E se l’infrastruttura radiale delle vie consolari rappresentasse il futuro di Roma?
All’evento capitolino “Città nel futuro 2030-2050”, il think-tank IN/Arch per Roma ha presentato un’iniziativa per puntare sulle storiche arterie consolari per la trasformazione urbana della Capitale. E nel 2026 arriverà la call for ideas dedicata
L’iniziativa Roma Consolari – Un progetto visionario per la città a cura dell’IN/Arch per Roma, ovvero il think-tank promosso dall’Istituto Nazionale di Architettura? È “la più preziosa, la più efficace e la più nuova” tra quelle che negli ultimi mesi sono state lanciate attorno al futuro della Capitale, afferma Walter Tocci, ex vicesindaco della città e attuale consulente del sindaco Roberto Gualtieri per il Centro Archeologico Monumentale CArMe. Non manca dunque neppure un endorsement di rilievo ad accompagnare il debutto della proposta per il rilancio delle vie consolari, resa nota nel corso di Città nel futuro 2030-2050, la conferenza organizzata da ANCE con la direzione di Francesco Rutelli, che si è svolta al MAXXI di Roma dal 7 al 9 ottobre scorso. Un coinvolgimento, quello di IN/Arch per Roma, che conferma il rinnovato interesse attorno al destino della città, tornata ad alimentare dibattito e pensiero, oltre che peculiari percorsi di ricerca e studio come l’esperienza, conclusa all’inizio dell’estate 2025, del Laboratorio Roma 050 promosso dalla Giunta Capitolina.
Il futuro di Roma è diventato centrale nel dibattito architettonico italiano
A qualche mese di distanza dalla presentazione dei risultati del laboratorio diretto dall’architetto Stefano Boeri e mentre sono al lavoro i sei team multidisciplinari finalisti della Call for Ideas – A Vision for Rome, indetta dalla Fondazione ROMA REgeneration ET – si tratta di un concorso internazionale di idee per raccogliere proposte che “contribuiscano a delineare una visione strategica, sostenibile e innovativa per il futuro di Roma” –, scende dunque in campo l’IN/Arch per Roma. Punto di partenza del progetto ideato e curato dall’architetto e urbanista Pino Pasquali, già Art Director IED Roma, da Mosè Ricci, Sapienza Università di Roma, Susanna Tradati, Architetto e Urbanista, Partner di Nemesi Architects, con gli architetti Beatrice Fumarola e Massimo Locci (per IN/Arch) sono le antiche arterie di connessione della città con la campagna romana e le aree esterne, affinché possano diventare “leve per la trasformazione urbana, la mobilità sostenibile e il dialogo tra città e paesaggio”. Anziché intenderle come strade da riqualificare in forma puntuale, con specifici e singoli interventi, queste direttrici radiali andrebbero intense come la spina dorsale della nuova strategia urbana di Roma. Per il team di IN/Arch per Roma anziché essere “vie di passaggio” potrebbero divenire “vie di connessione” e “vie di progetto”.
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Il progetto IN/Arch per Roma per le storiche consolari
Per rafforzare e concretizzare questo asse concettuale, IN/Arch per Roma intende attivare nel corso del 2026 un programma operativo, che tra gli altri percorsi includerà una call for ideas e la costituzione del Laboratorio Permanente “Roma Consolari”. Quest’ultimo agirebbe come connettore tra amministrazione, università, imprese e cittadini, attivando un confronto corale su questioni cruciali come mobilità, paesaggio, abitare, governance. Il piano d’azione presentato individua, inoltre, nel triennio 2027-2030 l’iter di attuazione delle proposte e il monitoraggio del loro impatto nelle aree urbane oggetto del possibile progetto. Le consolari di Roma, da qui al 2050, potrebbe quindi progressivamente contribuire al futuro della città, rinascendo come “infrastrutture verdi e culturali, assi di mobilità sostenibile, cobrridoi di identità e memoria, campi di progettazione partecipata”. Ma perché, almeno secondo Tocci, concentrando l’attenzione proprio su queste arterie IN/Arch per Roma ha sviluppato una visione degna di essere apprezzata?
Il Novecento? Ha sfiancato le vie Consolari di Roma secondo Walter Tocci
“A Roma è tornata la fiducia nel cambiamento. Abbiamo ormai alle spalle lo spirito depressivo degli anni passati. Ci sono tanti progetti in corso e tanti altri in discussione” ha dichiarato Tocci nel suo intervento al MAXXI dei giorni scorsi. “A mio avviso, però, tra le tante, l’idea delle consolari è la più preziosa, la più efficace e la più nuova. 1. Più preziosa perché antica: la loro raggiera è la più duratura forma territoriale di Roma, dalla protostoria ai giorni nostri. (…) Il Novecento è stato il secolo più ingeneroso, poiché ha sfiancato le consolari, senza mai prendersene cura; le ha utilizzate nella grande espansione edilizia per sostenere almeno due cambi di scala, quello urbano e quello metropolitano, le ha logorate, le ha stravolte e in alcuni tratti perfino cancellate” ha proseguito.
E se le consolari fornissero nuovo spazio pubblico e verde a Roma?
In relazione poi all’efficacia del possibile intervento, Tocci ha sottolineato come questa idea sia “in grado di modificare in profondità l’immaginario e la vita quotidiana di gran parte dei romani. Vi propongo un gioco di immaginazione di nuove consolari come viali scanditi da grandi alberi e una ricca vegetazione, con spazi pedonali ampliati e arricchiti dall’arredo urbano, gli slarghi e i crocicchi trasformati in piazze distinte da installazioni artistiche, le piste ciclabili, le facciate dei palazzi restaurate o colorate, una suggestiva illuminazione notturna e i giochi d’acqua per ricordare che siamo a Roma nella città delle mille fontane, non solo in centro storico. Sarebbe una svolta”. Infine, spiegando il fattore novità, Tocci qualifica l’idea di IN/Arch per Roma come “la più nuova perché pone al centro del dibattito il tema della forma urbana di Roma, dopo una lunga dimenticanza e anche un esplicito rifiuto maturati nel mainstream urbanistico. Una malintesa rigenerazione esalta gli interventi puntuali e vorrebbe archiviare qualsiasi visione a grande scala. L’edilizia pretende di sostituire l’urbanistica, proprio mentre i contesti spaziali diventano decisivi per affrontare i temi del nostro tempo: la riconversione ecologica, la transizione digitale e la frammentazione sociale”.
Verso la call for ideas di IN/Arch per Roma nel 2026
In attesa di conoscere tempi e modalità dell’iniziativa targata IN/Arch, Tocci offre conclusivi spunti di riflessioni ribadendo che le consolari “sono ancora strutture vive e potrebbero raccontare qualcosa di meglio nel secolo che viene. Questa mappa indica il nuovo racconto possibile. La raggiera qui non è più al servizio dell’espansione edilizia, ma annuncia il riconoscimento di ciò che è più prezioso per la vita e la cultura della città, le grandi reti ecologiche della campagna romana e i tesori di memoria che la storia ha depositato intorno a quei tracciati.”
Valentina Silvestrini
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