Arte, industria dell’immaginario e corpi in 7 nuovi libri da non mancare

Da Pablo Archugarry a Toy Story, dal diritto di amarsi apertamente a quello di lavorare in quanto donna, passando per la biografia di Meret Oppenheim e molto altro nei consigli di lettura di Artribune

Dal marmo di Carrara alle pipeline della CGI, dall’autoritratto surrealista ai manuali per orientarsi tra scuole e mestieri, questa raccolta mette insieme libri che interrogano il nostro presente visivo. Il catalogo generale di Atchugarry misura il tempo nella scultura; Toy Story diventa lente per leggere trent’anni di cinema e industria; Meret Oppenheim si racconta in un autoritratto rapido e lucidissimo; la Guida alle Professioni Creative 2026 mostra come formarsi oggi mentre l’IA cambia gli attrezzi del mestiere; LOVING II restituisce all’archivio vernacolare amori maschili a lungo clandestini; How many women are in the room chiede quante donne ci sono davvero “nella stanza”; Estetiche investigative spiega come un’immagine possa farsi prova. Libri diversi, un filo comune: capire come si costruiscono forme, storie e verità. 

Pablo Atchugarry. Il catalogo generale  

Nomos porta in libreria il quarto tassello del catalogo generale dedicato a Pablo Atchugarry: un volume monografico, a cura di Marco Meneguzzo, che mette in fila L’analfabeta, Federica Fracassi. Photo Masiar Pasquali Non semplice repertorio, ma infrastruttura critica: apertura con un saggio di Meneguzzo e un dialogo con l’artista, poi la sequenza per anni, ciascuno introdotto da testi mirati (Ettore Mocchetti, Luca Bochicchio, Luciano Caprile, Philippe Clerc, David Anfam, Arianna Baldoni, Kosme de Barañano). Il perno interpretativo è quello che Meneguzzo chiama “lotta contro il tempo”: un lavoro che alza baluardi di luce e ascesi contro l’oblio, dove il marmo di Carrara – scelto dall’artista in cava – si apre in lamelle, drappeggi, verticalità che cercano la pace dell’armonia. Il taglio editoriale è chirurgico: schede puntuali, apparati e un impianto iconografico che restituisce scala e pelle delle opere, dal monumentale al da interno. Dopo il tomo su dipinti, disegni, ceramiche e incisioni (2024), questa uscita consolida un corpus ragionato che serve storici, curatori e collezionisti, ma soprattutto chiarisce la posta in gioco di Atchugarry: costruire un luogo per l’umano – tra studio, museo e paesaggio – capace di parlare al futuro. 

ATCHUGARRY. Catalogo generale della scultura VOL. IV – 2019-2024  
A cura di Marco Meneguzzo 
Nomos Edizioni, 2025 
pag. 520, € 220 
ISBN: 9791259582539 
https://amzn.eu/d/hNCZPw5

ATCHUGARRY. Catalogo generale della scultura VOL. IV – 2019-2024
ATCHUGARRY. Catalogo generale della scultura VOL. IV – 2019-2024

Pixar: Toy Story 

Non l’ennesimo amarcord, ma un’analisi a tutto campo del film che ha cambiato l’animazione (e l’industria). Uva e Vita prendono Toy Story come punto di snodo: il primo lungometraggio interamente in CGI non inaugura solo un’estetica nuova – plasticità delle superfici, gestione della luce, fisica “credibile” – ma riscrive processi produttivi, pipeline e alleanze (Pixar/Disney), aprendo la stagione in cui il software diventa linguaggio. Il libro segue la formazione dell’ecosistema Toy Story: dai sequel al più cupo terzo capitolo, fino al quarto e allo spin-off (Lightyear), mappando l’espansione transmediale tra merchandising, videogiochi, parchi, fan culture. Di pari passo, mette a fuoco la tenuta drammaturgica: il buddy movie Woody/Buzz come laboratorio di temi adulti (gelosia, obsolescenza, perdita), la regia invisibile che costruisce ritmo e gag, l’idea di “giocattolo” come metafora del lavoro e dell’identità nell’era post-industriale. Risultato: un saggio nitido che tiene insieme tecnologia e racconto, industria e immaginario, spiegando perché, trent’anni dopo, Toy Story non sia solo un film di culto, ma una grammatica che ha educato sguardi e formati del cinema mainstream. 

