in Italia i tessuti e gli abiti disegnati da Andy Warhol, affiancando le sue opere più iconiche. La mostra di Biella crea, così, un dialogo inedito tra Pop Art e tradizione industriale, tra superfici stampate e superfici serigrafate. Le opere esposte testimoniano anche il legame profondo tra l’artista e l’Italia, dove dagli anni Settanta Warhol espose regolarmente, trovando ispirazione, pubblico e mecenati. Sono due le sedi espositive, dove si possono osservare oltre 200 opere tra serigrafie, foto, vinili, ceramiche, abiti e tessuti, in una narrazione che riconnette Warhol al suo primo mestiere: quello di designer.
Biella // fino al 6 aprile 2026
Andy Warhol. Pop Art & Textiles
PALAZZO GROMO LOSA E PALAZZO FERRERO
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Aosta – Arte giapponese
La mostra di Aosta è dedicata alla bellezza dell’oro e alle sue molteplici applicazioni nelle arti del Giappone, per cui esplora la cultura materiale giapponese grazie a manufatti che spaziano dalla metà del XV secolo fino ai giorni nostri. Molte le tecniche nipponiche tutte da scoprire in cui l’oro è protagonista assoluto: kinpaku, kirigane, kinran, kintsugi, maki-e. Nella tradizione giapponese, infatti, l’oro non è soltanto un materiale o un colore, ma pura luce: nel Buddhismo rappresenta lo splendore della luce di Buddha; nel teatro tradizionale No è la luce della dimensione sacrale che distingue le divinità dagli esseri umani.
Aosta // fino al 6 aprile 2026
KIN – L’oro nelle arti giapponesi
MEGAMUSEO
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Bolzano – Nicola L.
La retrospettiva dedicata a Nicola L. è un’occasione unica per esplorare la pratica dell’artista francese di origine marocchina, una pratica che si manifesta in una sorprendente varietà di linguaggi: dalla scultura al collage, dalla pittura al disegno, fino alla performance e al film. Nicola L. – I Am The Last Woman Object, che è la prima mostra museale dell’artista in Italia e la più ampia mai realizzata fino ad oggi, segue tutta la carriera dell’artista che alla metà degli Anni Sessanta ha sviluppato un’opera tanto giocosa quanto radicale, permeata da ideali di uguaglianza, collettività e da uno spirito sovversivo. La sua pratica – spesso associata alla Pop Art, al Nouveau Réalisme, al femminismo e al design – intreccia temi come la spiritualità, la sessualità, l’ambientalismo e la resistenza politica.
Bolzano // fino al 1° marzo 2026
Nicola L. – I Am The Last Woman Object
MUSEION
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Trento – L’inverno nell’arte
Con i Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026 alle porte, a Trento l’inverno e la neve sono protagonisti anche nell’arte grazie alla mostra L’inverno nell’arte dedicata alle rappresentazioni dell’inverno nelle arti figurative in un arco cronologico che va dal Medioevo all’Ottocento. I temi affrontati nel percorso presentano precisi legami con gli sport invernali, a partire dalla rappresentazione dell’ambiente alpino e della neve, fino alle premesse storiche che hanno condotto alla loro nascita. La sfida posta da un ambiente naturale difficile ha, infatti, stimolato la continua ricerca di soluzioni che si sono sviluppate anche in direzione ludica e ricreativa, fino a strutturarsi nelle diverse discipline sportive. Questi filoni tematici sono approfonditi attraverso l’esposizione di dipinti, sculture, incisioni, ma anche oggetti di uso quotidiano legati alla stagione invernale.
Trento // fino al 15 marzo 2026
L’inverno nell’arte. Paesaggi, allegorie e vita quotidiana
CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO
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Pordenone – Robert Doisneau
Robert Doisneau (Gentilly, 1912 – Montrouge, 1994) ha immortalato Parigi come nessun altro: sua è
la famosa foto intitolata Le Baiser de l’Hôtel de Ville, con quel bacio in bianco e nero che è diventato un’icona universale. Ora è in mostra a Pordenone all’interno del programma “Sul leggere. Una stagione di mostre fotografiche” promosso dal Comune di Pordenone e prodotto da Suazes in vista di Pordenone Capitale Italiana della Cultura 2027. In mostra si trovano oltre cento fotografie che raccontano la sua immensa carriera, tra strade acciottolate, caffè fumosi e quartieri popolari della Ville Lumiére.
