A Venezia c’è uno spazio espositivo che ti incoraggia a scoprire il tuo potenziale. Ecco come funziona

Alla Casa di The Human Safety Net, ospitata nelle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco, l’ingresso è diventato gratuito ed è possibile visitare due mostre che rispettivamente invitano i visitatori a esplorare le proprie potenzialità e riflettere sulle migrazioni

C’è un angolo di Piazza San Marco che, da tre anni, racconta storie di speranza, inclusione e scoperta del sé. È la Casa di The Human Safety Net, ospitata nelle Procuratie Vecchie, ora rinnovata anche nell’offerta. Infatti, dall’8 maggio l’ingresso è diventato gratuito con donazione volontaria, in concomitanza con l’apertura della Biennale di Architettura. Un gesto concreto che apre ancor di più le porte dell’inclusione e della cultura partecipata, punti cardine della missione del movimento globale istituito da Generali nel 2017 e attivo in 26 paesi con una rete di 85 ONG e imprese sociali come partner.

L’attività di The Human Safety Net a Venezia

Al centro, A World of Potential, un percorso interattivo permanente che invita i visitatori a esplorare i propri punti di forza interiori – dalla perseveranza alla gratitudine, dalla curiosità alla speranza – attraverso esperienze multimediali. Disegnata dallo Studio Migliore+Servetto e curata da Orna Cohen di Dialogue Social Enterprise, la mostra si propone come un viaggio ludico e riflessivo, dove ogni tappa diventa un’occasione di crescita personale. Con l’introduzione di nuove installazioni e dispositivi, come il multiscopio della curiosità o la roulette della speranza, il percorso si fa ancora più ricco e centrato sulla persona. Le sfide proposte spingono a mettersi in gioco, a riflettere su se stessi e sugli altri, in un’esperienza che mescola gioco, introspezione e impegno civile.

Gli obiettivi di The Human Safety Net a Venezia

I contenuti rinnovati di A World of Potential ci permettono di avvicinare ancora di più i visitatori ai valori della nostra rete di persone che aiutano persone. La mostra è pensata infatti per tradurre in esperienza interattiva, stimolante e coinvolgente il valore fondante che è alla base del lavoro della nostra Fondazione in 26 Paesi: il fatto che tutti abbiano un potenziale e abbiano possibilità di esprimerlo, lavorando sui propri punti di forza, migliorando così la propria vita e quella delle proprie comunità. Da qui la decisione, a tre anni dall’apertura della Casa di The Human Safety Net in piazza San Marco, di offrire l’ingresso libero per tutti con una donazione volontaria a favore dei nostri programmi. È il nostro contributo ad una comunità globale che ci auguriamo sia sempre più coinvolta sui temi dell’impatto e dell’innovazione sociale, ma anche il nostro ‘grazie’ a tutte le persone e le organizzazioni che in questi tre anni ci hanno ispirati e sostenuti, con la presenza, con un continuo contributo di idee e con l’entusiasmo condiviso per quello che fin dall’inizio è stato un viaggio straordinario”, ha affermato Emma Ursich, CEO di The Human Safety Net. 

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Dreams in Transit, The Human Safety Net, Venezia

La nuova mostra presentata da The Human Safety Net a Venezia 

Ma la novità di questa stagione è Dreams in Transit, curata dalla fondazione Art for Action. L’esposizione collettiva racconta il delicato momento del “dopo” nella migrazione: l’attesa, l’adattamento, la costruzione di una nuova identità. Un percorso visivo e concettuale che trova respiro negli spazi restaurati da Sir David Chipperfield contribuendo a rendere le Procuratie un centro vivo della riflessione contemporanea sull’inclusione. Così, saranno esposte fino al 15 marzo 2026 le opere di Ange Leccia, Leila Alaoui, Lorraine de Sagazan & Anouk Maugein e Sarah Makharine. “Sono orgogliosa di lanciare la prima edizione di Art for Action a Venezia con il programma After Migration con The Human Safety Net. Il nostro obiettivo è quello di formare un’Assemblea Costituente per il futuro Parlamento degli Invisibili, riunendo migranti, rifugiati, artisti, ma anche difensori dei diritti umani e nuove generazioni per amplificare le loro voci e creare una vera e propria agenzia che opera attraverso la lente dell’arte. Per questa edizione, gli artisti hanno lavorato fianco a fianco con i migranti e le associazioni di base: hanno raccolto sogni, registrato voci e immortalato non solo individui migranti, ma anche desideri, forza e volontà di ricostruire. Hanno creato con, non per. Non si tratta di ottimismo. Si tratta di speranza. E vorrei citare Marshall Ganz, che ci ricorda lo scopo della nostra azione: ‘La speranza è la convinzione che sia possibile agire per migliorare le cose”, conclude Amandine Lepoutre, Presidente di Art for Action.

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