A Parigi va in asta la prima calcolatrice della storia. La stima? Tra i 2 e i 3 milioni di euro
Inventata da Blaise Pascal nel 1642, la Pascaline è la prima calcolatrice di sempre. La sede parigina di Christie’s metterà in asta il novembre prossimo uno dei nove esemplari, ma intanto potete leggervi la sua storia e quella del suo eclettico inventore

Il prossimo 19 novembre nella sede parigina di Christie’s andrà all’asta una delle nove Pascaline di cui si conosce l’esistenza. Valore stimato fra 2 e 3 milioni di euro. Quella che a prima vista appare come una piccola scatola in legno, metallo e avorio è considerata la prima macchina calcolatrice della storia, messa a punto nel 1642 da Blaise Pascal (Clermont, 1623 – Parigi, 1662).
L’intuizione di un giovane matematico-inventore
Il filosofo e matematico francese la mise a punto quando aveva soltanto 19 anni.Nato a Clermont in Alvernia nel 1623, Blaise si era posto l’obiettivo di aiutare il padre Étienne che era un funzionario delle imposte a Rouen, in Normandia, e aveva difficoltà nel gestire tutti i complessi calcoli legati alla sua professione. In totale Blaise Pascal riuscirà a elaborare una cinquantina di prototipi e venti esemplari che egli perfezionerà nel corso del tempo, lavorando su tre tipologie: una macchina per i calcoli aritmetici (addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni), una per i calcoli monetari, e una per i calcoli catastali. Si tratta di piccole scatolette di circa 36 centimetri di lunghezza per 12,5 di larghezza che contengono meccanismi composti da ruote dentate, cilindri rotanti, un po’ come nell’orologeria di precisione. Pur avendo ottenuto il brevetto e le autorizzazioni reali, furono i costi di produzione a interrompere la produzione delle calcolatrici, anche se un esemplare venne acquistato dalla regina Cristina di Svezia.








Solo nove esemplari conosciuti di Pascaline
Dei nove esemplari attualmente recensiti dagli specialisti, due si trovano al Museo Henri-Lecoq di Clermont-Ferrand, quattro al Musée des arts et métiers di Parigi, uno a Dresda, uno a Bonn (proprietà dell’IBM) e uno nella collezione privata di Léon Parcé (1894-1979) che è stato uno dei grandi collezionisti di Blaise Pascal. È proprio quest’ultimo esemplare che verrà messo all’asta a Parigi, dove sarà visibile fino al 23 settembre e poi dal 13 al 19 novembre. Nel frattempo, la Pascaline sarà esposta a New York dall’11 al 15 novembre e a Hong Kong dal 23 al 29 ottobre. Se la calcolatrice meccanica sarà probabilmente la star dell’asta, non bisogna dimenticare altri lotti provenienti dalla Bibliothèque Léon Parcé di estremo interesse per i collezionisti. In particolare, la prima edizione dei Pensées (stima fra i 200 e i 300 mila euro), oltre a manoscritti e testi rari di Cartesio, Newton e Montaigne.
Blaise Pascal e Clermont-Ferrand
Filosofo, matematico, inventore, teologo, fisico, imprenditore, Blaise Pascal è stato uno dei personaggi più interessanti del XVII Secolo e l’asta parigina è l’occasione per ritornare sul rapporto con la sua città natale, che gli rende omaggio in svariati modi. Ci aveva già riflettuto Eric Rohmer che nel 1969 aveva girato a Clermont il film La mia notte con Maud, protagonisti Jean-Louis Trintignant e Françoise Fabian, dove le parole di Pascal ritornano sovente nei dialoghi. Interesse poi mantenuto vivo tre anni dopo da Roberto Rossellini nel suo film televisivo Blaise Pascal (1972, protagonista Pierre Arditi).
L’itinerario sulle orme di Pascal
Una targa, in un angolo ai piedi della cattedrale ricorda che in quel luogo sorgeva la casa natale del filosofo. Una delle antiche abitazioni abbattute per dar luce alla svettante e severa mole della cattedrale di Notre Dame de l’Assomption costruita con la scura pietra lavica di Volvic. Un riferimento, ancora oggi, per chi si avvicina all’ampia conca ai piedi del Puy de Dôme, dove sorge la storica capitale dell’Auvergne. Blaise venne battezzato nella chiesa di Saint-Pierre-de-Clermont, ma oggi al posto dell’edificio religioso c’è la Halle Gourmande Saint-Pierre. Rimane soltanto un architrave scolpita con la scena evangelica della lavanda dei piedi incastonata sulla facciata di un edificio in rue des Gras. Pascal lasciò Clermont al seguito del padre a soli 8 anni, ma rimase in contatto con la città natale soprattutto tramite Florin Périer, il marito della sorella Gilberte. Lo Château de Bien-Assis era la loro proprietà, ben conosciuta da Blaise. Il domaine fu acquistato nel 1912 dalla Michelin per ingrandire un suo sito industriale: nel giardino Lecoq si può ancora vedere quello che era il portale d’ingresso.

L’esperimento del Puy de Dôme
Una statua all’illustre concittadino è stata eretta nel 1880 in place Saint-Hérem, l’attuale square Blaise Pascal. Il luogo fu scelto anche su suggerimento dello scultore, Eugène Guillaume: il monumento doveva assolutamente fronteggiare la catena dei vulcani d’Alvernia, per rammentare il famoso esperimento del Puy de Dôme. Il 19 settembre 1648, Florin Périer realizza a distanza per suo cognato Blaise Pascal un esperimento fondato sulla misurazione del livello di mercurio in un tubo di vetro. Le rilevazioni vengono fatte in città, sulla sommità del vulcano e a metà strada sulla via del ritorno. La differente altezza della colonna di mercurio permette a Pascal di provare l’ipotesi del “peso della massa d’aria”, primo abbozzo del concetto di pressione atmosferica.
Cosa vedere nei musei
I due esemplari della Pascaline posseduti a Clermont si possono vedere nel Museo Henri-Lecoq, dove una copia moderna permette ai visitatori di comprenderne il meccanismo in occasione dei momenti dimostrativi. Nello stesso museo si scopre anche la cosiddetta carrosse à cinq sols, la carrozza da cinque soldi: era il prezzo che i clienti dovevano pagare per una corsa su queste carrozze che seguivano sempre lo stesso tragitto, a ore fisse con fermate prestabilite, anche in assenza di passeggeri. È l’idea imprenditoriale – prima anticipazione di servizio pubblico di trasporto urbano – che Pascal ebbe a Parigi in società con il duca di Roannez, prevedendo lo sviluppo di cinque linee, in corrispondenza fra di loro. Un’intuizione forse troppo in anticipo con i tempi ma che fu attiva dal 1662 al 1677. Interessante anche la visita al Musée d’Art Roger-Quillot dove sono conservate opere dedicate al celebre concittadino. Fra le altre, la scultura di Augustin Pajou (1730-1809), un ritratto anonimo del XVII Secolo (ripreso dal ritratto postumo di François Quesnel), e un ritratto di Gilbert Pascal, la sorella maggiore di Blaise che partecipò attivamente alla pubblicazione dei Pensées dopo la morte prematura, a soli 39 anni, del fratello.
Dario Bragaglia
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