Artissima 2025. Come sono andate le vendite in fiera alla prima prova con l’IVA al 5%
L’edizione che si è appena conclusa all’Oval di Torino era il primo banco di prova degli effetti dell'IVA ridotta sul mercato dell’arte. E unanime è stato il feedback positivo delle gallerie presenti, in una fiera che ha presentato grande qualità. Ma i collezionisti puntano sui prezzi più contenuti
Si è chiusa Artissima 2025, la fiera d’arte contemporanea di Torino che è riuscita quest’anno a confermare la sua centralità come osservatorio internazionale e una certa vitalità del mercato italiano che affrontava un nuovo test sull’efficacia della aliquota IVA ridotta al 5%. E doveva fare i conti anche con un discreto affollamento di fiere, nel mese di ottobre, arrivando in calendario dopo i mastodontici appuntamenti di peso prima a Londra e poi a Parigi e prima di New York.
Oltre 34.000 le presenze conteggiate in fiera, per le 176 gallerie, di cui 26 nuovi espositori, provenienti da 36 paesi e 5 continenti, con 63 progetti monografici, e l’importante presenza di 13 premi e un fondo d’acquisizione per i musei.
L’edizione 2025 di Artissima a Torino, tra ricerca e mercato
Un po’ fiera, un po’ istituzione – non dimentichiamo che la manifestazione è curata da Artissima srl, società che afferisce alla Fondazione Torino Musei – Artissima ha sempre voluto offrirsi come luogo del mercato, ma anche, e di più, della ricerca artistica, della sperimentazione, e della diplomazia culturale, con capacità di azione e impatto diffuso sulla filiera dell’arte. Rinnovando e rinsaldando le alleanze con le istituzioni culturali e con gli attori produttivi della città, allungandosi oltre le porte dell’Oval con una ricca offerta di mostre e appuntamenti a Torino, che “continua a dimostrare la propria vocazione di città al servizio del sistema dell’arte contemporanea italiana”, come ha affermato il direttore della fiera Luigi Fassi, “e Artissima ne è il metronomo, il luogo in cui le energie del sistema si rinnovano e trovano direzione”.
Molto rilevante è anche in questa prospettiva e da sempre, ad Artissima, il peso dei 13 riconoscimenti – tra premi, supporti e collaborazioni speciali – in sinergia con aziende partner, fondazioni e istituzioni per l’arte e del fondo di acquisizione con il sostegno della Fondazione Arte CRT, che, al suo 25° anniversario ha aumentato il suo investimento fino a 300.000 euro, e ha consentito l’acquisizione di 26 opere di 11 artisti per le collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

Come è andata con l’IVA al 5% ad Artissima 2025
Tornando a temi più strettamente economici e di mercato, Artissima era anche effettivamente il banco di prova degli effetti sulla filiera dell’IVA ridotta. “Artissima 2025 non è solo una fiera, ma un test di realtà per il mercato”, ha notato Mattia Pozzoni, art advisor con un piede a Milano e uno a Londra e co-fondatore della fiera indipendente milanese MEGA: “Con l’IVA al 5 %, le gallerie italiane giocano finalmente ad armi quasi pari con il resto d’Europa. E si vede — anche se, per ora, solo in parte. Forse l’opera più sottovalutata di questa edizione è proprio una legge fiscale: quanto di più lontano dall’estetica possibile, ma con la speranza di cambiare il sistema più di qualunque opera d’arte”.
Ancor più nel concreto, in fiera “è partita la caccia grossa!”. È stato questo il commento divertito di un art advisor milanese, che in questi giorni accompagnava diversi collezionisti e ci ha raccontato di numerose acquisizioni private in diverse delle gallerie partecipanti. L’abbassamento dell’IVA pare abbia dunque iniziato a funzionare davvero, come incentivo psicologico e boost concreto agli acquisti, in una fiera come Artissima, che presentava grande qualità e dunque l’imbarazzo della scelta tra le opere da portarsi a casa.

I commenti delle gallerie di Artissima 2025
Unanime il feedback positivo poi da parte delle dirette interessate, ovvero le gallerie di Artissima 2025, a cominciare da Alfonso Artiaco, che a poco dalle ultime battute della fiera ci ha raccontato di un trend diffuso negli ultimi anni: “Grande affluenza di pubblico e di collezionisti tutti i giorni, con una inaugurazione tanto affollata quanto pleonasticamente spalmata su 10 ore di apertura. Abbiamo lavorato tutti i giorni, vendendo opere di Andreas Breunig, Veronica Bisesti, Gioberto Noro, Ugo Rondinone e aspettiamo con fiducia anche quello che crediamo possa ancora succedere nelle ultime ore di fiera”.

