Un polveroso e trasparente vagone della metro a Trastevere. L’ambiziosa mostra di Wang Yuxiang a Roma
Oggi più che mai è necessario riflettere sul ruolo della cultura nei conflitti. Perché, sebbene artisti, autori e creativi abbiano sempre avuto un peso nelle questioni politiche, oggi il loro contributo risulta quantomai urgente e essenziale

Un vagone di metropolitana trasparente, parcheggiato sotto le volte in mattoni grezzi di un antico ambiente nel cuore di Trastevere. Sembra la scena di un film di fantascienza, mentre si tratta di un’opera dell’artista cinese Wang Yuxiang, protagonista di una personale di grande interesse, curata da Nicolò Giacomazzi e aperta nello spazio Supernova fino al 27 ottobre. Intitolata Lungo il peso che ho perduto, la mostra è il risultato di una riflessione sul rapporto tra l’architettura e lo spazio, la temperatura e l’umidità, attraverso tre opere realizzate per l’occasione dall’artista, nato nel 1997 in Cina ma attivo a Roma da alcuni anni. L’opera principale, Il cavallo sogna la nave (2025), è una carrozza metropolitana realizzata interamente in vetro e metallo, con tanto di sedili, collocata a filo sotto la volta ad arco.









La personale di Wang Yuxiang da Supernova
Al suo interno ogni tre minuti due ventole fanno alzare lo strato di polvere di mica sul pavimento, che viene illuminato da due faretti fino ad assumere l’aspetto di un fumo scintillante, come una sorta di flusso di energia che si propaga all’interno del vagone. La seconda opera è un piccolo dipinto rettangolare, diviso in due registri: in basso un cavallo sogna la nave rappresentata nella parte superiore del quadro: una visione simbolica che unisce idealmente la carrozza trasparente con la scultura collocata nella cripta sotterranea, intitolata Lungo il peso che ho perduto (2025), realizzata al termine di una residenza presso la Fonderia Battaglia a Milano. Si tratta della forma ispirata da un fiore di pianta grassa capovolto, che ricorda l’Epiphyllum o Regina della Notte, che sboccia di notte per poi appassire quasi subito. Il lavoro si ispira al concetto espresso dalla parola cinese Yaufen, che significa “avere il destino senza un destino” e riguarda una condizione umana espressa dalla “necessità nel caso”, costituita dall’insieme di circostanze che condizionano la vita quotidiana degli esseri umani.
Le opere in mostra a Roma
L’opera reagisce al tasso di umidità presente nell’ambiente che la ospita, sciogliendo il ghiaccio del metallo congelato artificialmente in un processo di sgocciolamento, simile a quello presente nelle stalattiti delle grotte naturali. “La fusione del bronzo-spiega l’artista-è un percorso di ascolto reciproco con i maestri fonditori, che unisce passione, alchimia, temperatura ed etica, trasformando il pensiero in materia viva”. La mostra si configura come un percorso di consapevolezza, basato sull’equilibrio tra tecniche diverse, che richiede allo spettatore un’attitudine lenta e meditativa. È l’ultima tappa di una serie di personali di artisti emergenti, curate da Giacomazzi e promosse da Supernova, che si conferma come uno degli spazi non-profit più coraggiosi ed innovativi della città, in dialogo con il mondo internazionale.
Ludovico Pratesi
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