Maxi sequestro di opere d’arte e cimeli antichi al leggendario Caffè Greco di Roma. Indagato il titolare

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale sono intervenuti con un blitz nello storico locale, su cui pende da anni uno sfratto, per accertare la sottrazione illegale di dipinti, sculture e oggetti di antiquariato da parte del gestore dell’attività, senza l’autorizzazione della Soprintendenza

Vale 8 milioni di euro il “bottino” sequestrato dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Roma, con la collaborazione del personale della Soprintendenza Speciale ABAP di Roma, nella mattinata del 23 settembre, tra le mura dell’Antico Caffè Greco di Roma. Un patrimonio di dipinti, sculture e oggetti di antiquariato “di pregevole valore nonché simbolo della Roma settecentesca”, rimossi illegalmente dall’amministratore della società Antico Caffè Greco srl, Carlo Pellegrini, ora indagato.

Il maxi sequestro di opere d’arte e cimeli antichi al Caffè Greco di Roma

Le forze dell’ordine hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro emesso dal giudice per le indagini preliminari di Roma, su richiesta dei magistrati del dipartimento Criminalità diffusa e grave della Procura della Repubblica di Roma, constatando sul campo come i beni oggetto del provvedimento – sottoposti a vincolo culturale e dichiarati di interesse culturale particolarmente importante – fossero stati rimossi dalla collocazione originale, in violazione della “stretta pertinenzialità rispetto agli ambienti dell’immobile storico ove erano allocati e da questo inamovibili”.

antico caffe greco 1 Maxi sequestro di opere d’arte e cimeli antichi al leggendario Caffè Greco di Roma. Indagato il titolare
Antico Caffè Greco

I motivi del sequestro: il vincolo culturale violato dal titolare del Caffè Greco

L’attuale locatario dell’immobile, sede del blasonato Caffè di via Condotti su cui pende da quasi dieci anni una richiesta di sfratto, aveva infatti trasportato tutti i dipinti, le sculture e i pezzi di antiquariato di pertinenza dello storico locale in due distinti depositi di sua proprietà (in Via della Mercede e Via Otranto), “senza ottenere il previsto consenso della Soprintendenza di Roma, ponendo gli stessi beni al rischio di dispersione o distruzione, in violazione della disciplina contenuta nel Codice di beni culturali e del paesaggio”.
Il blitz ha
permesso di effettuare un nuovo censimento dei beni, provvedendo alla loro custodia in depositi sicuri, “in attesa che gli stessi possano tornare presto nella loro originale collocazione e alla pubblica fruizione”. Mentre si dovrà attendere la conclusione delle indagini preliminari e un conseguente processo con sentenze definitiva per accertare la colpevolezza di Pellegrini (fino ad allora, vige la presunzione d’innocenza).

Gli ultimi anni del Caffè Greco di Roma. Dai fasti allo sfratto

È l’ennesima brutta vicenda che coinvolge il Caffè Greco, dai fasti che furono – fondato nel 1760 a poca distanza da Piazza di Spagna, si tratta del più antico caffè di Roma, in Italia secondo per longevità solo al Florian di Venezia – alle burrascose battaglie legali degli ultimi anni. In passato frequentato da letterati, filosofi, pittori, scultori e musicisti – tra i nomi celebri si contano Byron, Andersen, Wagner, D’Annunzio, Leopardi, Levi, e gli habitué Goethe, che qui scrisse diverse pagine passate alla storia, Schopenauer, De Chirico – il Caffè Greco fu persino immortalato da Renato Guttuso in un dipinto datato 1976. E anche le opere e i cimeli conservati nel locale, più di 300 pezzi che raccontando la sua storia conservano la memoria di una Roma che non c’è più, hanno contribuito a consolidarne l’allure maturata nel tempo.
Nel 2017, però, la scadenza del contratto di locazione ha avviato un contenzioso tra i gestori e il proprietario delle mura (l’Ospedale Israelitico): a luglio 2024, la Cassazione sancì il diritto della proprietà a rientrare in possesso del locale, con l’obbligo di non snaturarne l’identità storica. Da allora, lo sfratto è stato più volte rinviato, e l’esecuzione dovrebbe concretizzarsi il prossimo 26 novembre, salvo ulteriori rinvii. Nel frattempo, però, il Caffè ha chiuso (dalla scorso agosto: i dipendenti stati messi in ferie), e Pellegrini ha giustificato lo spostamento del mobilio e degli arredi come precauzione per salvaguardarne lo stato. Invece, ora la mossa di occultare il patrimonio storico e artistico del Caffè non fa che complicare la sua posizione. Auguriamoci che, finita questa parentesi, il Caffè Greco possa recuperare gli antichi fasti con dei gestori idonei che riportino anche una qualità gastronomica della proposta che da anni totalmente mancava.

Livia Montagnoli

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