Zaven – Carico Massimo

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO NEUTRO
Via Emilia Santo Stefano 4 , Reggio Emilia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
16/11/2025
Artisti
Zaven
Generi
design, arte contemporanea, personale

La mostra esplora le possibilità di un oggetto tra i più comuni: la mensola.

Comunicato stampa

Ma non era proprio questo il punto?
Emanciparsi dalla tirannia della funzione, a qualsiasi costo.
Nelle vetrine, solitamente, gli oggetti si mettono in scena: si adagiano su supporti
che li mostrano, li sorreggono e danno loro un luogo. Massimo Carico, progetto di
ZAVEN presentato nelle bacheche di NEUTRO, sposta l’attenzione proprio su questi
supporti, trasformando ciò che normalmente sostiene gli oggetti nell’oggetto stesso
dell’esposizione e invitando il pubblico a ripensare il rapporto tra uso
e significato, tra funzione e immaginazione.
La mostra esplora le possibilità di un oggetto tra i più comuni: la mensola.
Un elemento minimale, apparentemente privo di ambizione, che nelle nostre case svolge
il compito primario di sostenere. Da questa funzione basilare nasce una riflessione sul
rapporto tra forma, materia e identità degli oggetti, e sull’idea che anche l’elemento più
semplice possa contenere un potenziale narrativo, emotivo e progettuale.
La superficie d’appoggio non è più “piatta, rettangolare, aggrappata al muro tramite
chiodi o listelli, e ligia alla sua funzione”, come scrive Cosimo Bizzarri nel testo della
pubblicazione che accompagna la mostra, ma liberata dalle sue mansioni, la mensola
diventa una costellazione di piccoli paesaggi.
Sospese tra peso e leggerezza, ventitré mensole, diverse per forma, dimensione
e materiale, sono strutture pensate sì per accogliere, ma anche per interrogare
il proprio ruolo di presenze silenziose nello spazio. Ogni dispositivo nasce dalla ricerca,
dal segno e da un processo di costruzione in cui ZAVEN interviene personalmente.
Il titolo, Massimo Carico, gioca su un doppio registro: richiama un nome proprio,
come se le mensole, da anonime, acquisissero un’identità, ma rimanda anche al
limite di portata di ciascun oggetto, al punto in cui la materia incontra la sua soglia.
A completare il progetto, una pubblicazione con fotografie di Giacomo Bianco
e un testo di Cosimo Bizzarri, che amplia la riflessione e restituisce il dialogo
tra forma e racconto.
Via Emilia Santo Stefano 4, Reggio Emilia
Info e press: [email protected]
IG: @__neutro |FB: Spazio Neutro
Zaven
è uno studio di progettazione fondato nel 2008 da Enrica Cavarzan e Marco
Zavagno. Ha sede a Venezia e si occupa di product design, grafica, allestimenti
e art direction. Per Zaven, il design è un processo analitico: ogni progetto ha
origine da una ricerca e il prodotto finale ne rappresenta la sintesi. Che si tratti
di un oggetto d’uso o di comunicazione visiva, il loro lavoro di punta sempre alla
chiarezza formale.
Lo studio vanta collaborazioni con istituzioni come Università Ca’ Foscari,
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, La Biennale di Venezia e il Nouveau Musée
National di Monaco. Ha inoltre collaborato con Bitossi Ceramiche, CC-Tapis,
Cedit, Kvadrat, Knoll, La Triennale di Milano, Galleria Luisa Delle Piane, Mercedes,
MINI Bmw, Nike, Palazzo Grassi - Pinault Collection, TIM, Tod’s, Vero, Verso NY,
Wonderglass, Zanotta, Zucchetti-Kos. Zaven è stato insignito di numerosi premi
internazionali tra cui un Compasso d’oro ADI, due Red Dot design Awards, IF
Design Award, The Good Design Award, due Wallpaper* Design Awards e tre
Archiproducts Design Awar
Cosimo Bizzarri
(1980) è un autore ed educatore nel campo del design. Collabora con artisti
e designer, portando i linguaggi del giornalismo e del racconto fantastico nel campo
del progetto. Ha curato libri d’artista, pubblicazioni sul design e riviste tra cui
COLORS Magazine, la leggendaria rivista “sul resto del mondo” fondata da Oliviero
Toscani e Tibor Kalman nel 1991, di cui è stato editor. I suoi articoli su design e
cultura sono stati pubblicati su testate cartacee e digitali come The New York
Times, The Guardian, The Atlantic, Vice, Wired, Apartamento e altre. È co-fondatore
di PROSA, uno studio specializzato nell’elaborare strategie e contenuti per brand
e aziende, a partire dalle parole.
Giacomo Bianco
(1994) è un fotografo con base a Venezia. Dopo la laurea triennale in Disegno
Industriale e Multimedia presso lo IUAV di Venezia, si laurea in Fotografia all’ISIA U
di Urbino.
NEUTRO
è un progetto espositivo che invita artisti e fotografi contemporanei a
sperimentare liberamente in uno spazio eterotopico, dove i rapporti istituzionali tra
opera, sede espositiva e fruitore sono sospesi e le opere collocate in un ambito
diverso da quello usuale. Sei bacheche commerciali diventano la cornice all’interno
della quale l’artista è chiamato a confrontarsi, senza vincoli, con un’esposizione
basata sulla fruibilità costante e la diretta relazione con il pubblico. Un’azione
semplice, sfruttare bacheche vuote all’interno della città, con l’obiettivo di moltiplicare
spazi e funzioni per stabilire un incontro, spesso casuale, che va a colmare
la distanza tra l’opera d’arte e il pubblico. Le vetrine, fisicamente situate in un
passaggio commerciale nel centro di Reggio Emilia, non hanno un indirizzo proprio.
Solitamente destinate a cittadini frettolosi e distratti possono restare inosservate
o catturare l’attenzione del passante, costringendolo a rallentare la sua corsa. Un
cambio di funzione, un’interferenza nel tessuto urbano, che vuole sovvertire abitudini
consolidate permettendo al pubblico di reagire in differenti modi e tempi.
Ogni mostra è accompagnata da una pubblicazione che raccoglie traccia
dell’intervento dell’artista e introduce un terzo punto di vista attraverso il testo di
una figura esterna al progetto.

