A Milano la Basilica di Sant’Ambrogio inaugura un nuovo percorso. Per raccontare memoria storica e spirituale della città
“Ambrosius. Il Tesoro della Basilica”, è un progetto che nasce in un contesto millenario e con l’obiettivo non solo di riorganizzare il patrimonio della basilica ma di valorizzarlo attraverso un’inedita chiave di lettura
Fondata tra il 379 e il 386 da Ambrogio, vescovo e figura centrale della vita religiosa e civile della Mediolanum tardoimperiale (e del mondo intero), la Basilica allora “basilica martyrum” sorse in un’epoca in cui Milano era capitale dell’Impero romano d’Occidente. Fin dall’origine fu un luogo di memoria, edificato per custodire le tombe dei martiri e per affermare, attraverso l’architettura, la presenza di una comunità cristiana già matura e influente. Con l’imponente ricostruzione tra XI e XII Secolo, l’edificio assunse la forma romanica che oggi conosciamo: tre navate absidate, il grande quadriportico, il portale scolpito, il catino absidale mosaicato. Nel suo complesso architettonico, che include la canonica, il monastero e l’Oratorio di San Sigismondo, la Basilica è ancora oggi uno dei cardini della Chiesa ambrosiana e il secondo luogo sacro della città dopo il Duomo. Capolavori come l’altare d’oro di Vuolvino, il ciborio ottoniano, il mosaico absidale dell’XI Secolo e il sacello di San Vittore in Ciel d’Oro, con la più antica immagine conosciuta di Ambrogio, ne fanno un patrimonio unico in Italia e non solo.

A Milano la Basilica di Sant’Ambrogio inaugura un nuovo percorso museale
In questo contesto millenario nasce Ambrosius. Il Tesoro della Basilica, un progetto – ideato dall’Abate-parroco mons. Carlo Faccendini e realizzato con il contributo della Diocesi, della Soprintendenza e di Fondazione Cariplo – che nasce con l’obiettivo non solo di riorganizzare il patrimonio della Basilica, ma di valorizzarlo attraverso un’inedita chiave di lettura. L’inaugurazione ufficiale è prevista per il 5 dicembre 2025, alla presenza delle autorità e in occasione del tradizionale discorso alla città dell’Arcivescovo Mario Delpini. Dal 9 al 24 dicembre 2025 il Tesoro sarà visitabile gratuitamente, per poi aprire stabilmente al pubblico dal 26 dicembre.
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La Basilica di Sant’Ambrogio tra l’Aula Ambrosii e il Capitolino
L’apertura più attesa è quella dell’antica sacrestia dei monaci, l’Aula Ambrosii, finora non visitabile. Qui si trova uno degli oggetti più enigmatici e affascinanti legati al Santo: il letto di Sant’Ambrogio, ricomposto da 17 frammenti lignei rinvenuti nel dopoguerra e considerato dalla tradizione il suo giaciglio funebre. Accanto a questo, sono esposti manufatti sacri, tessuti rarissimi, oreficerie, l’Urna degli Innocenti e la scodella attribuita al vescovo. Il percorso – progettato dall’architetto museografo Andrea Perin, con la direzione lavori dell’architetto Gaetano Arricobene –, poi, prosegue nel sacello di San Vittore in Ciel d’Oro, simbolo della Milano paleocristiana, e nel Capitolino, ridisegnato per restituire coerenza narrativa alle collezioni. In questo processo di valorizzazione ha avuto un ruolo determinante il Comitato Scientifico, composto da studiosi e specialisti di alto profilo – quali Silvia Bruni, Cristina Cattaneo, Mons. Marco Navoni, Marco Petoletti, Davide Porta, Marco Rossi, Sabine Schrenk, Luigi Carlo Schiavi, Silvia Lusuardi Siena, Fabrizio Slavazzi, Francesca Tasso, Don Giuliano Zanchi, Annalisa Zanni – e coordinato da Miriam Rita Tessera e Carlo Capponi.
La “nuova” Basilica di Sant’Ambrogio
Così,Ambrosius diventa un sistema culturale pensato per coinvolgere pubblici diversi. L’area di accoglienza completamente riprogettata ospita oggi biglietteria, bookshop e nuovi spazi per le attività educative. Una sala multimediale racconta, invece, la vita di Ambrogio attraverso un video immersivo e un ciclo di tavole dipinte. Un’aula didattica modulare e l’Oratorio della Passione diventano luoghi di workshop, incontri e formazione. La proposta educativa, curata da Ad Artem, affianca visite tradizionali, laboratori e percorsi dedicati a famiglie, scuole e adulti. A completare il progetto, due piccoli orti ispirati ai giardini monastici medievali introducono il pubblico alla conoscenza delle erbe medicinali e delle piante tintorie: un invito a comprendere la cultura che per secoli ha accompagnato la vita religiosa.
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