Pordenone // fino al 6 aprile 2026
Robert Doisenau. Lo sguardo che racconta
GALLERIA HARRY BERTOIA
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Venezia – Lucio Fontana
È la prima personale mai realizzata in un museo ad essere esclusivamente dedicata alle opere in ceramica di Lucio Fontana (Rosario, 1899 – Comabbio, 1968). Sebbene questo grande artista sia conosciuto soprattutto per le iconiche tele tagliate e bucate degli Anni Cinquanta e Sessanta, Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana pone l’accento su una parte meno nota, ma essenziale della sua produzione: il lavoro con la ceramica, iniziato in Argentina negli Anni Venti e portato avanti per tutta la vita. Una settantina di opere, alcune mai esposte prima e provenienti da collezioni sia pubbliche che private: così si costruisce il percorso espositivo, che rivela tutte le sperimentazioni di Fontana. Rese possibili proprio dal materiale usato: la creta.
Venezia // fino al 2 marzo 2026
Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
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Padova – La Collezione Centanini
La Collezione Centanini è stata donata alla Fondazione dall’avvocato Pietro Centanini nel 2015 e riunisce ciò che era stato collezionato nel tempo dalla storica famiglia di origini veneziane e le acquisizioni che l’avvocato stesso iniziò a fare quando era ancora studente di giurisprudenza a Padova. Ora 70 opere della Collezione, coprendo interi secoli di storia dell’arte, sono in mostra a Padova. La collezione di famiglia riuniva quadri datati tra il Seicento e il primo Ottocento, mentre il gusto dell’avvocato si orientò verso l’arte dei suoi contemporanei veneti. Dagli Anni Ottanta, poi, si concentrò sull’Ottocento e Novecento italiani: da De Nittis a Guttuso, da Lega a Carrà, da Zandomeneghi a Soffici.
Padova // fino all’8 marzo 2026
Raccogliere bellezza. Opere della Collezione Centanini
MUSEO EREMITANI
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Milano – Leonora Carrington e Man Ray
A Palazzo Reale sono due grandi nomi del Novecento i protagonisti di altrettante mostre monografiche: Leonora Carrington e Man Ray. Quella dedicata all’artista inglese è la sua prima personale in Italia e presenta Carrington come una figura radicalmente poliedrica, attraversando i molteplici linguaggi da lei sperimentati: pittura, scrittura, teatro e pensiero critico. Il percorso espositivo restituisce la traiettoria unica di una donna artista migrante ed esule che ha fatto dell’immaginazione uno strumento di resistenza e conoscenza. Nell’altra mostra si ripercorrono le tappe biografiche e della carriera di Man Ray, documentando la sua storia e i suoi viaggi tra gli Stati Uniti e Parigi. Attraverso un percorso fatto di nuclei tematici – gli autoritratti, le muse, i nudi, le “rayografie” e le “solarizzazioni”, la moda – questa mostra propone la riscoperta di un artista unico.
Milano // fino all’11 gennaio 2026
Leonora Carrington / Man Ray. Forme di luce
PALAZZO REALE
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Modena – Taysir Batniji
Taysir Batniji è un artista palestinese la cui opera è fortemente segnata dalle vicende personali e da quelle, spesso tragiche, della sua terra. La specificità del suo lavoro nasce dall’incontro tra i linguaggi dell’arte contemporanea e le tematiche legate a un paese in conflitto da un secolo per l’affermazione della propria identità. Il percorso della mostra modenese, la prima di Batniji in un’istituzione italiana, racconta le diverse modalità attraverso cui l’artista si confronta con la sua ossessione per gli oggetti e le tracce del quotidiano, tentando di ricucire le ferite, il dolore, il trauma. Per l’artista “abitare il tempo” è un modo per rispondere all’impossibilità di abitare lo spazio, dando forma a una dimensione dove coesistono il presente, le radici e il futuro.
Modena // fino al 15 febbraio 2026
Taysir Batniji. Abitare il tempo
PALAZZINA DEI GIARDINI
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Modena – Giorgio de Chirico
Il percorso espositivo è un vero e proprio viaggio nell’ultima stagione creativa di Giorgio de Chirico, tra manichini, Piazze d’Italia e miti antichi che tornano con una nuova, luminosa ironia. Sono cinquanta i capolavori che raccontano la stagione neometafisica in questa mostra prodotta da Silvana Editoriale. Nella sua ultima stagione, de Chirico ha reinventato i temi più celebri della sua produzione utilizzando colori smaltati, forme nitide e uno sguardo, comunque, ancora giovane. Nel percorso si intrecciano, così, memorie e poesia, rivelando la vitalità finale e assoluta di un maestro senza tempo. Se la metafisica degli Anni Dieci voleva esprimere l’incomprensibilità e l’assurdità dell’esistenza, con la neometafisica quel sentimento di insensatezza si attenuato ed è osservato con distacco e saggezza dall’artista.
