La galleria di Gian Enzo Sperone (e Angela Westwater) a New York chiude dopo 50 anni di attività
Si interrompe il lungo sodalizio professionale tra Gian Enzo Sperone e Angela Westwater, che insieme hanno rappresentato un pezzo importante della storia del mercato dell’arte a New York e sulla scena internazionale. La sede sulla Bowery chiuderà il prossimo 31 dicembre
Ripercorrere la storia professionale di Gian Enzo Sperone significa intraprendere un viaggio al centro del sistema dell’arte internazionale degli ultimi 60 anni. Il gallerista e mercante torinese – anche infaticabile collezionista, come evidenziato dalla mostra a lui dedicata nel 2023 dal MART di Rovereto – ha vissuto intensamente il mondo dell’arte dagli Anni Sessanta a oggi: gli inizi da tirocinante nella galleria Galatea di Mario Tazzoli, nel 1961, poi la direzione de Il Punto e le prime aperture verso l’America, anche grazie alla mediazione della gallerista Ileana Sonnabend.
Gian Enzo Sperone a Torino
La prima galleria in proprio, sempre a Torino, nel 1964, in Via Cesare Battisti 15, angolo Via Carlo Alberto, con la mostra inaugurale dedicata a Rotella, Mondino, Pistoletto, Lichtenstein. In Italia, all’epoca, portò la nuova grande arte statunitense (Robert Rauschenberg e James Rosenquist nel 1964, Andy Warhol e Jim Dine nel 1965, Tom Wesselmann nel 1967), appassionandosi intanto alle avanguardie più innovative, indagando nelle tendenze contemporanee. Nel ’69, la galleria torinese traslocava in Corso San Maurizio 27, nel grande spazio di quattrocento metri quadri ricavato all’interno di un edificio industriale, che avrebbe chiuso definitivamente nel 1981.

Da Roma a New York: un gallerista torinese sulla scena internazionale
Amico degli artisti e frequentatore dei circoli intellettuali europei e americani, sempre in viaggio tra l’Italia e gli Stati Uniti, nel 1975 Sperone portò la sua galleria anche a New York – dopo l’apertura della sede romana, in attività dal ’72 al 2004 – contribuendo al successo internazionale dell’Arte Povera e della Transavanguardia. Fu proprio Roma a battezzare il sodalizio con Konrad Fischer: insieme, i due galleristi inaugurarono lo spazio in piazza SS. Apostoli con una mostra di Gilbert & George; qualche anno più tardi, anche con l’aggregarsi di Angela Westwater, nasceva la succursale newyorkese in attività da 50 anni, in origine Sperone Westwater Fischer, poi solo Sperone Westwater dopo l’uscita di Fischer – peraltro scomparso nel ’96 – nel 1982.
La galleria Sperone Westwater di New York chiude i battenti
Ora l’annuncio che segna la fine di una lunga storia: “Dopo 50 anni di successi, la Sperone Westwater Gallery chiuderà i battenti il 31 dicembre 2025”, per la decisione ei cofondatori “di intraprendere iniziative separate“, spiega la nota ufficiale diffusa dalla galleria.
A New York – che negli ultimi mesi ha visto chiudere diverse gallerie più o meno radicate, salutando al contempo l’esordio del nuovo, ambizioso quartier generale di Sotheby’s al Breuer Building – la notizia segna la fine di un’era. Negli Anni Ottanta, Sperone Westwater – che si presentò al pubblico con una mostra inaugurale dedicata a Carl Andre – divenne un punto di riferimento per il Neo-Espressionismo, contribuendo a lanciare in città artisti della transavanguardia italiana come Francesco Clemente, Mimmo Paladino, Sandro Chia, Enzo Cucchi. E ha saputo, negli anni, dare spazio a molti artisti fuori dagli schemi, da Wim Delvoye, a Not Vital, Guillermo Kuitca, Mario Merz, Alexis Rockman, Wolfgang Laib. In galleria, David Lynch (dal 2022 rappresentato da Pace) presentò per la prima volta la sua produzione pittorica nel 2019; mentre gli ultimi anni sono stati orientati verso una proposta più diversificata e inclusiva.

La sede sulla Bowery progettata da Norman Foster
Nel mezzo, risale al 2010 il trasloco nella sede affacciata sulla Bowery – Sperone Westwater fu la prima galleria di peso a scegliere il Lower East Side – edificio di otto piani progettato da Norman Foster, con quasi duemila metri quadri di spazi espositivi (al piano terra gli ambienti toccano i nove metri di altezza e possono ospitare opere monumentali), finestre a tutta altezza in facciata e l’impatto di un museo. Un investimento da 20 milioni di dollari e una struttura visionaria con tanto di montacarichi che diventa spazio espositivo rendendo gli spazi per le mostre mai uguali a se stessi.
La mostra di commiato della galleria, già in corso, è dedicata al grande artista Richard Long (Bristol, 1945), tra i primi rappresentati da Sperone e Westwater (la sua prima mostra con i galleristi data al 1976), e chiuderà il prossimo 13 dicembre, in concomitanza con l’ultima partecipazione di Sperone Westwater a una fiera (Art Basel Miami). La separazione tra i due galleristi interesserà 28 artisti. Al momento non trapelano informazioni ufficiali sulla sorte dello spazio sulla Bowery vicino al quale si sviluppa il New Museum e il suo allargamento: sarà venduto?
Livia Montagnoli
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