Come pure riscontro positivo da Mazzoleni, sui “numerosissimi collezionisti, soprattutto stranieri, con una presenza anche maggiore rispetto agli scorsi anni. Abbiamo concluso numerose vendite dall’apertura della fiera: lavori di Marinella Senatore, Rebecca Moccia, Andrea Francolino e diverse opere di Iran do Espírito Santo, artista brasiliano ora in mostra in galleria a Torino”.

E da Monitor, di Roma: “Un’edizione vivace, con il passaggio dei collezionisti durante tutti i quattro giorni di fiera, pertanto bene”, come ci ha detto Gabriele Gaspari, in forze da non molto alla galleria di Paola Capata, che ha venduto opere per tutti gli artisti in stand, in range di prezzo diversi, dai 3.000 ai 20.000 euro: “Anche in un momento un po’ lento globalmente, Artissima si conferma la fiera italiana di livello più alto sia per proposta che per pubblico.

Acquisti, riconoscimenti e istituzioni premiamo le gallerie italiane
Anche da P420 si conferma che “questa edizione di Artissima è stata decisamente positiva. Le vendite hanno confermato un interesse diffuso per il programma della galleria: Shafei Xia e Adelaide Cioni (entrambe presenti alla Quadriennale), Francis Offman, Irma Blank, Pieter Vermeersch (che per questa edizione ha realizzato un lavoro site specific per il nostro stand principale) e Khaled Jarada, tra i protagonisti della mostra attualmente in corso in galleria”. Così come il peso delle acquisizioni istituzionali e dei premi, di cui dicevamo. “Le istituzioni hanno risposto con entusiasmo: musei e fondazioni hanno acquisito diversi lavori di Filippo de Pisis e Ana Lupaș. Grazie al sostegno della Fondazione Arte CRT, il Castello di Rivoli ha acquisito un corpus di opere di Majd Abdel Hamid (attualmente in mostra in galleria insieme a Jarada). La GAM invece un nucleo di opere di Alessandro Pessoli presentate nel nostro stand alla sezione Disegni, che ha riscosso grande successo anche tra i collezionisti privati. Siamo molto soddisfatti anche per Rodrigo Hernández, vincitore della Vilnius Residency, così come dei riscontri per Helene Appel, Riccardo Baruzzi e Victor Fotso Nyie e per trattative aperte ancora nelle ultime ore con diversi clienti”.

In fasce di prezzo più misurate, gli acquisti dei collezionisti ad Artissima
“La fiera torinese oramai è una realtà europea e come nelle passate edizioni, si conferma ottima per visibilità e qualità nei contatti”, notava Antonio Addamiamo di Dep Art Gallery: “Quest’anno abbiamo anche già chiuso alcune vendite durante le prime battute della fiera – due opere di Regine Schumann e una di Imi Knoebel – con molto interesse anche per le opere importanti di Gerold Miller, di cui abbiamo la mostra in galleria a Milano fino al 20 dicembre, e Wolfram Ullrich”. Che ci aiuta però anche a contestualizzare il momento, che appare spesso e diffusamente connotato da una predisposizione dei collezionisti maggiore per le opere dai price range più contenuti: “Come accade nelle ultime fiere, però, le opere con prezzi più alti, diciamo dai 15.000 ai 100.000 euro e salire necessitano per i collezionisti più di una riflessione. Così come artisti meno frequenti in fiera, come per noi quest’anno Pino Pinelli e Turi Simeti, richiedono più tempo per entrare nella memoria dei visitatori”.