Modena // fino al 12 aprile 2025
Giorgio de Chirico. L’ultima metafisica
PALAZZO DEI MUSEI
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Bologna – Bartolomeo Cesi
Noto negli ambienti accademici, ma ancora poco conosciuto al grande pubblico, Bartolomeo Cesi è il protagonista di una mostra monografica – la prima ad essergli dedicata – dove sono esposte oltre trenta opere, tra monumentali pale d’altare, dipinti, ritratti e disegni. Cesi visse in una Bologna culturalmente vitale grazie allo Studio universitario cittadino, dove dominavano le figure dello scienziato Ulisse Aldrovandi, dello storico Carlo Sigonio e del matematico e geografo Ignazio Danti. Ma era soprattutto la Bologna dei Carracci, dai quali Cesi seppe distinguersi per la costruzione di un vocabolario espressivo originale fatto di figure immobili e solenni, di colori squillanti, di paesaggi solitari in cui prevalgono effetti di sublimato naturalismo: una pittura alternativa a quella radicalmente innovativa dei Carracci, tesa allo studio diretto del naturale e del “vivo”.
Bologna // fino al 22 febbraio 2026
Bartolomeo Cesi. Pittura del silenzio nell’età dei Carracci
MUSEO CIVICO MEDIEVALE
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Genova – L’Ottocento
Un grande progetto diffuso che si articola in numerose sedi espositive genovesi: Ottocento Svelato. Racconti di musei e collezioni nella Genova del XIX secolo offre l’opportunità di scoprire il patrimonio artistico-culturale di Genova nel XIX secolo. L’obiettivo è quello di svelare le opere ottocentesche normalmente non accessibili al pubblico, custodite nei depositi museali oppure nelle collezioni private. La mostra è inoltre arricchita da un ricco programma di visite guidate, laboratori, conferenze e un convegno interdisciplinare organizzato dall’Università di Genova.
Genova // fino al 29 marzo 2026
Ottocento Svelato. Racconti di musei e collezioni nella Genova del XIX secolo
PALAZZO ROSSO, PALAZZO LOMELLINO, ACCADEMIA LIGUSTICA, MUSEO DIOCESANO E GALLERIA D’ARTE MODERNA
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Firenze – Beato Angelico
Maestro del Quattrocento toscano, Beato Angelico è il protagonista assoluto della grande mostra di Palazzo Strozzi in collaborazione con il Museo di San Marco, convento dove si conservano numerosi affreschi del pittore. La mostra affronta la produzione di Beato Angelico e i suoi rapporti con altri artisti: pittori come Lorenzo Monaco, Masaccio, Filippo Lippi, ma anche scultori quali Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia. Celebre per un linguaggio che, partendo dall’eredità tardogotica, utilizza i principi della nascente arte rinascimentale, Beato Angelico ha realizzato opere celebri per la maestria nell’uso della prospettiva, della luce e nella modulazione del rapporto tra figure e spazio. Con oltre 140 opere, la mostra offre un’occasione unica per esplorare la visione artistica del frate pittore in relazione al suo profondo senso religioso, fondato su una meditazione del sacro in connessione con l’umano.
Firenze // fino al 25 gennaio 2026
Beato Angelico
PALAZZO STROZZI
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Roma – László Moholy-Nagy
Dopo Robert Capa e André Kertész, arriva all’Accademia d’Ungheria un altro illustre fotografo di origine ungherese: László Moholy-Nagy, artista pioniere, versatile e visionario. La sua attività ha spaziato dalla pittura alla fotografia, dal cinema alla scenografia, dalla scultura al design industriale, fino alla tipografia e alla pubblicità. La sua opera trovò piena espressione nell’intreccio tra ricerca artistica, riflessione teorica e impegno pedagogico, prima come docente al Bauhaus e poi come fondatore di una nuova scuola d’arte a Chicago. Pur dovendo più volte trasferirsi per questioni socio-politiche, ricominciando la sua attività creativa in paesi diversi, Moholy-Nagy mantenne un ottimismo incrollabile, convinto che l’arte, se resa accessibile e praticabile da tutti, possa contribuire a migliorare il mondo.
Roma // fino al 28 febbraio 2026
Grandi maestri della fotografia. László Moholy-Nagy
ACCADEMIA D’UNGHERIA
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Monte Vidon Corrado (FM) – Osvaldo Licini
Nella casa museo dell’artista, si sviluppa un viaggio affascinante tra l’eros e il sacro nell’immaginario mitico di Osvaldo Licini. Al centro del percorso sta il celebre dipinto Croci Viventi (1954) insieme a una selezione di disegni-studio che ne raccontano l’evoluzione creativa. Accanto a questo nucleo si osservano opere utili per un confronto con alcune iconografie ricorrenti nella produzione dell’artista: dai nudi alle Amalassunte, dagli Angeli ribelli ai Fiori fantastici. I temi della mostra sono, inoltre, messi in dialogo con gli spazi della casa museo, come la suggestiva camera nuziale decorata in stile suprematista.