Cosimo Bizzarri
La formazione di una mensola (estratto)
Mettetetevi nei panni — o forse meglio nei piani — di una mensola. Tra le divinità
della casa, è quella con il compito più basilare: reggere cose. [...] La monotonia
della forma riflette la carenza di ambizione. Tolero ergo sum. Reggo, dunque
sono. Una vocazione al sacrificio che sfocia nella monotonia. Uno stoicismo
che rasenta la stupidità.
Immaginatevi ora di liberare la mensola dalle sue mansioni. [...] Prendendo
coraggio, potrebbe azzardare una combinazione cromatica o, addirittura, il
brivido dell’animalier. Abbastanza rapidamente, si renderà però conto che
operazioni del genere sono solo simulacri di libertà. Subentrerebbe a quel punto
la voglia di sperimentare con i materiali. Si scoprirà ruvida come cartapesta o
morbida come un cuscino. Per ogni nuovo materiale, imparerà qualcosa di sé,
di chi avrebbe potuto essere e finora non è stata.
Finalmente riuscirà ad allentare il legame che la tiene ancorata al muro. [...]
Si sposterà sulle pareti imitando le movenze di un geco. Farà solletico al soffitto.
Si metterà in verticale. Andando in giro per la casa, si travestirà da vassoio,
spazzola, tamburello. E inevitabilmente, proprio nel momento di massima fiducia
in se stessa, rovinerà a terra. Una crepa sulla sua superficie metterà in dubbio
la sua capacità di svolgere l’ancestrale missione a cui è chiamata: reggere
qualcos’altro. Ma non era proprio questo il punto? Emanciparsi dalla tirannia
della funzione, a qualsiasi costo.