Pixar: Toy Story  
Christian Uva, Martina Vita 
Carocci Editore, 2025 
pag. 112, € 13,50 
ISBN 9788829032631 
https://amzn.eu/d/8STgcyL 

La biografia di Meret Oppenheim 

Un autoritratto lampo che sfugge ai generi: iniziato come curriculum in terza persona, il testo scivola presto in diario onirico, dove ricordi, sogni e fiabe alimentano il laboratorio di Meret Oppenheim. Dalla Parigi surrealista – Giacometti, Dora Maar, Leonor Fini, Max Ernst, Man Ray – alla genesi di Colazione in pelliccia (scaturita da una battuta di Picasso), l’artista racconta il proprio metodo come un gioco serio: mescolare natura, storia, inconscio fino a scardinare l’ovvio. Le pagine sui celebri scatti di Man Ray – nuda, “inchiostrata” al torchio – non sono aneddoto mondano, ma riflessione acuminata su corpo, sguardo e potere delle immagini. Curato da Lisa Wenger, con illustrazioni tratte dagli album personali e un saggio conclusivo di Martina Corgnati, il volumetto (96 pp., trad. Nicolò Petruzzella) è una chiave compatta per rientrare nell’opera attraverso la sua voce: distacco da curriculum, intimità da taccuino, precisione da inventario. Un “breviario” che restituisce Oppenheim nel suo movimento naturale: indomabile, lucidissima, ancora contemporanea. 

La mia biografia 
Meret Oppenheim 
Edizioni Casagrande, 2025 
pag. 96, € 20.00 
ISBN 9791255590880 
https://amzn.eu/d/fnMluTu 

La guida alle professioni creative 2026 

Più che un vademecum, un atlante operativo di come ci si forma oggi nelle filiere della creatività — moda, design, musica, teatro, cinema, grafica, danza, restauro, arte, sceneggiatura — mentre l’IA cambia regole e strumenti. La guida censisce 150 accademie post-diploma e 70 professioni in crescita, affiancando schede, percorsi e sbocchi a un robusto apparato di testimonianze: da Alberta Ferretti, che ripercorre una carriera fatta di disciplina e immaginazione, a voci di sistema (Luca Sburlati, Carlo Poggioli, Massimiliano Tonelli, Andrea Pazzaglia, Marcella Pralormo, Gabriele Simongini, Francesca Colombo, Catherine Castillon, Alberto Cavalli, Matteo Secoli). Il valore aggiunto è l’orientamento pragmatico: dalle “intelligenze plurime” di Sergio Bettini agli otto profili di talento mappati da OSM, con consigli per potenziare punti di forza e limare fragilità. Tre capitoli “a porte aperte” mostrano laboratori, stage e tirocini dentro le accademie, con studenti in ruolo di junior tutor. Distribuita con ItaliaOggi e Milano Finanza, disponibile ai Saloni dello Studente e scaricabile su salonedellostudente.it (anche su CampusHub), la guida sostiene una tesi semplice: la complementarità tra sensibilità umana e strumenti generativi non sostituisce l’ideazione — la rilancia. Per chi sceglie ora, un quadro chiaro di mestieri reali e competenze che contano. 