Monte Vidon Corrado (FM) // fino all’8 aprile 2026
Erotismo sacro. Le croci viventi di Osvaldo Licini
CASA MUSEO OSVALDO LICINI
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Perugia – Mimmo Paladino
All’interno di un percorso espositivo diffuso in tutta l’Umbria, che coinvolge anche la Rocca Albornoz di Spoleto e Palazzo Ducale a Gubbio, la mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria documenta l’intera attività di Mimmo Paladino (Paduli, 1948). Con oltre 40 opere provenienti da musei italiani, internazionali e collezioni private, si ripercorrono i decenni di carriera dell’artista e la loro varietà: dalle sperimentazioni fotografiche degli Anni Settanta al ritorno alla figurazione degli Anni Ottanta del secolo scorso. Un’attenzione particolare è riservata ai lavori di grande formato e alla pittura che invade lo spazio.
Perugia // fino al 18 gennaio 2026
Mimmo Paladino. Antologica
GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA
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Napoli – L’arte contemporanea a Napoli
Una mostra collettiva che, come il capitolo precedente dello stesso progetto, è dedicata all’esplorazione di episodi di storia dell’arte dei decenni più recenti a Napoli. La collezione del MADRE dialoga, così, con importanti collezioni pubbliche e private per evocare momenti e produzioni artistiche di rilievo avvenute in questo territorio. Il titolo “Gli anni” si riferisce all’omonimo romanzo di Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022, nel quale la descrizione di fotografie e le memorie di una singola vita diventano al contempo affresco autobiografico e cronaca collettiva e storiografica. Il percorso di mostra, come la struttura dei ricordi, non è cronologico e affinché ciascuna opera diventi, oltre che emblema di una ricerca artistica e di un determinato momento socio-politico, anche antidoto alla sparizione della memoria storica, la mostra ha nel suo public program un elemento chiave.
Napoli // fino al 6 aprile 2026
Gli anni. Capitolo 2
MADRE
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Catania – I capolavori della GNAMC
Arriva per la prima volta in Sicilia un nucleo di circa 50 opere della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma per esemplificare il percorso dell’arte italiana dai primi Anni Settanta a oggi, con l’aggiunta di alcuni capolavori di artisti internazionali che hanno avuto stretti rapporti con il nostro Paese. Ad accoglierli a Catania è la Fondazione Puglisi Cosentino che nella sua collezione già ospita opere di grandi artisti come Carla Accardi, Alighiero Boetti e Jannis Kounellis. Partendo dall’Informale di Alberto Burri, passando per il Realismo di Renato Guttuso e dalla Metafisica di Giorgio de Chirico, saranno esemplificate le più significative correnti dell’arte italiana.
Catania // fino al 29 marzo 2026
Da Burri a Cattelan 1970/2025. Capolavori della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
FONDAZIONE PUGLISI COSENTINO
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Palermo – Piero Guccione e Leonardo Sciascia
L’esposizione racconta il legame umano e intellettuale tra due dei più grandi maestri siciliani del secolo scorso, uniti da una visione comune dell’arte e della loro terra. In mostra vengono presentate cinquanta opere di Guccione tra oli, pastelli e disegni, accompagnate dalle prefazioni che Sciascia dedicò a Guccione negli anni Settanta e Ottanta. Il percorso espositivo offre anche una selezione di lettere autografe e dattiloscritte tratte dal ricco carteggio che i due autori mantennero per oltre vent’anni, insieme a videointerviste e dieci scatti di Giuseppe Leone, fotografo ragusano recentemente scomparso, che contribuì in maniera decisiva al legame tra Guccione e Sciascia.
Palermo // fino al 31 gennaio 2026
Piero Guccione e Leonardo Sciascia. Dialoghi sulla pittura
FONDAZIONE SANT’ELIA
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Taranto – Pietro Fortuna
La mostra raccoglie un ciclo di opere tra disegni, collage e fotografie che sono il frutto di una sottile riflessione sull’abitudine. L’attenzione che Pietro Fortuna riserva a questo tema è plasticamente applicabile al processo artistico e particolarmente alle attività che impegnano tanto il pensiero che le modalità pratiche. L’abitudine, infatti, si presenta come il corredo indispensabile dell’esperienza artistica dove il pensare e il fare sono reciprocamente implicati senza rispettare alcuna gerarchia temporale.
Taranto // fino al 30 gennaio 2026
L’habitude. Pietro Fortuna
CRAC PUGLIA
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