Oltreplastica
Un’indagine sull’evoluzione della materia plastica “oltre” la sua natura fossile.
Comunicato stampa
OLTREPLASTICA è una mostra sul mutamento in atto nella plastica contemporanea e sul ruolo che il design svolge nel ripensare la materia, il progetto, la responsabilità.
Curata da Frida Doveil e prodotta da ADI Design Museum con il supporto di Eni, Main Partner del museo, la mostra esplora i percorsi di transizione che accompagnano la plastica “oltre” la sua natura, mettendo a fuoco il rapporto tra cultura materiale, innovazione industriale e sostenibilità ambientale. “OLTREPLASTICA è qualcosa di più duraturo di un titolo di mostra” osserva la curatrice “È un neologismo. Vuole mettere in evidenza uno stato di fatto: la plastica come l’abbiamo sempre conosciuta è cambiata. Questo richiede modi nuovi di nominarla, di classificarla, ma soprattutto di utilizzarla. OLTREPLASTICA ci suggerisce una nuova tassonomia di una materia in mutazione, e ci racconta dell’innovazione di design come vero volano culturale capace di favorire questa trasformazione”
Più di trent’anni dopo l’appello di Carl Sagan a custodire “il pallido puntino blu”, simbolo della fragilità del nostro pianeta, la Osaka Blue Ocean Vision del G20 (2019) segna il primo impegno internazionale per azzerare entro il 2050 la dispersione di rifiuti plastici nei mari, attraverso un approccio globale al ciclo di vita della plastica. Un atto di responsabilità che, al di là della tecnica, chiama in causa l’intero sistema industriale e la Cultura del Progetto: un nuovo modo di pensare la materia, le sue forme, i suoi cicli vitali.
“Progettare per la contemporaneità pone problemi di ruolo e di metodo: superate le illusioni del Modernismo, ci resta oggi l’idea di un progetto riformatore di design come modificazione continua del contemporaneo, un progetto che si carica di senso solo all’interno di un più vasto contesto sociale e acquista valore attraverso il dispiegarsi disciplinare nelle sue applicazioni concrete”. Commenta il presidente ADI Luciano Galimberti. “Scienza e tecnologia hanno oggi bisogno di nuove domande per poter elaborare nuove risposte orientate ai valori del progresso sociale. Solo una disciplina consapevole che il progetto di design non può limitarsi a prudente misura della distanza dagli obiettivi, ci aiuterà a capire i caratteri dinamici che la modificazione continua del contemporaneo impone.”
Una materia che muta
OLTREPLASTICA non celebra né condanna la plastica: ne indaga piuttosto la metamorfosi.
Da simbolo del progresso moderno e della produzione di massa, materia leggera, versatile, accessibile, la plastica si trova oggi al centro di una ridefinizione radicale, nella quale design e scienza dei materiali agiscono insieme per riscriverne il destino.
Attraverso una costellazione di prodotti, materiali e processi pionieri, la mostra racconta un percorso ancora in itinere, fatto di sperimentazioni concrete e invenzioni di progetto che testimoniano la possibilità di una plastica responsabile, capace di superare i limiti della propria origine.
Una genealogia del cambiamento
Il racconto si apre con un richiamo alle origini, quando i primi polimeri sintetici divennero materia dell’innovazione e del sogno moderno, con la sezione “La plastica degli inizi”. Cinque plastiche iconiche – poliuretano, resina poliuretanica, polietilene, polipropilene, acrilonitrile butadiene stirene, SAN stirene acrilonitrile – rievocate attraverso altrettanti oggetti premiati con il Compasso d’Oro tra il 1954 e il 2004, tracce tangibili di un’epoca in cui la plastica era “la materia dell’invenzione” per eccellenza.
Da questa premessa storica si dipana una classificazione delle plastiche contemporanee, articolata in cinque profili di trasformazione e circolarità: rivitalizzata, la plastica che rinasce dal riciclo chimico e meccanico; a massa bilanciata, derivata da materie prime alternative; bio-based, prodotta da fonti biologiche rinnovabili; rigenerata, ottenuta da scarti e residui organici, biofabbricata, creata da organismi e cellule viventi.
Cinque sezioni dove la materia non è più un’entità inerte, ma un campo di relazioni tra tecnologia, biologia e progetto.
Design come pratica evolutiva
Collocando la lettura del cambiamento nella realtà concreta della produzione, OLTREPLASTICA restituisce un panorama di imprese, ricercatori e designer che interpretano la materia come agente attivo di trasformazione.
Il design emerge qui come pratica evolutiva, capace di generare bellezza a partire dallo scarto, di ridefinire gli standard estetici, di prefigurare un futuro in cui la plastica, pur restando plastica, diventa “plausibile” dal punto di vista ambientale, tecnico e culturale.
Questo processo è inarrestabile: si muove in modo organico e rapido, attraversando scienza, industria, società e immaginario. Un’evoluzione che non riguarda soltanto i materiali, ma la nostra stessa idea di contemporaneità.
La mostra è realizzata con il supporto di Eni, Main Partner.
IN MOSTRA
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Aquafil | Balena Science | Bonotto | Lucio Castelnuovo | Diana Castiglione - Materioteca® | ecoBirdy | Crafting Plastics! | Deserttex (a brand of Adriano di Marti) | Desserto Europe | Ephea (a brand of SQIM) | Finproject | GOB | Fratelli Guzzini | Kartell | KUORI | Lego | LOEWE | Magis | Mogu (a brand of SQIM) | Moon Rabbit Lab | NUATAN (a brand of Crafting Plastics!) | Novamont | Ochis | Orange Fiber | OXMAN | PEELSPHERE | Positive Plastics | Pretty Plastic | SQIM | Stora Enso | Enzo-Juste van Peteghem | Versalis | Vivomer by Shellworks | Yamamoto Corporation | Zanotta – Italy | Ermenegildo Zegna
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OLTREPLASTICA – Plastiche in movimento verso un design a basso impatto
A cura di Frida Doveil
Una mostra di ADI Design Museum con il supporto di Eni, Main Partner
5 dicembre 2025 – 15 gennaio 2026