Guida alle Professioni Creative 2026 
Campus e Class Editori 
Leggi qui 

LOVING II. Men in love. Una nuova storia fotografica 

Il secondo volume della collezione Nini–Treadwell riparte da dove il primo aveva aperto una breccia: 320 fotografie anonime che, tra studio-ritratto e snapshot, raccontano un secolo di amori maschili in clandestinità. Ferrotipi, fototessere, strisce da photobooth, scatti militari e pose da salotto: un atlante vernacolare in cui gesti minimi — una mano che sfiora, un anello, l’ombrello come riparo simbolico — diventano dichiarazioni. L’editoriale di Laura Leonelli valorizza il portato della fotografia “minore”: immagini trovate in mercatini, archivi domestici, valigie, ora restituite a una biografia collettiva fatta di corpi, abiti, pettinature, persino carrozzerie e fondali che attraversano il cambiamento dei costumi. La copertina è un manifesto: due giovani posano con il cartello “Not married but willing”, ribaltando un cliché di studio in un desiderio di diritto negato. Più che un sequel, LOVING II è un dispositivo di riparazione: sottrae queste storie all’oblio e mostra come l’intimità possa farsi atto pubblico anche quando il mondo guarda altrove. Produzione editoriale di alto livello (5 Continents Editions) per un libro che, senza retorica, sposta lo sguardo: dall’esotismo dell’archivio all’urgenza del presente. 

LOVING II. Men in love. Una nuova storia fotografica 
Collezione Nini –Treadwell 
5 Continents Editions. 2025 
pag. 336, € 55 
ISBN 9788874394463 
https://amzn.eu/d/dJ5WTH1 

How many women are in the room 

Non solo un catalogo di premi: il volume che documenta la 5ª edizione di AWDA – Aiap Women in Design Award usa una domanda semplice e spiazzante come filo rosso curatoriale. “Quante donne ci sono nella stanza?” diventa metodo: contare presenze e assenze, ma anche ruoli, linguaggi, spazi concessi o negati nel design della comunicazione visiva. Accanto ai progetti selezionati e premiati – un panorama internazionale che incrocia studentə, professioniste e ricercatrici – il libro intreccia saggi, focus e interviste su lavoro, diritti, disparità, lessici, attivismo. Ne esce un atlante di pratiche e posizioni che allarga il perimetro del premio a manifesto operativo: il progetto visuale come strumento di equità e di rappresentazione, non come vetrina. La coedizione tra AIAP e The Printing Office / Lazy Dog Press rafforza l’identità editoriale: grafica accurata, apparati chiari, un impianto che dialoga con scuole, studi e istituzioni. Da tenere sul tavolo di chi insegna, progetta, seleziona: perché la “stanza” non si riempie da sola—si disegna, si apre, si difende. 

How many women are in the room 
a cura di Cinzia Ferrara, Laura Moretti, Carla Palladino 
Lazy Dog Press con AIAP Edizioni, 2025 
pag. 336, € 33 
ISBN 9788898030842 
https://amzn.eu/d/fStMWP4 

Estetiche investigative 

Che cosa succede quando gli strumenti dell’arte e dell’architettura entrano nei dossier di un processo o nei report di un’inchiesta? Matthew Fuller ed Eyal Weizman chiamano questo cortocircuito “estetica investigativa”: un campo ibrido in cui mappe, video open source, immagini satellitari e modelli 3D vengono messi al lavoro per contestare poteri, versioni ufficiali e narrazioni belliche. Il libro muove dal presente più crudo — Gaza, Ucraina, Siria, Mediterraneo — e mostra come l’estetica non sia ornamento ma metodo: dispositivi contro-forensi capaci di trasformare la visione in argomentazione, l’analisi dei pixel in prova, il montaggio in confutazione. Il valore del volume sta nel doppio registro: da un lato una griglia teorica che intreccia epistemologia, ecologia e tecnologia; dall’altro casi concreti che rivelano come la “produzione della verità” sia oggi un terreno di conflitto tanto quanto i confini. Ne esce un manuale critico per chi si muove tra pratiche visive, giornalismo, diritto e attivismo: strumenti per leggere — e rispondere — ai dispositivi di potere che abitano i nostri schermi.  

Estetiche investigative 
Eyal Weizman e Matthew Fuller  
Krisis Publishing, 2025 
pag. 312, € 20 
ISBN 9788894740196 
https://amzn.eu/d/fnVJP8W 

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Dario Moalli

Dario Moalli

Dario Moalli (Vigevano 1991) studia Storia e critica dell’arte all’università di Milano, nel 2013 si è laureato in Scienze dei Beni culturali, e da qualche anno vive stabilmente a Milano, dove vaga in libertà. Condivide l’interesse per l’arte con quello…

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