Su una frequenza simile anche una galleria internazionale. “Partecipiamo per la seconda volta ad Artissima e per la seconda volta é andata molto bene”, ci ha raccontato Lucia Longhi che dirige la galleria di Berlino e con sede anche a Venezia Wentrup. “È abbastanza noto che Artissima sia una fiera meravigliosa e ottima per i contatti istituzionali, ma difficile sul fronte vendite, soprattutto per le gallerie straniere non conosciutissime magari dal pubblico italiano. Pertanto ci stupisce questo risultato, che è al contempo il frutto del lavoro di due anni sul territorio italiano e veneziano, oltre che merito dei nostri artisti. E anche da altri colleghi galleristi ho raccolto feedback positivi, migliori dell’anno scorso, forse anche perché in molti abbiamo scelto di portare opere in fasce di prezzo più contenute, che hanno intercettato meglio la domanda del pubblico in fiera. Tra le nostre vendite, opere di David Renggli (34.000 euro), Gregor Hildebrandt (18.000 euro), Nevin Aladag (28.000 euro), Olaf Metzel (28.000 euro), Desire Moheb-Zandi (7.500 euro). Abbiamo venduto bene, fin dal primo giorno, sia a nostri collezionisti storici, che ad altri conosciuti l’anno scorso ad Artissima e a nuovi di zecca. Quindi il nostro feedback é molto positivo e resta ferma la nostra intenzione di tornare l’anno prossimo”.

Collezionisti e premi per le gallerie di Artissima
“Una fiera a cui è importante partecipare”, segnala anche Michela Rizzo, “di notevole qualità, con un’energia positiva e un’atmosfera sempre stimolante. Abbiamo incontrato collezionisti di diverse nazionalità e registrato un ottimo riscontro, sia sul fronte delle vendite che delle nuove conoscenze. C’è molta curiosità intorno agli artisti presentati, e questo ci fa guardare con cauto ottimismo anche ai prossimi sviluppi”.

Soddisfazione anche da Thomas Brambilla per questa edizione 2025 di Artissima “che per noi è stata un vero successo. Oltre all’acquisizione di un’opera storica degli Anni Novanta di Marco Cingolani da parte della GAM – Galleria d’Arte Moderna di Torino e di un’opera Dial-A-Poem di John Giorno da parte del Castello di Rivoli, abbiamo registrato un ottimo riscontro anche sul piano delle vendite: cinque opere di Maggi Hambling, con valori compresi tra 10.000 e 40.000 euro; tre fotografie di Sam Samore, tra 6.000 e 10.000 euro; tre opere, del giovane artista torinese Erik Saglia, tra 5.000 e 10.000 euro. Nel complesso, la fiera ha rappresentato un’importante occasione di incontro e di dialogo con collezionisti e istituzioni, confermando l’interesse crescente verso i nostri artisti”.

E da Ncontemporary, che ha trovato la fiera “vivace e dinamica, capace di attrarre un pubblico attento e competente. Abbiamo registrato un ottimo interesse per Walter Niedermayr, con opere vendute tra i 20 e i 45mila euro, e buoni riscontri per Maria Rapicavoli e per Santiago Reyes Villaveces, entrambi con un range di 5–15mila euro. Soddisfacente la presenza di nuovi collezionisti, con una certa vivacità del collezionismo italiano che ha risposto positivamente alla nostra proposta”.

Conferma la capacità di attirare un collezionismo qualificato anche ArtNoble Gallery: “La fiera è iniziata lentamente i primi giorni e durante il fine settimana siamo riusciti a finalizzare delle conversazioni aperte. Abbiamo incontrato in fiera collezionisti molto importanti, sia italiani che internazionali e anche curatori e delegazioni istituzionali, ma trovo una piccola stanchezza nei diversi interlocutori, dopo tre settimane consecutive di fiere. Le vendite sono andate bene, potrebbe sempre andare meglio, ma dato il periodo non ci possiamo lamentare!”.
Un po’ fiera, un po’ istituzione, Artissima, lo dicevamo in apertura. Che intanto ha superato il test delle nuove previsioni fiscali, capaci di alleggerire gli animi dei collezionisti, mentre si rinnova l’intenzione di avere impatto su un sistema espanso dell’arte. Tutti elementi rilevanti e produttivi, che distinguono l’identità di Artissima, e la sua vitalità. A patto di tenersi sempre e ancora di più salda nella propria identità di scoperta, nella propria visione del futuro e nella capacità di premiare idee e impegno, evitando di trasformare il valore di un impegno di sistema in fin troppo comuni ripiegamenti consortili, esclusivi quanto asfittici. E di confondere il contributo e la collaborazione con i centri decisionali con la necessità di tener alto il livello di allerta e di incentivo a fare di meglio, a offrire di meglio e a guardare e parlare, sempre, a più interlocutori possibili.
Cristina Masturzo
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