La fiera di fotografia più importante del mondo apre a Parigi. Ecco Paris Photo 2025

Torna sotto le maestose volte del Grand Palais la fiera parigina dedicata interamente alla fotografia e alle sue più nuove declinazioni accogliendo per l’occasione 59 nuovi partecipanti su 224 espositori totali

Continua ad ampliare i propri orizzonti Paris Photo, che ormai da 28 edizioni (dalla scorsa nuovamente ospitata negli spazi mozzafiato del Grand Palais) è senza dubbio il punto di riferimento per la fotografia, e non solo, in tutte le sue declinazioni. Come spiegano, infatti, Florence Bourgeois e Anna Planas, rispettivamente direttrice e direttrice artistica (e responsabile della sezione Emerging), quest’anno – dal 13 al 16 novembre 2025 – verranno valorizzate le scene artistiche indiana, mediorientale e dell’Europa orientale, oltre a quella giapponese e latino americana. Emerge, dunque, ben chiaro l’obiettivo della rassegna: puntare su una visione artistica aperta, audace e sempre più diversificata e internazionale. “La fiera resta in perpetuo movimento, sempre attenta alle nuove tendenze e alle riscoperte di un’arte che presto celebrerà il suo bicentenario. Questo monitoraggio costante fa di Paris Photo un grande momento di cristallizzazione”, afferma Planas.

Il programma di Paris Photo 2025

224 sono gli espositori selezionati (di cui 59 nuovi partecipanti), tra 183 gallerie e 41 editori provenienti da 33 Paesi. Il settore principale, Main, accoglie nomi storici come Pace, Fraenkel, Thomas Zander, Taka Ishii, christian berst art brut, Luisotti, MEM e Yancey Richardson e si uniscono realtà extraeuropee quali Vadehra Art (Nuova Delhi), Ayyam Gallery (Dubai) e Hafez Gallery (Gedda). Mentre al centro della navata del Grand Palais è ospitato Voices, il settore curato da Nadine Wietlisbach (Fotomuseum Winterthur) e Devika Singh (storica dell’arte e curatrice), dedicato alle relazioni tra fotografo e soggetto, e alle implicazioni sociali, ecologiche e politiche del paesaggio contemporaneo: “Quest’anno Voices si trasferisce nella navata di un Grand Palais ampliato e valorizzato, per collocare la ricerca curatoriale nel cuore stesso dell’architettura principale. Mescolando nomi affermati e nuove voci, lo spazio sarà scandito dai progetti Prismes, opere o serie eccezionali, in grande formato o vicine al linguaggio della videoarte. Queste “punteggiature” creano ponti con il Main Sector, ma anche con la sezione Digital e quella editoriale”, continua Bourgeois. 

Paris Photo 2025: le sezioni 

Così, per il terzo anno consecutivo, Nina Roehrs cura il settore Digital, il più sperimentale della fiera, che ospita 13 espositori e mette in dialogo pratiche artistiche legate all’intelligenza artificiale, alla realtà aumentata e al web3. Tra i protagonisti Heft (New York), Nagel Draxler (Berlino) e Office Impart (Berlino), insieme a gallerie già presenti nel Main, come Rolf Art (Buenos Aires) e Anita Beckers (Francoforte), che qui propongono progetti inediti concepiti per il formato digitale. Al primo piano, invece, il settore Emergence presenta 20 giovani gallerie e un gruppo eterogeneo di artisti emergenti, da Bérangère Fromont a Atong Atem, da Suwon Lee a Louis Porter, provenienti da contesti geografici differenti dal Sud Sudan al Venezuela. “Questa esposizione più strutturata sviluppa anche un discorso sull’immagine, come dimostrano le installazioni sperimentali di Adrian Sauer e Sophie Ristelhueber, vincitrice del Premio Hasselblad 2025; i loro lavori offriranno un contrappunto concettuale alla storica opera di August Sander, presentata lo scorso anno. Un tono ispirato che si percepisce fin dall’ingresso VIP, con la collezione della curatrice e filantropa newyorkese Estrellita B. Brodsky, fervente sostenitrice della scena latinoamericana e della sua diaspora”, aggiunge Anna Planas. 

Paris Photo 2025: libri d’arte e talk

Ma è anche centrale l’editoria d’arte fotografica con il settore Books, che riunisce ben 40 editori, tra cui RVB Books (Parigi), TBW Books (Oakland), RM (Città del Messico/Barcellona), ai quali si aggiungono nuovi ingressi come Witty Books (Torino), Artpaper Editions (Bruxelles) e Perimeter Editions (Melbourne). E non manca il programma di incontri “Conversations”, che mette in dialogo artisti, filosofi, registi e curatori, e gli spazi educativi e partecipativi dedicati alla divulgazione fotografica, tra cui un progetto di mediazione sulla camera oscura ideato da Michel Poivert in collaborazione con il Collège international de photographie du Grand Paris.

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