Il borgo di Santa Sofia punta tutto sul Premio Campigna che rilancia l’arte in Romagna

Con il progetto “Uncoded Entities”, a cura di Lara Gaeta, la cittadina di Santa Sofia ritrova la sua vocazione artistica e con la 65esima edizione del Premio Campigna infonde un nuovo slancio alla scena contemporanea in Romagna

Il 25 ottobre 2025 il borgo di Santa Sofia è tornato a essere il cuore pulsante dell’arte contemporanea grazie alla 65ª edizione del Premio Campigna, a cura di Lara Gaeta, con il progetto Uncoded Entities – Entità non codificate, promossa dal Comune di Santa Sofia con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, organizzata in collaborazione con la Proloco di Santa Sofia assieme a tanti altri preziosi partner. Una manifestazione che non è stata solo mostra o rassegna, ma un atto di rinascita collettiva: il segno concreto di come un piccolo comune dell’Appennino romagnolo possa ancora una volta catalizzare energie artistiche internazionali e far parlare di sé come laboratorio culturale. 

Il Premio Campigna nel borgo Santa Sofia in Emilia Romagna  

Il Premio Campigna nasce nel 1955 da un’intuizione di alcuni cittadini di Santa Sofia, desiderosi di promuovere l’arte moderna in un territorio allora lontano dai grandi centri espositivi. Nato come concorso, muta identità quando la rivoluzione culturale porta all’abolizione dei premi in senso competitivo. Da allora, il Premio diventa una manifestazione di ricerca e sperimentazione, capace di riflettere lo spirito del tempo e di rinnovarsi nel dialogo tra arte, società e natura. 

Premio Campigna 2025. Ph: Roberto Nanni
Premio Campigna 2025. Ph: Roberto Nanni

Santa Sofia un riferimento per l’arte contemporanea in Romagna grazie al Premio Campigna 

Nel panorama emiliano-romagnolo, la Romagna trovava in Santa Sofia un punto di riferimento imprescindibile per l’arte contemporanea, una tradizione che negli ultimi decenni si era affievolita, lasciando il territorio privo di un centro realmente vitale. Quest’anno, grazie alla curatela di Lara Gaeta e a una squadra di collaboratori che ha lavorato con cura e visione, il Premio torna a essere fulcro di immaginazione e di linguaggi radicali

Gli artisti nel progetto “Uncoded Entities” organizzato per il Premio Campigna a Santa Sofia  

La manifestazione ha coinvolto tre spazi simbolici del borgo, la Sala Milleluci, il Teatro Mentore e la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea Vero Stoppioni, con un programma che ha intrecciato performance, installazioni e sperimentazioni sonore. Gli artisti Cuoghi Corsello, Aja Ireland, Joey Holder e ToffoloMuzik hanno dato vita a un racconto corale che esplora il confine tra umano, non umano e intelligenza artificiale.
Alla Sala Milleluci, l’opera Selettore n. 8 (1999) di Cuoghi Corsello, donata per l’occasione dal collezionista Vezio Tomasinelli, ha illuminato il pubblico in un vortice di luci e suoni generati in tempo reale, evocando l’idea di giostra e trance meditativa. Al Teatro Mentore, la performance Moult Mouth di Aja Ireland e Joey Holder ha infranto ogni schema: un rituale elettronico e carnale, dove il corpo femminile e la voce diventano strumenti di liberazione e metamorfosi. Alla Galleria Vero Stoppioni, infine, le sintografie di Cuoghi Corsello e il video Cryptid di Ireland e Holder hanno aperto visioni di mondi ibridi e post-umani, tra immaginari alieni e paesaggi generati dall’intelligenza artificiale. 

Con il progetto “Uncoded Entities” Santa Sofia riporta l’arte contemporanea in Romagna 

In queste opere si respira un’attualità trasgressiva e oltre-umana, che scava nei meandri del caos interiore e collettivo. Le performance e le installazioni si fanno specchio del presente, svelando un’umanità in trasformazione, divisa tra istinto e tecnologia.
Con Uncoded Entities, Santa Sofia vuole così tornare a essere un faro per la cultura contemporanea in Romagna, capace di attirare energie nuove e restituire quella vitalità da tempo sopita. Un evento che segna un nuovo inizio, riportando i riflettori su una comunità che crede ancora nel potere dell’arte come esperienza viva e, soprattutto, condivisa.

Diana Cava

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